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Elezioni: il decalogo ASviS da sottoscrivere per un’Italia davvero sostenibile
L’Alleanza ha presentato alle forze politiche dieci proposte per i programmi elettorali che orientino le attività della prossima legislatura verso lo sviluppo sostenibile. Il manifesto è aperto anche alle firme della società civile. [VIDEO] 10/8/22
Accelerare la transizione ecologica; attuare politiche coerenti nel rispetto della Costituzione; analizzare puntualmente gli scenari futuri; promuovere giustizia, trasparenza e responsabilità; integrare la sostenibilità nel funzionamento del parlamento; garantire maggiore equità tra i territori; ridurre le disuguaglianze di genere, territoriali e generazionali; assicurare a tutte e tutti i diritti di cittadinanza; tutelare la salute con un approccio integrato; promuovere la pace, la giustizia e il multilateralismo a livello globale. Sono questi, in sintesi, i concetti chiave su cui si articolano le dieci azioni che l’ASviS propone di sottoscrivere alle forze politiche che si presentano alle prossime elezioni, affinché lo sviluppo sostenibile venga inserito nei programmi e diventi un argomento centrale della campagna elettorale.
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“La prossima legislatura sarà cruciale per consentire all’Italia di conseguire i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, realizzando le misure attuative concordate con l’Unione Europea per accedere alle ingenti risorse finanziarie che possono condurre il Paese verso un percorso di sviluppo sostenibile sul piano economico, ambientale e sociale”, hanno affermato i presidenti dell'ASviS Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini. “Questa improvvisa campagna elettorale estiva rischia di aumentare il già elevato tasso di astensionismo e di indurre le forze politiche a concentrare i propri messaggi su questioni di breve termine. Sono due rischi che la società civile italiana sta affrontando, su cui l’ASviS, insieme ai suoi oltre 320 aderenti, ritiene necessario richiamare l’attenzione dei politici, proponendo soluzioni per orientare il nostro Paese verso uno sviluppo sostenibile, equo e inclusivo”.
L’ASviS ricorda che il giorno delle elezioni, il 25 settembre 2022, si celebrerà il settimo anniversario dell’approvazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Una coincidenza importante: siamo ormai a metà del percorso con cui l’Italia si è impegnata, insieme ad altre 193 nazioni dell’Onu, a perseguire un modello di sviluppo migliore. L’iniziativa dell'ASviS intende dare forza alle molte voci che si sono levate dalla società civile in questi giorni (ricordiamo tra l’altro la lettera aperta degli scienziati sul clima) per chiedere ai partiti programmi e impegni orientati non solo al breve termine, ma a una visione dell’Italia in grado di affrontare le grandi sfide del futuro. Come già accaduto prima delle elezioni legislative del 2018, l’ASviS ha lanciato perciò un appello affinché il tema sia adeguatamente considerato dall’elettorato e dai partiti. Per promuovere il decalogo l’ASviS ha inoltre indetto una campagna di sensibilizzazione, invitando la società civile a sottoscrivere il decalogo sulla piattaforma Change.org.
“Molte delle proposte che abbiamo formulato nel 2018 sono diventate realtà”, hanno spiegato Mallen e Stefanini, “come il richiamo alla tutela dell’ambiente e alla giustizia intergenerazionale inserito nella Costituzione grazie a un ampio consenso parlamentare e la trasformazione del Comitato interministeriale per la Programmazione economica (Cipe) in Comitato interministeriale per la Programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess). Oggi, anche grazie al lavoro dell’ASviS, il concetto di sostenibilità è divenuto centrale nel dibattito pubblico, nelle strategie delle imprese, nell’azione della società civile, nelle scelte quotidiane delle persone. Ma non basta. Le diverse crisi in atto hanno rallentato l’attuazione dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 in Italia”.
“Per invertire la tendenza bisogna compiere presto nuovi passi in avanti. Le rappresentanti e i rappresentanti della cittadinanza nella nuova legislatura dovranno sforzarsi di far proseguire le politiche attuative avviate in nome dell’Agenda 2030, l’architrave dello sviluppo dell’Italia e dell’Unione europea, andando oltre a quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)” hanno concluso Mallen e Stefanini, “le forze politiche dimostrino una visione del futuro saldamente ancorata agli Obiettivi globali, impegnandosi a coinvolgere la società civile per rispondere alle domande di sostenibilità che emergono in particolare dalle giovani generazioni. Per questo con l’ASviS chiediamo ai partiti e ai movimenti che partecipano alla campagna elettorale di assumere pubblicamente l’impegno a operare per conseguire l’Agenda 2030 attraverso dieci azioni, tutte di eguale importanza, selezionate tra le proposte che saranno contenute nel Rapporto ASviS 2022, considerando la scelta per la sostenibilità dello sviluppo non come un lusso ma come la chiave di volta fondamentale per uscire dalle crisi che stiamo vivendo e garantire un benessere durevole nel tempo”.
Si parlerà di decalogo ed elezioni anche nel prossimo ASviS Live (12 settembre), un incontro aperto a tutte le forze politiche per analizzare in maniera seria e costruttiva le modalità con cui i temi dello sviluppo sostenibile vengono affrontati durante la campagna elettorale.
L'iniziativa ASviS "Dieci idee per un'Italia sostenibile" è stata sostenuta anche da Unric Italia, che in un articolo ha ricordato inoltre, attraverso le parole del portavoce del Segretario Generale Onu Stephane Dujarric, il ruolo fondamentale della scienza per la definizione di politiche di sviluppo sostenibile: ”la comunità scientifica è stata essenziale nel tracciare la mappatura dell’enorme portata degli impatti climatici che già stanno colpendo duramente in ogni Paese e che sono sicuramente destinati a peggiorare senza azioni molto piu’ audaci a sostegno del clima. Come ha affermato il Segretario Generale, sta ai Paesi del G20 guidare questo cammino. Una solida base di prove scientifiche è anche vitale per informare il processo decisionale dei leader politici e imprenditoriali e per definire le gravi conseguenze umane dell’inazione o del ritardo sull’azione a favore del clima".
di Niccolò Gori-Sassoli e Flavio Natale