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Come il Pnrr sta riducendo le disuguaglianze nella scuola italiana
Meno di una scuola su due dispone di una palestra, a svantaggio soprattutto del Sud, come avviene anche per le mense. Ma con gli investimenti del Piano e le giuste misure le cose potranno cambiare. L’analisi di Save the Children. 2/10/24
Le disuguaglianze educative, particolarmente accentuate nel Sud Italia, stanno trovando risposte concrete grazie agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Secondo l'analisi di Save the Children, nel rapporto "Scuole disuguali. Gli interventi del Pnrr su mense, tempo pieno e palestre", le risorse del Pnrr stanno contribuendo a colmare i divari nelle infrastrutture scolastiche.
Mense, palestre e tempo pieno migliorano la qualità dell'educazione e svolgono un ruolo cruciale nel ridurre la dispersione scolastica e promuovere l'uguaglianza sociale, offrendo maggiori opportunità soprattutto alle bambine e ai bambini provenienti da contesti svantaggiati.
Povertà educativa e abbandono scolastico: una minaccia per le aspirazioni del futuro
La povertà educativa è una condizione che limita le opportunità di apprendimento e sviluppo nell’infanzia e nell’adolescenza, ed è spesso strettamente legata alla povertà economica. In Italia, sono 1,3 milioni i minorenni che vivono in condizioni di povertà economica, una situazione che riduce le loro aspirazioni per il futuro. I bambini provenienti da famiglie con risorse limitate hanno infatti maggiori probabilità di abbandonare gli studi e ottengono risultati inferiori nelle competenze misurate a livello nazionale.
Un indicatore chiave della povertà educativa è la dispersione scolastica. In Italia, il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato prematuramente gli studi, un tasso tra i più alti d'Europa, superato solo da Romania (16,6%), Spagna (13,7%), Germania (12,8%) e Ungheria (11,6%). Tuttavia, esistono forti divari tra le Regioni italiane: Sardegna (17,3%), Sicilia (17,1%) e Campania (16%) sono tra le Regioni con i tassi di abbandono scolastico più elevati, mentre le Regioni del Nord e del Centro registrano tassi inferiori alla media nazionale.
Mense scolastiche: un pilastro per il tempo pieno e la lotta alla povertà educativa
Il Pnrr ha stanziato 1,075 miliardi di euro per costruire o ristrutturare circa mille mense scolastiche entro il 2026, con l'obiettivo di colmare le gravi disparità nell'accesso ai servizi di refezione scolastica. Attualmente, solo il 36,9% delle alunne e degli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado in Italia ha accesso al servizio mensa, a svantaggio soprattutto del Mezzogiorno.
Le province del Sud, come Agrigento, Catania e Palermo, registrano infatti percentuali di copertura inferiori al 10%, mentre nel Nord, province come Biella e Monza superano il 70%. Le disuguaglianze territoriali nell'accesso alla mensa scolastica limitano l'alimentazione sana delle bambine e dei bambini e ostacolano l'implementazione del tempo pieno, disponibile solo per il 28,1% delle classi a livello nazionale, con una maggiore concentrazione nelle Regioni del Centro-Nord.
Per questo motivo, più del 50% degli investimenti del Pnrr sulle mense si concentra nel Mezzogiorno. Oltre a migliorare l'accesso ai pasti sani ed equilibrati, queste misure pongono anche le basi per estendere l'orario scolastico, includendo attività extra-scolastiche, sportive e culturali, riducendo la dispersione scolastica e offrendo migliori opportunità educative.
Palestre scolastiche: spazi fondamentali per promuovere la salute e le relazioni sociali
Il Pnrr ha stanziato 300 milioni di euro per costruire o ristrutturare palestre scolastiche. Attualmente, solo il 46,4% delle scuole italiane dispone di una palestra, con forti disparità tra Nord e Sud. In particolare, nelle province del Sud, come Cosenza e Catania, meno del 25% delle scuole ha una palestra, mentre in alcune province del Nord, come Firenze e Prato, la percentuale supera il 60%.
Il 52% degli interventi del Pnrr destinati alle palestre si concentra nelle Regioni del Sud Italia, dove la mancanza di strutture sportive è più evidente. Questi investimenti mirano a fornire spazi adeguati all’educazione fisica e a promuovere una cultura dello sport inclusiva, capace di ridurre le disuguaglianze sociali e migliorare il benessere psicofisico degli studenti. Interventi essenziali per combattere la sedentarietà, che in Italia colpisce il 94,5% dei minori tra gli 11 e i 15 anni e offrire ai bambini opportunità di socializzazione e sviluppo fisico.
Fattori chiave per il successo degli interventi
Il buon esito degli investimenti del Pnrr dipenderà da un monitoraggio costante e da una distribuzione efficace delle risorse, soprattutto nel Mezzogiorno. Inoltre, Save the children chiede al Governo di avviare Piani integrati di educazione prioritaria nelle aree a più alto tasso di povertà educativa, di definire e finanziare Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) in materia di mensa scolastica e tempo pieno e di includere nel Piano strutturale di bilancio di medio periodo un piano organico di riforme strutturali e di investimenti strategici di medio periodo per garantire l’adozione dei Lep. Il Rapporto raccomanda politiche di lungo termine per migliorare le infrastrutture e garantire ambienti scolastici che favoriscano l'apprendimento e il benessere delle bambine e dei bambini. Solo con una visione a lungo termine si potrà infatti costruire un futuro equo per tutti i giovani.
Fonte foto di copertina e nel testo: “Scuole disuguali”, Save the Children, 2024