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I giovani trainano la sostenibilità: più informati e più esigenti verso le imprese
L’Osservatorio Sodalitas analizza percezioni e aspettative dei cittadini italiani sulla sostenibilità sociale d’impresa. Lavoro, clima e salute le priorità. Le aziende devono migliorare impegno e comunicazione. 19/3/2025
Sebbene il concetto di sostenibilità sia familiare alla maggior parte degli italiani, solo il 19% si dichiara realmente competente in materia. In particolare, l’Agenda 2030 e i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile restano poco noti: più della metà degli intervistati ne ha sentito parlare, ma non ne conosce i contenuti, mentre quasi un terzo non ne ha mai sentito parlare. Appare dunque utile e opportuna un’azione informativa che consenta di passare da una conoscenza approssimativa a una conoscenza più precisa. I giovani sono i più preparati.
Questi alcuni dei messaggi emersi dal 3° Rapporto dell’Osservatorio Sodalitas sulla sostenibilità sociale d’impresa, dal titolo “Il valore competitivo della sostenibilità sociale”, realizzato con il contributo di Intesa Sanpaolo e la collaborazione di Walden Lab e presentato il 17 marzo 2025 presso Assolombarda. La ricerca, condotta su un campione di mille persone rappresentativo della popolazione italiana, analizza la percezione e le aspettative dei cittadini italiani sulla sostenibilità sociale e il ruolo delle imprese.
Lavoro, clima e salute: le priorità per le cittadine e i cittadini
Secondo l’Osservatorio, gli italiani pongono il benessere economico al primo posto tra le priorità della sostenibilità sociale, con un forte focus su salari equi, sicurezza sul lavoro e conciliazione vita-lavoro, particolarmente rilevante per le nuove generazioni.
Il cambiamento climatico, visto come una minaccia diretta alla qualità della vita, si trova al secondo posto tra le questioni da affrontare in via prioritaria. I cittadini chiedono alle imprese misure concrete per ridurre le emissioni, migliorare la gestione dei rifiuti e adottare energie rinnovabili, riconoscendo l’impatto sociale delle crisi ambientali.
Anche la salute è una priorità, con un’attenzione crescente all’accesso alle cure e alla sicurezza negli ambienti di lavoro. Le imprese sono riconosciute come attori chiave e i cittadini chiedono un impegno più concreto e trasparente.
I giovani: i più informati ed esigenti
La fascia 18-24 anni è la più consapevole e informata sulla sostenibilità: il 30% conosce il tema (contro il 19% della popolazione generale) e il 40% ha familiarità con l’Agenda 2030 (vs. 16%). L’84% ha ricevuto formazione sulla sostenibilità, principalmente a scuola o all’università, il doppio rispetto alla media (42%).
I giovani danno priorità a clima, parità di genere (è il divario più ampio, 44% vs. 30%) e consumo responsabile. Sono anche i più critici verso le imprese, chiedendo azioni concrete per riduzione delle emissioni, efficienza energetica e rispetto dei diritti umani. Ritengono che la sostenibilità influenzi sia la reputazione aziendale (62% vs. 52%) sia le scelte d’acquisto (59% vs. 44%).
Prediligono social media (65% vs. 45%) e passaparola (31% vs. 20%) per informarsi e, sebbene siano già i più informati, vogliono ancora più notizie su sostenibilità ambientale e sociale. Sul lavoro, chiedono stipendi equi, parità di genere (38% vs. 22%) e conciliazione vita-lavoro, oltre a maggior supporto per giovani e immigrati.
Aziende sotto esame: serve più impegno e trasparenza
Le imprese sono percepite come il terzo attore più influente nella sostenibilità sociale, dopo Governo e istituzioni europee. Solo il 15% dei cittadini, però, ne valuta positivamente l’operato, un divario che evidenzia una distanza tra aspettative e azioni concrete.
I cittadini chiedono alle aziende, dal punto di vista della sostenibilità sociale, maggiore impegno nel rispetto dei diritti dei lavoratori (indicato dal 58% dei rispondenti), del loro benessere (46%) e nell’integrità (42%), come elementi fondamentali per rafforzare la fiducia nel mondo imprenditoriale.
Sul fronte ambientale, le richieste puntano a migliorare la gestione dei rifiuti (importante per il 70% del campione), ridurre le emissioni (65%) e adottare energie rinnovabili (60%).
L’efficacia di queste iniziative dipende anche dalla capacità di comunicarle in modo chiaro e credibile. Al momento, molte imprese faticano a far percepire il proprio impegno, con una comunicazione spesso poco credibile, incompleta e poco chiara. Secondo il Rapporto, una comunicazione più strategica sulla sostenibilità sociale può migliorare la percezione pubblica e rafforzare la reputazione aziendale. Le imprese che sapranno integrare la sostenibilità in modo autentico e trasparente nelle proprie strategie risponderanno alle esigenze della società e otterranno anche un vantaggio competitivo significativo sul mercato.
La sostenibilità come vantaggio competitivo
Le aziende che dimostrano un impegno concreto ottengono benefici in termini di reputazione e fidelizzazione dei consumatori, con un impatto diretto sulle scelte di acquisto. Il 40-45% degli italiani dichiara che l’impegno di un’azienda nella sostenibilità sociale e ambientale influenza la scelta della marca al momento dell’acquisto. Per essere efficace, però, la sostenibilità deve essere comunicata in modo chiaro e credibile.
La sostenibilità rappresenta un vantaggio competitivo anche per attrarre talenti: le nuove generazioni valutano con attenzione i valori delle imprese e tendono a preferire aziende con una chiara responsabilità sociale e ambientale.
I canali di informazione e il ruolo dei dipendenti
I canali più utilizzati dai cittadini per conoscere le iniziative di sostenibilità delle imprese non sono quelli aziendali: solo il 12% visita i siti web aziendali e appena l’8% consulta il bilancio di sostenibilità.
Radio e televisione sono i mezzi principali di informazione per il 49% degli italiani, seguiti dai social media con il 45%. Il passaparola tra amici e conoscenti rappresenta un ulteriore canale di informazione: il 20% degli intervistati dichiara di ricevere notizie sulla sostenibilità aziendale direttamente da chi lavora in un’azienda. Questo conferma quanto sia strategico coinvolgere i dipendenti come ambasciatori della sostenibilità.
di Moniza Sozzi
Copertina: 123rf