Cronache della Cop 27 - Domenica 20, chiusura e documento finale
Istituito il Fondo perdite e danni, qualche progresso nella riforma del sistema finanziario globale. Firmati numerosi accordi sul gas, protagonista della Conferenza. Per la società civile è “urgente intensificare gli sforzi”.
La plenaria ha inizio domenica poco dopo le due di notte ora locale. Poi subisce ulteriori rinvii.
Nella bozza di testo presentata in plenaria, gli obiettivi di mitigazione sembrano essere niente più una copia di quanto concordato a Glasgow nel 2021. C'erano speranze che il presidente avrebbe ampliato il phase down a tutti i combustibili fossili, ma non c'è nessun riferimento in questo testo: "Invita le parti ad accelerare lo sviluppo, e la diffusione delle tecnologie e l'adozione di politiche per la transizione verso sistemi energetici a basse emissioni, anche aumentando rapidamente l'adozione di misure di generazione di energia pulita e di efficienza energetica, tra cui l'accelerazione degli sforzi verso l'eliminazione graduale dell'energia a carbone senza sosta e l'eliminazione graduale delle sovvenzioni inefficienti ai combustibili fossili, fornendo nel contempo un sostegno mirato ai più poveri e ai più vulnerabili, in linea con le circostanze nazionali e riconoscendo la necessità di sostegno verso una transizione giusta".
Fonte immagine: Ansa
Alcuni Paesi hanno cercato di rinnegare l'obiettivo di 1,5 °C e di abolire il meccanismo della irreversibilità degli impegni (ratcheting up). Hanno fallito, ma è stata eliminata dal testo finale una risoluzione per raggiungere il picco delle emissioni entro il 2025. Il gas è stato il grande protagonista di questa Cop, con un numero sorprendentemente elevato di accordi firmati a margine del vertice. Il documento finale della Cop 27 contiene un provvedimento per incentivare “l'energia a basse emissioni”. Ciò potrebbe significare molte cose, dai parchi eolici e solari ai reattori nucleari e alle centrali elettriche a carbone dotate di cattura e stoccaggio del carbonio. Poiché a pensar male... ci si azzecca, potrebbe anche valere per il gas, che ha emissioni inferiori rispetto al carbone.
Ecco invece le parole del documento concordato alla Cop 27 che istituisce il fondo perdite e danni per aiutare i Paesi in via di sviluppo a far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici. Il linguaggio è significativo. "La Conferenza delle Parti ... decide di istituire nuovi accordi di finanziamento per assistere i Paesi in via di sviluppo che sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi del cambiamento climatico, in risposta a perdite e danni, anche con particolare attenzione ad affrontare perdite e danni fornendo e assistendo nella mobilitazione di risorse nuove e aggiuntive, e che questi nuovi accordi integrino e includano fonti, fondi, processi e iniziative nell'ambito e al di fuori della Convenzione e dell'Accordo di Parigi. Decide inoltre, nel contesto dell'istituzione delle nuove modalità di finanziamento ... di istituire un fondo per la risposta a perdite e danni il cui mandato include un focus sulla gestione di perdite e danni". Il testo, concordato da quasi 200 Paesi, istituisce anche un comitato per elaborare le regole per realizzare il fondo. Quel comitato riferirà alla Cop del prossimo anno (Climate action network - Can). Lo stesso Guterres, segretario generale dell’Onu, si compiace del risultato ottenuto su loss and damage (video), ma dice: "Siamo chiari. Il nostro pianeta è ancora in rianimazione. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni subito, e questo è un problema che questa Cop non ha affrontato. Un fondo per perdite e danni è essenziale, ma non è una risposta se la crisi climatica cancella dalla mappa un piccolo stato insulare o trasforma un intero Paese africano nel deserto. Il mondo ha ancora bisogno di passi da gigante in termini di ambizione climatica. La linea rossa che non dobbiamo oltrepassare è quella che porta il nostro pianeta oltre il limite di temperatura di 1,5 gradi”.
C'è stato anche probabilmente qualche progresso nella riforma del sistema finanziario globale, con l'apertura di un possibile processo di riforma del sistema finanziario delle Nazioni Unite: è stato accolto qualche elemento dell'Agenda di Bridgetown, promosso da Mia Mottley, la coraggiosa leader delle Barbados. Nel testo si legge: le nazioni del mondo "invitano gli azionisti delle banche multilaterali di sviluppo (Mdb) e le istituzioni finanziarie internazionali a riformare pratiche e priorità, allineare e aumentare i finanziamenti … e incoraggiare le Mdb a definire una nuova visione adatta allo scopo di affrontare l'emergenza climatica globale".
Aggiornamenti quotidiani a cura di Toni Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro "Energia e Clima" (Goal 7-13) dell’ASviS e del Comitato tecnico-scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Leggi gli approfondimenti sul sito del Comitato.