Goal 3 "Salute e benessere"
Nel nostro Paese aumenta la speranza di vita, ma peggiora il tasso dei fumatori
Rapporto ASviS: personale sanitario carente, servono più risorse e un coordinamento pubblico-privato. Approccio One health per affrontare le conseguenze della crisi climatica sulla salute.
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A sette anni dalla sottoscrizione dell’Agenda 2030, il percorso per il raggiungimento dell’Obiettivo 3 “Salute e benessere” è stato segnato da due elementi principali: gli sforzi fatti per garantire salute e benessere a tutte e tutti, a tutte le età, e le conseguenze devastanti della pandemia.
Secondo i risultati del sondaggio Ipsos nel Rapporto ASviS 2023, il Goal 3 è al terzo posto nella classifica delle priorità dell’opinione pubblica italiana sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, con il 26% delle citazioni da parte delle persone che conoscono l’Agenda 2030. Un ambito su cui investire è la telemedicina: il 77% degli italiani si dichiara favorevole a un ampliamento del suo utilizzo, anche se solo il 23% afferma di non incontrare nessuna difficoltà nell’utilizzo dei servizi sanitari digitali e una persona su tre continua a preferire l’interazione personale con il medico o l’operatore sanitario per ogni pratica.
Dal Rapporto emerge come, per il Goal 3, l’Italia abbia registrato un trend positivo dal 2010 al 2019 grazie alla riduzione dei comportamenti a rischio (come il consumo di alcol e fumo), all’aumento della speranza di vita e alla diminuzione della mortalità per malattie non trasmissibili (tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche). Miglioramenti, tuttavia, non adeguati al raggiungimento degli impegni previsti al 2030, soprattutto a causa dell’insufficienza delle risorse messe a disposizione del sistema sanitario e per le differenze territoriali e sociali. Nel 2020 la pandemia da Covid-19 ha rappresentato uno shock per i sistemi sanitari di tutto il mondo. L’Italia ha registrato (fino a febbraio 2022) oltre 25 milioni di casi e 187.859 morti, con una campagna vaccinale che ha raggiunto una copertura di oltre l’86% della popolazione, evitando quasi 80mila decessi e oltre 2 milioni di ulteriori casi. La speranza di vita è leggermente diminuita (82,4 anni nel 2020), i ricoveri non-Covid si sono ridotti di oltre il 20%, i bisogni sanitari non soddisfatti sono aumentati e le patologie dell’area psichiatrica e psicologica sono incrementate del 20-25%.
Tra il 2020 e il 2022 si registrano lievi miglioramenti, ad esempio nell’aumento della speranza di vita (82,6 anni), non sufficienti però a tornare ai livelli osservati nel 2019. A rallentare la ripresa sono principalmente l’aumento della quota di fumatori e di persone sedentarie, indicatori cresciuti rispettivamente di 1,51 e 0,8 punti percentuali tra il 2019 e il 2022.
A seguito della pandemia si è consolidata la consapevolezza della fragilità del sistema sanitario italiano, decisamente evoluto dal punto di vista scientifico, ma debole per quanto riguarda le risorse impiegate e la considerazione dei rischi per la salute derivanti dalla crisi climatica e dell’ambiente e dalla perdita di biodiversità. Per favorire la creazione di un modello di governance idoneo all’approccio integrato, a giugno del 2023 è stato costituito nel Parlamento l’intergruppo parlamentare “One health” che sarà supportato da un comitato tecnico-scientifico di esperte ed esperti di diverse discipline.
Sul piano degli investimenti ordinari, mentre la quota dei costi sostenuti direttamente dal cittadino è cresciuta (circa 40 miliardi di euro), la spesa sanitaria pubblica continua a essere notevolmente inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei, anche se per il 2023 il finanziamento pubblico del Sistema sanitario nazionale (Ssn) è stato incrementato di due miliardi di euro. Nel 2021, invece, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha previsto uno stanziamento di 15,6 miliardi di euro per lo sviluppo della dimensione comunitaria della sanità, della continuità assistenziale e dell’integrazione socio-sanitaria e per la creazione di nuovi servizi sanitari di prossimità.
Tuttavia, gli sforzi per allineare maggiormente il Paese agli standard europei non tengono conto di alcuni fattori che rappresentano le maggiori criticità per la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale: l’elevata età anagrafica del personale medico, le dimissioni volontarie per ricoprire incarichi nel settore privato, la migrazione dei giovani laureati verso i Paesi europei e la scarsa attrattività di alcune specialistiche. Per l’area infermieristica il quadro appare peggiore: in termini di quota di infermieri (6,16 ogni mille abitanti e 1,4 infermieri per ogni medico), l’Italia si colloca agli ultimi posti della classifica dei Paesi Ocse. Per far fronte alla grave carenza di personale medico sono state finanziate per l’anno 2021-2024 ulteriori borse di studio per l’accesso a medicina e alla specialistica e l’offerta formativa infermieristica per l’anno accademico 2022- 2023 è stata incrementata.
Tra il 2010 e il 2022 il Goal 3 migliora
soprattutto grazie alla crescita della speranza di vita,
con rallentamenti nel 2020, anche a causa dell'aumento
della popolazione sedentaria e che consuma alcol e fumo.
Crescono le disuguaglianze tra le Regioni.
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