Cronache della Cop 27 - Martedì 15. Doppio tema, l'energia e la società civile
Il Guardian visiona la bozza del documento finale: preoccupanti i punti sui finanziamenti relativi ad adattamento e Green climate fund. Pubblicato il Rapporto speciale sul carbone. La Federazione russa prende la parola.
Nel cuore del negoziato, ormai in dirittura d'arrivo e in affanno, i ministri e i diplomatici di quasi 200 Paesi hanno iniziato il duro lavoro per trovare un terreno comune per un accordo. I ministri sono arrivati questa settimana a Sharm per prendere il testimone dai negoziatori, ma la presidenza egiziana non sembra essere pronta e all'altezza. Le linee di scontro sul finanziamento delle perdite e dei danni non si sono mosse: le opzioni sono creare una nuova struttura o lavorare con un mosaico di accordi di finanziamento.
Questi vertici di solito producono un cover text, che approccia una narrazione unificante sui vari risultati tecnici. Alcuni Paesi, tra cui Argentina, Uruguay e Brasile, vogliono ridurre al minimo il testo. Altri, compresi gli europei, lo vedono come un'opportunità. Una grande domanda è se il testo manterrà a portata di mano l'obiettivo di 1,5 °C, come vogliono i Paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari, l'Ue e gli Stati Uniti. I Paesi emergenti, inclusa la Cina, vogliono attenersi al linguaggio dell'accordo di Parigi per mantenere l'aumento della temperatura "ben al di sotto dei 2 °C e perseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 °C”.
Il Guardian ha potuto vedere una bozza del documento finale della Cop 27 sui finanziamenti a lungo termine per il clima. Resta ancora molto da negoziare, ma ci sono due punti specifici che preoccupano seriamente oltre a una generale mancanza di effettivi impegni di finanziamento. Il primo punto riguarda l'adattamento. Il Patto di Glasgow esortava i Paesi sviluppati ad almeno raddoppiare i finanziamenti per l'adattamento entro il 2025. Ma la bozza di testo attualmente invece esorta le parti dei Paesi sviluppati a continuare a migliorare e aumentare i finanziamenti per l'adattamento, anche, se del caso, considerando il raddoppio dei finanziamenti. Un annacquamento del testo preoccupante e inaccettabile. Il secondo punto riguarda i 100 miliardi di dollari all'anno per il Green climate fund. La dichiarazione del G20 in Italia nell'ottobre 2021 diceva che l’obiettivo dovrebbe essere raggiunto entro il 2023. Ebbene, questa data non compare più nel testo della bozza.
Solo Bahamas, Vietnam, Andorra, Timor Est hanno presentato piani climatici nazionali aggiornati dopo l'inizio della Cop 27. La più grande economia tra loro, il Vietnam, ha rafforzato i suoi obiettivi di emissione, prevedendo per il 2030 una riduzione incondizionata del 15,8% rispetto al business as usual, che può arrivare al 43,5% se ci sarà il sostegno internazionale.
Il Guardian ha visto anche le proposte negoziali su perdite e danni presentate dai G77 più la Cina. Descrivono in dettaglio la posizione delle nazioni in via di sviluppo, incentrata su un nuovo fondo separato e aggiuntivo rispetto alle attuali strutture di finanziamento per l'adattamento e la mitigazione. Al contrario, i Paesi sviluppati come Stati Uniti, Ue e Australia sembrano voler continuare a discutere prima di decidere se una nuova struttura per perdite e danni sia giustificata, e il G7 ha promosso l'iniziativa assicurativa Global Shield come alternativa.
Oggi è il giorno dell'energia alla Cop 27, un altro argomento controverso che ha diviso i delegati. La crisi energetica sulla scia della guerra in Ucraina ha portato a una corsa al gas in Europa e ha spinto alcuni Paesi a bruciare più carbone. Dall'Africa si afferma che i Paesi ricchi non hanno dato i finanziamenti promessi che li avrebbero aiutati a espandere l'energia pulita invece di sfruttare le loro risorse di combustibili fossili. L'Unione europea prevede inoltre di aggiornare il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni prima del vertice delle Nazioni Unite del prossimo anno.
Aggiornamenti quotidiani a cura di Toni Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro "Energia e Clima" (Goal 7-13) dell’ASviS e del Comitato tecnico-scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Leggi gli approfondimenti sul sito del Comitato.
In un Rapporto speciale sul carbone, l'Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha chiesto un'azione politica immediata per finanziare il phase out di quel combustibile, in particolare nelle economie emergenti e in via di sviluppo. In uno scenario in cui gli attuali impegni nazionali sul clima fossero rispettati, la produzione delle centrali a carbone esistenti dovrebbe diminuire di circa un terzo tra il 2021 e il 2030, con il 75% sostituito da solare ed eolico. Per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050 e limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, il consumo di carbone deve diminuire del 90%.
Drammatico l'evento della Federazione Russa alla Cop 27 in mezzo alle grida di "criminali di guerra" e la totale assenza di qualsiasi discussione sulla produzione nazionale di petrolio e gas, nonostante la Russia sia il secondo produttore mondiale di petrolio e gas e le emissioni di carbonio dei combustibili fossili siano la causa principale della crisi climatica. I manifestanti che gridavano "siete criminali di guerra" sono stati rapidamente allontanati dalla stanza. Motivo secondo il presidente: "L'evento riguarda l'agenda climatica, non l'agenda politica".
Aggiornamenti quotidiani a cura di Toni Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro "Energia e Clima" (Goal 7-13) dell’ASviS e del Comitato tecnico-scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Leggi gli approfondimenti sul sito del Comitato.