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Phygital sustainability expo: la moda lancia un segnale verso la transizione ecologica inclusiva e l’innovazione
Sensibilizzare i consumatori e aiutare le aziende verso una moda sostenibile e attenta alle esigenze della società. Questo l’obiettivo dell’iniziativa ospitata ai Mercati di Traiano con la partnership dell’ASviS. 20/7/22
Si è da poco conclusa la terza edizione di Phygital sustainability Expo, l’iniziativa organizzata da Sustainable fashion innovation society con il supporto di ASviS, dedicata alla transizione ecologica del sistema moda e design attraverso l'innovazione tecnologica.
L’iniziativa dell’Expo e la sua mission. La due giorni, svoltasi lo scorso 11 e 12 luglio nella suggestiva cornice dei Mercati di Traiano – Museo dei Fori imperiali a Roma, rappresenta un nuovo format che ha l’obiettivo sia di accompagnare le aziende della moda nel percorso di raggiungimento della piena sostenibilità produttiva, sia di educare i consumatori a un approccio alla moda consapevole. All’evento, progettato e promosso da Valeria Mangani, presidente Sustainable fashion innovation society, hanno partecipato 70 brand, 56 espositori, 75 relatori e 16 aziende multinazionali. Un museo a cielo aperto in cui ogni elemento, dagli stand ai talk, è stato suddiviso in base agli Obiettivi dell'Agenda 2030: molti piccoli brand artigianali si sono distinti per aver reso la sostenibilità il loro caposaldo, grazie all’utilizzo di tecniche avanguardiste di riciclo, innovazione tecnologica e nanotecnologia.
L’ASviS al Phygital sustainability Expo. In qualità di partner dell’iniziativa, l’ASviS ha partecipato al panel dal titolo ‘Moda e Ambiente’ con l’intervento del coordinatore operativo Giulio Lo Iacono, il quale si è soffermato sull’impegno dell’Europa e dell’Italia in merito al raggiungimento di una visione integrata dell’Agenda 2030, a fronte del quadro complesso derivante dalla crisi climatica, dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Ė stata ribadita, inoltre, la responsabilità che anche le imprese devono investire in formazione e informazione alla sostenibilità: in Italia esistono molte realtà che esercitano, in modo ‘inconsapevole’, buone pratiche che non vengono comunicate correttamente all’esterno. Ottavia Ortolani, responsabile dei Progetti di comunicazione e advocacy, ha moderato, oltre al panel sopracitato sul tema "Moda e Ambiente", anche il successivo che si è focalizzato, invece, su "Moda e etica".
Tra i partecipanti, Alessandro di Majo, consigliere di amministrazione della Rai (media partner dell’iniziativa) con un intervento su Esg (ambiente, impatto sociale e governance) e sulla sostenibilità come parte fondamentale delle linee guida aziendali, e Maria Cristina Finucci, tra i firmatari dell’Agenda 2030 come presidente di The Garbage patch state, lo Stato di plastica dichiarato all’Unesco, diventata ‘portavoce’ di tutti quegli oggetti di plastica invisibili che sono finiti nell’oceano. Il suo progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone attraverso l’arte, con installazioni che rappresentano il grido di aiuto della terra.
La sfilata narrata. A conclusione della prima giornata della manifestazione, si è svolta la cosiddetta “sfilata narrata” in cui una voce fuori campo ha descritto le caratteristiche più innovative e sostenibili dei brand che modelle e modelli hanno indossato sfilando sulla millenaria passerella romana nella cornice dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano. La maggior parte dei capi che hanno caratterizzato l’edizione 2022 della sfilata erano abiti da sera per sfatare l’assunto che la moda sostenibile non sia elegante. Tra questi, ad esempio, il brand SHESIDE che ha presentato un abito lungo a motivi floreali che utilizza l’11,7% in meno di CO2 e -89% di acqua rispetto ad abiti in nylon cotone convenzionali.
Oltre a capi da sera, diversi costumi da bagno si sono alternati sulla passerella. È il caso del “birikini” presentato dal brand Made in Carcere, un bikini utilizzabile in 24 modi e realizzato da donne detenute che utilizzano lycra proveniente da pezzi di campionario o rimanenze di magazzino donate da aziende sensibili alla causa. Questo costume consente di recuperare molta materia prima che sarebbe diversamente destinata al macero e diffonde la filosofia della ‘seconda opportunità’ per le donne detenute che realizzano indumenti donando una ‘doppia vita’ ai tessuti.
Tra i materiali più innovativi e sostenibili presenti alla sfilata, le borse realizzate dal brand Livrea Movement create dalla “pelle” del cactus lanciata sul mercato dal brand Desserto con cui Livrea collabora: si tratta di un materiale che, pur rimanendo organico e sostenibile, offre un’elevata resistenza all’abrasione, allo sfregamento ed alla lacerazione. Inoltre, la produzione della pelle di cactus consente di risparmiare moltissimi litri d’acqua poiché la pianta sfrutta per nutrirsi la sola acqua piovana e i minerali presenti nel suolo. L’intera sfilata, infine, è stata accompagnata dalla musica di sottofondo “Vide Cor Meum” del compositore Patrick Cassidy, definita dalla Warner Music come una delle dieci più belle arie musicali di sempre.
La sfilata narrata e l’intera Phygital sustainability expo si sono rivelate, dunque, anche in questa nuova edizione, una via efficace per diffondere la cultura della sostenibilità e testimoniare i progressi che la moda e il design stanno compiendo per conseguire tutti i Goal, nessuno escluso, dell’Agenda 2030, dall’ambiente all’ambito sociale, passando per l’alimentare e il settore energetico.
Rivedi gli interventi dei panel moda e ambiente/moda
di Elisa Capobianco e Chiara Colucci