Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Goal 6 "Acqua pulita, servizi igienico-sanitari"

 

 

Quartultimi in Ue, sempre peggio la gestione dell’acqua

Rapporto ASviS 2023: il 42,4% dell’acqua inserita nelle reti di distribuzione non giunge nelle nostre case. Troppi italiani non si fidano di bere dal rubinetto. Preoccupa la siccità.

Scopri di più sulla Campagna Un Goal al giorno.

Secondo un sondaggio Ipsos, condotto in occasione della pubblicazione del Rapporto ASviS 2023, tra i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile il Goal 6, “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, si colloca al settimo posto nella scala delle priorità su cui intervenire, con il 19% delle persone che ritiene l’acqua tra le più rilevanti questioni presenti nell’Agenda 2030.

L’accesso all’acqua, un elemento in passato dato per scontato, negli ultimi anni sta diventando una questione che interroga sempre più italiani. Le recenti crisi idriche hanno infatti portato al 41% la quota degli italiani che ritiene che la scarsità d’acqua stia diventando un problema con cui fare i conti, anche per via del cambiamento climatico che mette sotto stress le nostre riserve di acqua dolce. Per il 37% degli intervistati, poi, la siccità prolungata rappresenterà il fenomeno più preoccupante per i prossimi 10 anni tra quelli legati alla crisi climatica.

In generale, il Rapporto ASviS sottolinea che dal 2010 al 2022 sul Goal 6 c’è stato un peggioramento, come dimostra anche la collocazione dell’Italia al quartultimo posto nella classifica europea sull’obiettivo, e in questo contesto l’efficienza delle reti rappresenta una delle tematiche più critiche a livello nazionale. La dispersione delle reti idriche, infatti, si attesta al 42,4%, una media che continua a salire negli ultimi anni secondo i dati Istat (nel 2018 era al 42%, e nel 2015 al 41,4%). Inoltre, la quota di famiglie insoddisfatte per la continuità nell’erogazione dell’acqua è passata dall’8,7% del 2014 al 9,7% del 2022. Per affrontare le criticità legate all’inefficienza delle reti idriche, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono previste diverse misure, ancora però insufficienti, dice il Rapporto. Andando nello specifico, il Pnrr interviene investendo oltre 4,3 miliardi di euro attraverso quattro misure di grande portata: due miliardi di euro per le nuove infrastrutture idriche primarie (per esempio nuovi invasi) su tutto il territorio; 900 milioni di euro per la riparazione, la digitalizzazione e il monitoraggio integrato delle reti idriche in modo da diminuire sostanzialmente le perdite di acqua; oltre 800 milioni di euro per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema irriguo nel settore agricolo; 600 milioni di euro di investimenti per la depurazione delle acque reflue, da riutilizzarsi in agricoltura e manifattura.

Attualmente l’89% dei residenti ha un allaccio al sistema fognario mentre, se guardiamo allo stato ecologico delle acque superficiali interne (fiumi e laghi), questo è valutato come “buono” o “superiore” solo per il 43% dei casi (il 10% dei corpi idrici è ancora in uno stato sconosciuto). Per le acque sotterranee, invece, il 70% è in buono stato chimico e il 79% è in buono stato quantitativo (si basa sulle misure di livello/portata in relazione alle caratteristiche dell’acquifero).

Sulla gestione della risorsa idrica ci sono poi delle altre considerazioni da fare, questa volta connesse alla sfera privata: siamo tra i primi consumatori al mondo di acqua in bottiglia, anche perché il 29,4% (dato al 2022) delle famiglie non si fida di bere acqua del rubinetto.

Sul fronte delle politiche di water pricing, infine, alcune Regioni stanno attuando meccanismi che tengono conto del principio “chi inquina paga”, sia nella determinazione del canone di derivazione sia nell’applicazione della tariffa all’utente finale (anche in base ai volumi effettivamente impiegati). Per il settore irriguo questo processo è stato accompagnato negli anni incentivando la misurazione e la registrazione dei volumi irrigui in un database (Sigrian) condiviso tra tutte le istituzioni. A oggi, 13 Regioni hanno emanato delibere per far applicare una tariffa che prevede una quota basata sull’impiego di risorse idriche o meccanismi di premialità/penalità.

 

 

Tra il 2010 e il 2022 il Goal 6 peggiora

a causa di una minore efficienza delle

reti di distruzione, dell'aumento delle famiglie insoddisfatte

per la continuità nell’erogazione di acqua e

della riduzione del volume di acqua erogata agli utenti.

Le disuguaglianze tra le Regioni aumentano.

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 LE PROPOSTE 

 

Promuovere politiche di prevenzione dell’inquinamento dell’acqua

integrate con le politiche agricole per la riduzione dell’uso dei pesticidi.

Rispettare il principio di non nuocere all’ambiente

per l’uso irriguo, industriale e civile dell’acqua e assicurare l’internalizzazione del corso ambientale nella determinazione dei canoni di utenza dell’acqua pubblica a livello regionale.

Aderenti