Il punto di Giovannini
Legge di Bilancio rinunciataria, governo accolga le proposte delle parti sociali
13 novembre 2025
Nel corso della scorsa settimana si sono svolte le audizioni delle parti sociali, degli istituti di ricerca e della Banca d'Italia, sulla proposta di Legge di bilancio per il 2026 presentata dal Governo. Si tratta di una proposta, lo ha detto chiaramente il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, orientata alla stabilità finanziaria e al contenimento del deficit che dovrebbe consentire al nostro Paese di uscire dalla procedura di deficit eccessivo aperta dall'Unione Europea qualche anno fa.
Certamente si tratta di un obiettivo importante, ma, come è stato sottolineato in numerose audizioni, la Legge di bilancio è veramente rinunciataria su vari temi, nel senso che non affronta i nodi fondamentali delle debolezze del nostro sistema economico e sociale (né il degrado ambientale), e dunque lascerà sostanzialmente invariati i livelli di povertà e di disuguaglianza.
D'altra parte, è stato il Governo stesso, in sede di presentazione della proposta di legge, a fare la valutazione dell'impatto della Legge di bilancio sugli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) selezionati tra quelli che l'Istat normalmente produce ogni anno. Anzi, proprio oggi c’è stata la presentazione del rapporto Bes da parte dell'Istituto di Statistica, che segnala debolezze e problemi analoghi a quelli evidenziati dal Rapporto ASviS. Il Governo, in particolare, dice che nei prossimi tre anni la manovra sarà neutrale in termini di crescita economica, ma soprattutto che avrà un impatto zero sui livelli di povertà e di disuguaglianza, sull'abbandono scolastico che pure si è ridotto negli anni scorsi, ma che il governo prevede sostanzialmente stabile nei prossimi tre anni. La stessa cosa accade per la speranza di vita in buona salute e per altri indicatori di benessere, per esempio le emissioni di gas climalteranti, attese ridursi in misura marginale. Dovrebbero nuovamente aumentare i tempi della giustizia civile dopo la riduzione che, grazie agli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), si sono ottenuti negli ultimi anni.
Ora, ovviamente, come abbiamo spiegato nell'audizione dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) del 3 novembre, la stabilità finanziaria è un obiettivo importante. Ma non si può essere così rinunciatari sugli altri temi. Si sarebbe potuto, o si potrebbe ancora, essere più coraggiosi in termini di composizione delle entrate e delle spese. Qualcuno, in particolare l'Istat e la Banca d'Italia, hanno notato come la manovra sulle aliquote fiscali andrà più a beneficio dei redditi medio-alti, ancorché c'è una limitazione evidente della riduzione delle imposte verso redditi non da Paperoni, come direbbe qualcuno. Si potrebbe ridurre la platea dei beneficiari e concentrare la riduzione delle tasse su chi ha dei redditi bassi o medi. Si potrebbero ridurre fortemente i sussidi dannosi per l'ambiente e trasformarli in sussidi favorevoli all'ambiente, così da stimolare le imprese e le famiglie a investire, per esempio, per l'efficienza energetica e diminuire così i costi dell'energia. Si potrebbe incidere con maggiore decisione sull'insufficienza dei servizi pubblici, quelli che poi incidono sulla qualità della vita delle persone: ad esempio, tra le proposte dell'ASviS, c'è un intervento, non particolarmente costoso, sulle mense scolastiche per renderle gratuite per i bambini e le bambine meno abbienti, dal momento che spesso il pasto a scuola è l'unico adeguato che quei bambini e quelle bambine riescono ad avere nel corso della giornata. Insomma, si poteva e si potrebbe essere decisamente più ambiziosi.
Speriamo che il Governo recepisca almeno alcune delle proposte che sono venute dalle parti sociali per rendere questa Legge di bilancio più robusta, più efficace in termini del raggiungimento di quegli Obiettivi di sviluppo sostenibile su cui l'Italia è drammaticamente indietro. Si può fare? Sì, si può fare, vedremo se la volontà politica sarà coerente con questo obiettivo che può, in qualche modo, definire un futuro di sviluppo più equo e sostenibile per tutte e per tutti.
