Cronache della Cop 27 - Mercoledì 16. Giornata della biodiversità. Arriva Lula
Il neo presidente brasiliano rilancia la difesa dell’Amazzonia e annuncia la richiesta che la Cop del 2025 si svolga in Brasile. Cresce la preoccupazione per l’esito dei negoziati per perdite e danni.
Le discussioni sul clima devono andare di pari passo con l'ambiente e quindi con la biodiversità. Questo non significa solo guardare a come garantire che la biodiversità sia mantenuta e promossa, ma anche come la natura stessa possa essere uno strumento vitale per proteggere il pianeta dal cambiamento climatico.
Ma il fatto che segna la giornata della biodiversità è senza dubbio l'intervento del neo presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, che sfida l'attuale establishment globale. “Quando ero presidente del Brasile, ho detto che l'Onu doveva essere riformato. Non riesco a immaginare che le Nazioni Unite siano guidate dalla stessa logica geopolitica della seconda guerra mondiale. Il mondo è cambiato. I continenti vogliono essere rappresentati. Non c'è alcuna spiegazione sul perché i vincitori della seconda guerra mondiale dovrebbero avere in mano il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Se c'è una cosa che dobbiamo cambiare sulla governance globale, è il cambiamento climatico. Altrimenti il tempo passa, si muore e le cose non cambiano. È con questo obiettivo che sono tornato. Voglio creare un mondo più giusto e un'umanità più efficace”, ha detto Lula, che entrerà ufficialmente in carica come nuovo presidente il prossimo gennaio.
“Quando il Brasile presiederà il G20 nel 2024, l'agenda sul clima sarà una delle priorità principali. I Paesi ricchi hanno detto a Copenaghen che avrebbero raccolto 100 miliardi di dollari per aiutare i Paesi meno sviluppati ad affrontare il cambiamento climatico. Abbiamo bisogno di meccanismi finanziari per rimediare alle perdite e ai danni causati dai cambiamenti climatici. Non possiamo rimandare questo dibattito". Lula ha avanzato due proposte. La prima è un incontro dei Paesi amazzonici per guardare allo sviluppo integrato della regione. La seconda proposta è che il Brasile ospiti la COP 30 nel 2025 nella regione amazzonica.
“Non c'è sicurezza del pianeta senza un'Amazzonia protetta. Faremo tutto il necessario per azzerare la deforestazione e il degrado. Daremo la priorità alla lotta contro la deforestazione", ha aggiunto Lula.
credits: @ricardostuckert – profilo ufficiale Twitter Lula
A Sharm aumentano le preoccupazioni per gli esiti della Cop 27, che saranno con ogni probabilità deludenti. I Paesi in via di sviluppo sono molto preoccupati per i negoziati per perdite e danni. Finora ci sono state solo consultazioni informali su questo punto critico dell'agenda e nessun avvio ufficiale di negoziati.
L'incontro di Bali comincia a dare frutti. L'inviato statunitense John Kerry ha incontrato ieri il suo omologo cinese Xie Zhenhua alla Cop 27. Si profila una ripresa a tutti gli effetti dei colloqui sul clima tra i due Paesi, che Pechino aveva sospeso tre mesi fa per Taiwan. Sembra che ora Kerry stia ora appoggiando la proposta indiana di ridurre gradualmente tutti i combustibili fossili. Alla proposta dell'India hanno aderito l'Europa a 27 e il Regno unito.
Xi al G20 ha affermato: “Nell'affrontare il cambiamento climatico e la transizione, è necessario rispettare il principio delle responsabilità comuni ma differenziate. È anche importante fornire finanziamenti, tecnologia e supporto per il rafforzamento delle capacità dei Paesi in via di sviluppo e promuovere la cooperazione sulla finanza green. Nel ridurre il consumo di energia da combustibili fossili, dobbiamo prendere in considerazione in modo equilibrato vari fattori e assicurarci che non siano danneggiate l'economia e il benessere delle persone”.
Intanto ai margini della Cop 27 si continuano a firmare accordi per il gas africano: Cop 27 rischia di essere ricordata come la Cop del gas. Le società tedesche, italiane e di altri Paesi hanno setacciato l'Africa alla ricerca di alternative alle forniture russe, sollevando timori che nuovi progetti bloccheranno l'Africa in una dipendenza a lungo termine dai combustibili fossili. Ancor più assurdo è che nel frattempo l'Egitto, Paese ospitante della Cop 27, stia aumentando l'uso dell'olio combustibile pesante low quality in 20 centrali elettriche, al fine di liberare gas per l'esportazione in Europa.
Aggiornamenti quotidiani a cura di Toni Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro "Energia e Clima" (Goal 7-13) dell’ASviS e del Comitato tecnico-scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Leggi gli approfondimenti sul sito del Comitato.