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Ocse: l’economia globale rimane resiliente e l’inflazione diminuisce
Secondo le proiezioni, nel 2024 e nel 2025 il Pil salirà al 3,2%. L’Europa avanza ma lentamente, mentre Stati Uniti, Brasile, India e Uk si confermano solide. Attenzione all’impatto delle tensioni geopolitiche sui prezzi. 2/10/24
Nel primo semestre del 2024 l'economia mondiale ha continuato a crescere e contemporaneamente l’inflazione è diminuita. È quanto rileva l’Ocse nel suo Rapporto intermedio di settembre, dal titolo “L’economia mondiale è a un punto di svolta”. Segnali positivi di ripresa, dunque: il calo dell'inflazione dei prezzi al consumo ha sostenuto la spesa delle famiglie, bilanciando gli effetti negativi delle condizioni finanziarie restrittive e le incertezze derivanti dalla guerra in Ucraina e dai conflitti in Medio Oriente. Un trend, evidenzia l’analisi, che dovrebbe essere confermato anche per il 2025. Secondo le proiezioni, nel 2024 e nel 2025 si osserverà una stabilizzazione della crescita del Pil globale al 3,2%, accompagnata da un'ulteriore disinflazione, che dovrebbe passare dal 5,4% del 2024 al 3,3% nel 2025, mentre l'inflazione di fondo diminuirà dal 2,7% del 2024 al 2,1% nel 2025.
Le principali economie a confronto
La crescita è stata salda in molti Paesi del G20, tra cui Stati Uniti, Brasile, India, Indonesia e Regno Unito. Secondo le proiezioni, la crescita annua del Pil negli Usa subirà un calo, che sarà attenuato dall'allentamento della politica monetaria, con una crescita prevista del 2,6% nel 2024 e dell'1,6% nel 2025. Anche le previsioni per la Cina indicano un rallentamento della crescita, che scenderà al 4,9% nel 2024 e al 4,5 % nel 2025. Nella zona euro, la crescita del Pil dovrebbe attestarsi allo 0,7 % nel 2024 e all'1,3 % nel 2025, condizione sostenuta dalla ripresa dei redditi reali e dal miglioramento della disponibilità di credito. La Germania è l’unico Paese della zona euro che registra risultati meno favorevoli, con il Pil che passa dallo 0,1% del 2024 all’1% del 2025. In miglioramento la Francia, che passa dall’1,1% del 2024 all’1,2% del 2025 e l’Italia, che passa dallo 0,8% del 2024 all’1,1% del 2025. “L’Italia, sta facendo relativamente bene in questo momento, con una crescita molto vicina al suo potenziale”, ha detto il capo-economista dell’Ocse, Alvaro Pereira.
Il mercato del lavoro
Si allentano le tensioni nel mercato del lavoro. Il Rapporto evidenzia che il numero di posti di lavoro vacanti per lavoratore disoccupato è diminuito costantemente ed è attualmente tornato ai livelli pre-pandemia. Le indagini continuano ad evidenziare che le carenze di manodopera sono più contenute in molte delle principali economie avanzate. La disoccupazione è aumentata dello 0,5% o più anche in Argentina, Canada, Sudafrica, Turchia e Stati Uniti. Una situazione in parte dovuta al rallentamento della domanda che, a sua volta, frena la crescita dell'occupazione.
I rischi per il futuro
Le prospettive sono relativamente favorevoli ma occorre cautela, avverte il Rapporto. Le tensioni geopolitiche e commerciali potrebbero compromettere gli investimenti e generare un incremento dei prezzi delle importazioni. La crescita potrebbe subire un rallentamento più brusco del previsto a fronte del raffreddamento dei mercati del lavoro e gli scostamenti dall'atteso andamento regolare della disinflazione potrebbero provocare perturbazioni nei mercati finanziari. Tra gli aspetti positivi, la ripresa dei salari reali potrebbe imprimere uno slancio alla fiducia dei consumatori e ai consumi, mentre un ulteriore calo dei prezzi del petrolio a livello mondiale accelererebbe la disinflazione. Man mano che l'inflazione continua a scendere e le pressioni sul mercato del lavoro si allentano, dovrebbero proseguire i tagli ai tassi di riferimento, anche se la tempistica e l'entità delle riduzioni dovranno essere stabilite in funzione dei dati e valutate con attenzione.
Occorrono azioni fiscali incisive per garantire la sostenibilità del debito, lasciare ai governi un margine di manovra per reagire agli shock futuri e generare risorse per contribuire a far fronte alle future pressioni sulla spesa. Al fine di garantire la stabilizzazione dell'onere del debito, è fondamentale compiere maggiori sforzi per contenere la spesa e migliorare le entrate. È necessario, conclude il Rapporto, il rilancio di riforme del mercato dei prodotti che promuovano l'apertura dei mercati con dinamiche competitive sane. Un passo essenziale per incentivare una crescita economica più forte e sostenuta e attenuare le pressioni di bilancio sul lungo periodo.
di Tommaso Tautonico