Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie dal mondo ASviS

Famiglie con disabilità: la rete informale compensa l’assenza delle istituzioni

In Italia 2,3 milioni di famiglie hanno almeno una persona con limitazioni gravi. Un’analisi di Cbm rivela il forte legame tra disabilità e povertà e offre spunti per promuovere inclusione e diritti negati.  28/12/23

giovedì 28 dicembre 2023
Tempo di lettura: min

Per la prima volta in Italia uno studio indaga in modo sistematico le connessioni tra la condizione di disabilità e l'impoverimento economico e culturale, per fornire informazioni utili per ideare interventi di welfare sociale e lavorativo, aumentare la consapevolezza dei diritti delle persone con disabilità e ampliare la cultura dell'inclusione.

La ricerca “Disabilità e povertà nelle famiglie italiane”, realizzata da Cbm Italia in collaborazione con la Fondazione Zancan e pubblicata a dicembre, mette in evidenzia come disabilità e povertà siano condizioni che si rafforzano a vicenda, contribuendo ad aumentare la vulnerabilità e l'esclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

In base ai dati Istat, l'incidenza della povertà assoluta in Italia è significativamente aumentata negli ultimi anni, raggiungendo un livello record nel 2022 con oltre 5,6 milioni di persone e 2,18 milioni di famiglie coinvolte. I dati mettono anche in evidenza come le persone con disabilità e le loro famiglie presentino un maggiore rischio di povertà o di esclusione sociale.

Lo studio di Cbm quantifica la dimensione del fenomeno della povertà tra le persone con disabilità e le loro famiglie nel corso del 2023, considerando anche le differenze territoriali, attraverso un dialogo con quasi 300 persone con disabilità residenti in tutta Italia. Tra queste, 57 persone o famiglie si sono rese disponibili per un approfondimento qualitativo.

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L’approccio partecipativo compensa l’assenza delle istituzioni

 Tra i risultati più significativi emersi c’è la forte correlazione tra la condizione di disabilità e il disagio economico soggettivo percepito dalle persone coinvolte. Le risposte evidenziano anche un chiaro e generalizzato senso di abbandono da parte delle istituzioni.

La famiglia svolge un ruolo fondamentale nel sistema di welfare italiano, equiparabile o addirittura superiore a quello dello Stato, soprattutto per quanto riguarda la protezione delle persone con disabilità. In Italia, circa 2,3 milioni di famiglie hanno almeno una persona con limitazioni gravi, e queste famiglie spesso si affidano a una rete informale di aiuti, in cui la figura femminile ha un ruolo centrale.

In circa il 37% dei casi, c'è una sola persona che si occupa della cura della persona con disabilità, nel 35% dei casi sono due. In quasi un caso su quattro (23%), la madre è l'unica figura che si prende cura della persona con disabilità. Tra coloro che sono stati coinvolti nello studio, nel corso degli ultimi 12 mesi, il 44% ha frequentato un centro diurno; il 17% ha ricevuto un aiuto economico; il 16% ha beneficiato del sostegno per l'inserimento lavorativo; il 15% ha ricevuto ausili come carrozzine, deambulatori, occhiali, bastoni tattili; il 12% ha usufruito dell'assistenza integrativa scolastica; l'8% ha beneficiato del reddito di cittadinanza.

Inoltre, il 21% (29% al Centro-Nord e 16% nel Mezzogiorno) non ha ricevuto nessun altro intervento pubblico (esclusa l'assistenza domiciliare), il 49% ne ha ricevuto solo uno e il 30% ha ricevuto due o più aiuti.

Anche per questo, le famiglie spesso finiscono per mettere a disposizione le proprie competenze e capacità per supportare gli altri nella comunità, dando vita al potenziale di "concorso al risultato" che le famiglie stesse possono offrire per gestire la condizione di disabilità e povertà in modo costruttivo e fiducioso.

In quest’ottica viene infatti sottolineata l'importanza di un approccio partecipativo e di una comunicazione mirata per valorizzare le risorse delle famiglie con persone disabili. Il suggerimento è quello di di promuovere strumenti e approcci partecipati a livello locale, al fine di conoscere e condividere le risorse delle famiglie nelle reti comunitarie e istituzionali di riferimento.

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Quattro raccomandazioni per un futuro migliore

Nell’ultima sezione lo studio individua alcune indicazioni utili per orientare servizi e attività rivolte alle persone con disabilità e alle loro famiglie: spunti per ulteriori approfondimenti o come parte di una strategia complessiva per costruire un futuro migliore. Ecco le quattro più rilevanti:

  • abbattere i "muri" che isolano: promuovere una maggiore inclusione sociale e superare le barriere che isolano le persone con disabilità e le loro famiglie;
  • investire in servizi “promotori di umanità”: migliorare l'offerta di servizi socio-assistenziali e sanitari, garantendo una copertura adeguata e di qualità;
  • riconoscere e valorizzare le capacità di ogni persona: spostare l'attenzione dal deficit alla valorizzazione delle capacità e delle risorse delle persone con disabilità;
  • promuovere le opportunità inclusive per la vita e il lavoro: è necessario favorire l'inclusione delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita, compreso quello lavorativo.

 

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Fonte copertina: romanzaiets, da 123rf.com

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