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Gas: arriva l’inverno più caro di sempre, bisogna puntare sull’efficienza energetica
Lo studio di Ecco: l’instabilità geopolitica riporta in alto le bollette italiane del gas. Tuttavia, non sono ancora state previste misure per calmierare i prezzi. Chi però vive in “classe A” paga fino al 65% in meno. 13/1/2025
L’inverno da poco iniziato si appresta a essere il più caro di sempre, almeno per quanto riguarda la bolletta del gas. Le previsioni elaborate da Ecco, il think tank italiano per il clima, non lasciano infatti spazio a troppe interpretazioni: i costi saranno “significativamente superiori” a quelli del periodo 2022-2023, nelle giornate più fredde per mantenere un’abitazione di 110 metri quadri a temperature confortevoli “si dovranno pagare circa 23 euro al giorno, rispetto ai 22 del 2022-2023 e ai 14 precrisi”.
Prezzo del gas: perché aumenta
Il principale motivo dell’aumento del prezzo del gas, ora a circa 48 euro a Megawattora, è l’instabilità geopolitica che caratterizza il periodo che stiamo vivendo. L’incertezza generata sul piano internazionale non ha però portato il governo a varare misure di sostegno per calmierare i prezzi per l’utente finale. Lo studio di Ecco non segnala infatti azioni legislative simili a quelle del passato, quando nel 2022-2023 avevano aiutato a ridurre i consumi, “soprattutto negli edifici con sistemi di riscaldamento centralizzato”. Tra queste ricordiamo le politiche di contenimento della domanda, che avevano sensibilizzato i cittadini al risparmio, e i provvedimenti legati alla riduzione dell’Iva e degli oneri di sistema (che avevano determinato un costo per il bilancio pubblico pari a 13 miliardi di euro).
Ma l’aumento consistente del prezzo del gas è anche dovuto a due fattori: un parco abitativo tra i più inefficienti d’Europa, e temperature più rigide, almeno fino a ora, rispetto a due anni fa. Per questo motivo, nel mese di novembre 2024 il settore civile ha consumato il 9% di gas in più rispetto al precedente anno. I dati però dimostrano che chi vive in una casa classificata in una fascia di efficienza energetica alta risente molto meno dell’aumento: una casa “classe A” paga una bolletta più bassa del 60-65% rispetto a chi vive in “classe G”. Ciò si traduce in un risparmio che può arrivare fino a 1400 euro l’anno.
Il think tank Ecco stima, inoltre, il costo della bolletta del gas per questo inverno per tre abitazioni tipo di 38, 70 e 110 metri quadrati (mq) in tre diverse città italiane: Milano, Roma e Palermo. Dall’analisi si evince che chi vive in un’abitazione di 70 mq in “classe energetica G” a Milano spenderà “circa 1403 euro, ossia +20% rispetto all’anno della crisi 2022-2023 (1171 euro) e +68% rispetto al periodo precrisi 2019-2020 (832 euro)”; a Roma “l’aumento arriva quasi a 430 euro rispetto all’inverno 2022-2023. Sono 635 euro in più rispetto al periodo precrisi”; mentre a Palermo “l’incremento sarà più lieve e varierà tra 50 e 210 euro rispetto all’inverno della crisi 2022-2023”.
È l’efficienza la soluzione di lungo termine
Anche quest’anno abbassare il termostato e ridurre il periodo di riscaldamento possono rappresentare soluzioni immediate per alleggerire il portafoglio, sostiene Ecco. Secondo il Decreto n. 383 del 2022, la temperatura interna degli edifici potrebbe infatti essere ridotta fino a 18 °C, una misura che, per un’abitazione di 110 mq a Roma, porterebbe il costo giornaliero da 16 a 13 euro, con un risparmio del 18% nel periodo novembre-marzo. Tuttavia, il Piano nazionale di contenimento dei consumi è stato sospeso, lasciando ai sindaci la possibilità di regolamentare autonomamente. A Roma, per esempio, è stato posticipato l’avvio della stagione del riscaldamento e abbassata la temperatura di 1 °C, mentre a Milano tali misure non sono state adottate.
Ma, oltre alle azioni temporanee, la vera sfida è implementare soluzioni di lungo periodo per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre la dipendenza dal gas. Tuttavia, sottolinea Ecco, la Legge di bilancio 2025 rischia di frenare questo processo, equiparando le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica a quelle per le ristrutturazioni generiche. A partire dal 2025, entrambe le tipologie di intervento avranno una detrazione del 50%, destinata a scendere al 36% negli anni successivi. Per Ecco si tratta di un approccio che penalizza le riqualificazioni energetiche profonde, le quali richiedono investimenti più elevati capaci, però, di generare benefici economici e ambientali significativi. Per sostenere l’efficienza secondo il think tank bisognerebbe dunque “mantenere l’ecobonus al 65%, dato che avrebbe lo stesso impatto in termini di spesa pubblica”.
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Non investire nell’efficienza significa inoltre esporsi ai rischi legati all’insicurezza energetica e affrontare costi sociali ed economici crescenti: maggiori spese per mitigazione e adattamento alla crisi climatica, perdita di competitività industriale e aggravio dei costi energetici.
L’assenza di incentivi nel settore, sostiene infine Ecco, rappresenta un’ulteriore freno agli investimenti privati, privilegiando interventi di ristrutturazione generica con basso valore aggiunto. Al contrario, promuovere l’efficienza energetica offre vantaggi concreti in termini di crescita economica (tra il 2021 e il 2022, il valore delle ristrutturazioni profonde è aumentato del 19,6%, con un incremento dell’occupazione del 3,8%), sostenibilità ambientale (riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento urbano) e risparmio energetico (costi più bassi per famiglie e imprese generano un impatto positivo sulla competitività del sistema economico).
Copertina: Pixabay