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Tagli agli asili nido, rete EducAzioni: “Così si creano famiglie di serie A e B”
Il Piano strutturale di bilancio di medio termine del Governo ha dimezzato la percentuale di copertura su base regionale. Una scelta che rischia di allontanarci dal target europeo e di aumentare le disuguaglianze territoriali. 30/10/24
L’obiettivo del Governo italiano, fissato con la Legge di bilancio 2022, di garantire entro il 2027 una copertura del 33% dei nidi d’infanzia su base locale, sia a livello comunale che di bacino territoriale, è stato messo in discussione nel recente Piano strutturale di bilancio di medio termine inviato a Bruxelles. È quanto osservato dalla rete EducAzioni, che riunisce numerose associazioni impegnate nella difesa dei diritti educativi tra cui l’ASviS, con un comunicato stampa rilasciato il 29 ottobre in cui emerge la preoccupazione che si creino così famiglie di serie A e famiglie di serie B.
Seppur distante dal target europeo del 45% fissato per il 2030, il Governo nel Piano ha dichiarato che gli stanziamenti consentiranno di raggiungere il 33% di copertura del servizio sul territorio nazionale, come previsto dalla normativa. Tuttavia, la tavola A VI.4 allegata al Piano ridimensiona questo obiettivo a un 15% di copertura su base regionale, rendendo ancora più incerto il raggiungimento del livello nazionale, e sono stati anche ridotti i fondi previsti per sostenere i costi di gestione. Tale riduzione non solo comprometterebbe le possibilità di raggiungere il nuovo obiettivo europeo, ma accentuerebbe le attuali disuguaglianze territoriali, penalizzando bambine e bambini del Mezzogiorno e delle aree interne, che già dispongono di una dotazione di servizi più limitata.
La rete EducAzioni esprime forte preoccupazione per quella che appare come una ridefinizione al ribasso del Livello essenziale delle prestazioni (Lep) per i nidi d’infanzia. Questo potenziale abbassamento contrasta con il diritto di bambine e bambini alle pari opportunità educative e con le politiche di sostegno alla natalità e all’occupazione femminile che il Governo dice di voler sostenere.
Già dal 2020 la rete EducAzioni aveva sostenuto una dettagliata proposta di ampliamento, rafforzamento e integrazione della copertura dell’offerta di servizi educativi e scolastici per i bambini tra 0 e 6 anni e degli interventi a sostegno della genitorialità, che teneva conto delle forti disuguaglianze territoriali nella dotazione di servizi 0-2 anni, peraltro confermata anche a ottobre dal Rapporto Istat sui servizi educativi per l’infanzia in Italia.
EducAzioni ha chiesto dunque un chiarimento urgente sulla effettiva volontà del Governo di mantenere gli impegni presi, e sui tempi e le scadenze effettive con cui questi saranno in concreto perseguiti.