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Innovazione e competenze: le leve strategiche per la transizione digitale dell’Italia
Per intercettare i nuovi lavori del futuro, i giovani devono sviluppare tre tipi di abilità: competenze digitali, soft skills e hard skills. Investimenti in R&D cruciali per le Pmi. Da una ricerca dell’European house – Ambrosetti. 26/9/24
“Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue” è il titolo del rapporto presentato al forum di Cernobbio da cui sono emerse importanti riflessioni sul futuro del lavoro e sulle competenze necessarie per affrontare le sfide dell’era digitale. Lo studio, realizzato da The European house - Ambrosetti in partnership con Philip Morris Italia, ha l’obiettivo di sviluppare un quadro di riferimento strategico che orienti le decisioni di medio e lungo periodo delle istituzioni e della business community sulle competenze necessarie per i lavori del futuro, alla luce dei più recenti trend tecnologici.
Le tre sfide principali per lo sviluppo dell’Italia
Il rapporto evidenzia tre sfide cruciali che l’Italia deve affrontare per promuovere il suo sviluppo economico e sociale:
- Digitalizzazione e produttività: la digitalizzazione è essenziale per migliorare la competitività e stimolare la crescita Tuttavia, l’Italia è in ritardo rispetto ai competitor internazionali, e accelerare questo processo è fondamentale per migliorare la produttività e il posizionamento del Paese nel panorama globale.
- Crisi demografica: il calo della popolazione, in corso da oltre un decennio, sta generando forti pressioni sul mercato del lavoro, sul sistema pensionistico e sul tessuto sociale. Contrastare questa crisi è cruciale per garantire una crescita sostenibile e inclusiva nel lungo periodo.
- Sostenibilità ambientale: la transizione verso pratiche sostenibili è fondamentale per rispettare gli obiettivi globali e mantenere la competitività economica. L’Italia deve adottare politiche che riducano le emissioni senza compromettere lo sviluppo economico.
I due abilitatori
La chiave per affrontare queste sfide risiede nello sviluppo di un nuovo paradigma chiamato “Società 5.0”, che pone gli umani al centro della sinergia tra innovazione tecnologica e sviluppo sociale. Questo concetto, essenziale per il futuro dell’Europa e dell’Italia, rappresenta il fondamento per realizzare le transizioni necessarie e affrontare le sfide globali.
Lo studio identifica innovazione e competenze come le due leve strategiche per una transizione di successo:
- Innovazione: trasforma le idee in prodotti, servizi e processi migliorati, contribuendo alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro. Per colmare il divario tecnologico e incrementare la produttività, l’Italia deve incentivare le imprese, in particolare le Pmi, a investire in ricerca e innovazione (R&D) e ad adottare tecnologie avanzate e sostenibili. Esiste infatti una correlazione positiva tra investimenti in R&D e crescita del Pil, con ricadute dirette su performance aziendali come vendite, redditività e occupazione.
- Competenze: l'innovazione non può prosperare senza un adeguato capitale umano. Competenze avanzate e conoscenze specialistiche sono essenziali per sviluppare e implementare soluzioni efficaci. In un contesto tecnologico in continua evoluzione, è fondamentale investire nell'istruzione e nella formazione continua per garantire l'aggiornamento costante delle competenze, rendendo possibile l’adozione delle nuove tecnologie.
DA FUTURANETWORK.EU - IL FUTURO DELL’EDUCAZIONE DIPENDE DA UN USO SENSATO DELLE TECNOLOGIE
Le competenze del futuro: verso l’industria 5.0
Il Rapporto sottolinea inoltre l'importanza di sviluppare tre categorie di competenze: formazione in ingresso come i percorsi educativi scolastici e universitari; formazione permanente come le attività formative per professionisti; competenze 5.0, essenziali per affrontare le sfide legate alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale e all'avvento dell'industria 5.0. Questo nuovo paradigma richiede una combinazione di soft skills, digital skills e hard skills.
Fonte: Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue
Tuttavia, in Italia esiste un serio problema di mancanza di competenze digitali: oltre la metà della popolazione non possiede competenze digitali di base e, per raggiungere gli obiettivi del Digital compass europeo, sarà necessario formare circa 15 milioni di adulti entro il 2030.
I nuovi ruoli lavorativi nell’era dell’AI
Con l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e della tecnologia, emergeranno nuove figure professionali sempre più richieste nei prossimi anni. Tra queste lo studio individua:
- Specialisti in AI in team multifunzionali: gestione di grandi quantità di dati e verifica dell’accuratezza e dei bias.
- Esperti legali e compliance in AI: Interpretazione delle normative sui dati, automazione ed etica dell'AI.
- Ruoli creativi AI/ibridi: uso dell’AI per innovare in settori come marketing e design industriale.
- Traduttori aziendali/tecnici: gestione delle iniziative AI all’interno delle organizzazioni.
- Esperti di sicurezza e privacy dell’AI: Protezione dei sistemi di AI e dei dati sensibili.
Un approccio integrato per il futuro dell’Italia
Per affrontare le sfide future, l’Italia deve adottare un approccio integrato che promuova sia l’innovazione che lo sviluppo delle competenze. Gli investimenti in ricerca e sviluppo e nell’adozione di tecnologie avanzate sono cruciali per colmare il divario tecnologico e migliorare la competitività delle imprese italiane. Tuttavia, questi investimenti devono essere accompagnati da un forte impegno nella formazione delle competenze, che rappresentano il motore del progresso e della competitività a lungo termine.
di Sofia Petrarca
Fonte copertina: European house Ambrosetti