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ASviS: ecco a che punto sono le Province italiane sulla sostenibilità
L’analisi dell’Alleanza mostra squilibri interni alle Regioni, con città che eccellono in innovazione, lavoro e servizi, mentre altre che continuano a essere frenate da ritardi strutturali in salute, istruzione e crescita economica. 18/12/25
A cinque anni dalla scadenza per l’Agenda 2030, il percorso dell’Italia verso uno sviluppo sostenibile continua a mostrare forti disomogeneità. Le differenze non si manifestano solo tra Nord, Mezzogiorno e Sud, ma anche all’interno delle stesse Regioni, dove eccellenze e criticità coesistono a distanza di pochi chilometri. È quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile Ets (ASviS) nell’ambito del Rapporto sui Territori 2025. Il lavoro valuta il posizionamento delle Province (escluse Trento e Bolzano) e delle Città Metropolitane italiane rispetto a 12 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e 44 indicatori elementari, selezionati in base alla loro disponibilità territoriale.
Nel complesso, le Province del Nord Italia tendono a collocarsi più frequentemente sopra la media nazionale, in particolare per i Goal legati al lavoro e alla crescita economica, all’innovazione, all’economia circolare e al contrasto alle disuguaglianze. La Città metropolitana di Milano si conferma la più vicina al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile: presenta infatti valori superiori o molto superiori rispetto alla media nazionale per otto Goal sui 12 presi in considerazione. Tuttavia, la distanza tra il capoluogo lombardo e il resto della Regione rimane ampia: solo la Provincia di Monza e Brianza ottiene risultati simili, mentre le altre città mostrano performance più discontinue. Anche nel Lazio il divario interno è profondo. La Città metropolitana di Roma Capitale registra valori superiori o molto superiori per sei Goal e non presenta criticità gravi per nessun Goal. Al contrario, le altre Province mostrano situazioni problematiche in diversi ambiti, in particolare salute, servizi idrici, innovazione e infrastrutture.
In Emilia-Romagna la situazione è complessivamente equilibrata: oltre alla Città Metropolitana di Bologna, che registra valori superiori o molto superiori alla media nazionale in sette Goal, anche Parma, Reggio Emilia e Modena ottengono risultati positivi. Anche gli ambiti di eccellenza e difficoltà sono simili a tutte Province della Regione: ottima la gestione dei servizi idrici, mentre più critica è la promozione di città sostenibile e di un’economia circolare. Omogeneo anche il quadro del Veneto, dove quasi tutte le Province raggiungono valori positivi per istruzione, parità di genere, servizi idrici e lavoro, mentre sono in ritardo nella tutela della biodiversità terrestre.
Nel Mezzogiorno e nelle Isole, invece, le problematiche hanno un carattere più strutturale. Quasi tutte le Province della Campania, della Calabria e della Sicilia presentano livelli critici per salute, istruzione, parità di genere, occupazione e innovazione. Le poche eccezioni riguardano alcuni aspetti ambientali, come la diffusione dell’energia rinnovabile, lo sviluppo di un’economia circolare e la tutela della biodiversità terrestre.
Il quadro delineato dall’ASviS vuole essere uno strumento per orientare investimenti e politiche pubbliche a livello locale, evidenziando gli ambiti in cui è necessario intervenire con urgenza e quali Province necessitano di maggiori risorse. Solo politiche mirate alle specificità di ciascun territorio permetteranno di realizzare l’Agenda 2030 senza lasciare nessuno indietro.
