Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie dal mondo ASviS

Suicidi e autolesionismo, la crisi silenziosa tra i giovani. Smartphone sotto accusa

Nel 2023, oltre 7mila persone hanno chiesto aiuto a Telefono Amico Italia per pensieri suicidari. Togliersi la vita è la seconda causa di morte tra i 10 e i 25 anni, evidenziando la necessità di prevenzione e interventi tempestivi.  25/9/24

mercoledì 25 settembre 2024
Tempo di lettura: min

Suicidi in aumento in Italia per tutte le fasce di età, in particolare in quella adolescenziale e, purtroppo, con una crescita maggiore tra i minori. Incremento del 60% dei casi di autolesionismo post-pandemia, con episodi che iniziano addirittura nella scuola primaria.  È sulla base di questi dati che l'Associazione culturale pediatri (Acp) ha lanciato un appello urgente affinché nei bilanci di salute dei medici vengano inserite indagini specifiche sul rischio suicidario e sui segnali di autolesionismo, considerato ormai una “anticamera del suicidio”.

A finire sotto accusa sono gli smartphone, per la loro capacità di creare una dipendenza comportamentale precoce, alimentata dal confronto con modelli irrealistici sui social e dall'esposizione a contenuti dannosi. Questo ha portato molti giovani a isolarsi, sperimentando sentimenti di inadeguatezza e ansia. Secondo gli esperti, non si tratta solo di dipendenza tecnologica: l'uso eccessivo dei dispositivi digitali toglie spazio ad attività ricreative sane, favorisce la sedentarietà e incrementa il rischio di disagi mentali. Non è un caso che dal 2013, anno in cui i prezzi degli smartphone sono scesi significativamente, si è verificato un aumento allarmante di comportamenti autolesionistici tra bambini e adolescenti. Fenomeno strettamente collegato all’uso prolungato dei dispositivi digitali e dei social media, e sostenuto dalla dipendenza tecnologica che si instaura già in età molto precoce.

A tutto ciò si è aggiunto l’effetto devastante della pandemia da Covid-19, che ha ulteriormente amplificato queste problematiche, come ben evidenziato da un’analisi della Fondazione Umberto Veronesi. L’isolamento forzato, la mancanza di interazioni sociali e la chiusura delle scuole hanno accentuato il disagio psicologico tra i giovani, già esposti ai rischi legati all'uso degli smartphone. Sebbene i suicidi non siano aumentati durante il lockdown, il peso psicologico di quel periodo ha avuto conseguenze a lungo termine che stanno emergendo oggi, con un aumento significativo dei disturbi dell'umore, di comportamenti autolesionistici e dei pensieri suicidari.

FOCUS. I suicidi in Europa tendono a diminuire, ma sulla prevenzione c’è ancora molto da fare

L’Agenda 2030 richiede una riduzione di un terzo entro la fine del decennio, ma non tutti i Paesi agiscono per prevenire gli atti suicidari. Italia sotto la media europea ma con un grave problema: le carceri. [Da FUTURAnetwork.eu12/10/23

I dati di Telefono Amico Italia

Il 20 settembre, in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, l'Associazione Telefono Amico Italia ha diffuso i dati 2023 che rivelano come i suicidi siano ormai la seconda causa di morte tra i giovani dai 10 ai 25 anni. Fenomeno si accompagna a una crescita allarmante dell'autolesionismo e delle richieste di aiuto.

Nel 2023 oltre 7mila persone si sono rivolte all’organizzazione per chiedere aiuto a causa di pensieri suicidari, propri o di un caro, segnando un aumento del 24% rispetto all'anno precedente. Nel 2024 si è osservata una leggera inversione di tendenza: nel primo semestre le richieste sono state 3.500, con un calo del 6,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, i numeri rimangono ben lontani dai livelli pre-pandemia, quando le chiamate annuali erano circa mille.
Il 75% delle richieste di aiuto è avvenuto tramite telefono, il 18% tramite chat WhatsApp e il 7% via e-mail. Sono i giovani a preferire la chat per chiedere supporto: il 25% delle richieste proviene da utenti tra i 19 e i 25 anni, mentre tra i giovanissimi (15-18 anni) rappresentano il 21%.

L'importanza di mezzi di contatto alternativi e anonimi è evidente soprattutto per le fasce più giovani, che faticano a esprimere il loro disagio attraverso canali più diretti come il telefono.
Parallelamente, i dati Istat confermano un incremento generale dei suicidi: nel 2021 si sono registrati 3.870 casi, rispetto ai 3.748 del 2020, con un aumento del 16% nella fascia d’età tra i 15 e i 34 anni.


DA FUTURANETWORK.EU - SOCIAL NETWORK E SALUTE MENTALE DEI GIOVANI: LA MAXI-CAUSA USA FARÀ DA APRIPISTA?


L'importanza della prevenzione

Telefono Amico Italia, pur avendo ampliato il proprio servizio (il numero nazionale 02 2327 2327 è attivo dalle 9 alle 24 assieme ai canali digitali dell’associazione), non può far fronte da sola alle crescenti richieste di aiuto. Per migliorare la prevenzione del suicidio, è necessario un approccio strutturale che coinvolga scuole, medici e istituzioni.

La formazione dei pediatri e dei medici di famiglia per riconoscere i segnali di disagio mentale può essere un passo cruciale. È altresì essenziale aumentare la sensibilizzazione pubblica tramite campagne informative e rendere più visibili i punti di assistenza, soprattutto nelle scuole.

Solo attraverso un dialogo aperto e la creazione di una rete di supporto a tutti i livelli è possibile contrastare questo tragico fenomeno.

Maurizio Pompili, professore di Psichiatria alla Sapienza di Roma, evidenzia l'importanza di un approccio multidisciplinare nella prevenzione del suicidio. L’attività si articola su tre livelli:

  1. prevenzione primaria, rivolta a tutta la popolazione, per aumentare la consapevolezza e ridurre lo stigma legato al suicidio;
  2. prevenzione secondaria, focalizzata sui gruppi più vulnerabili come i giovani e gli anziani;
  3. prevenzione terziaria, dedicata a chi ha già manifestato pensieri suicidari o ha tentato il

Campanelli d’allarme e come comportarsi: rompere il tabù del suicidio

Riconoscere i segnali di allarme è cruciale per prevenire tragedie. Frasi come "Non ce la faccio più" o "Vorrei morire", cambiamenti improvvisi nel sonno, nell'appetito, nell'isolamento sociale, o gesti simbolici come la donazione di oggetti personali, sono indicatori che non dovrebbero mai essere sottovalutati. Tuttavia, molti evitano di affrontare questi segnali per paura di parlare del suicidio, alimentando così il tabù che circonda il fenomeno.

Offrire un ascolto empatico e privo di giudizi è il primo passo verso un supporto concreto. In presenza di questi segnali, è fondamentale accompagnare la persona verso un professionista della salute mentale o indirizzarla a servizi di assistenza come Telefono Amico Italia. Rompere il silenzio su questo argomento delicato può contribuire a salvare vite, fare sentire meno solo chi soffre e sviluppare una maggiore consapevolezza e prontezza nell’affrontare il problema.

Leggi il documento di Fondazione Veronesi

 

Fonte copertina: wokandapix, da pixabay.com

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