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Per le imprese la sostenibilità è già oggi un presupposto per lo sviluppo
Cronaca del convegno di Milano. Il ministro Galletti: un nuovo assetto istituzionale per coordinare meglio le strategie del governo.
Il contributo del settore privato al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 è il tema dell’incontro che l’ASviS ha promosso oggi a Milano, all’UniCredit Pavilion, nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile. Il dibattito di apertura è stato moderato da Francesco Manacorda, giornalista di Repubblica.
Il presidente di UniCredit Giuseppe Vita ha dato il benvenuto ai partecipanti sottolineando che il Pavilion è stato realizzato con i più avanzati criteri di sostenibilità. Ha sottolineato in particolare l’importanza dell’internazionalizzazione e dell’integrazione europea, su progetti specifici, come è stato l’Airbus a cui l’Italia purtroppo non ha partecipato. Le difficoltà del rapporto con gli Stati Uniti, messe in evidenza del G7 di Taormina, e la Brexit devono essere uno stimolo per ripartire in Europa e UniCredit si pone come partner dell’ASviS per dare concretezza agli obiettivi di sostenibilità.
Il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini ha sottolineato che l’Alleanza ha alimentato un percorso che consente di far crescere esperienze significative e che vuole contribuire a cambiare l’agenda pubblica. L’obiettivo è ora quello di costruire una piattaforma strategica per destinare idee e risorse allo sviluppo sostenibile, facendo di ASviS uno strumento agile e competente per far sì che mondi lontani possano dialogare tra loro.
Il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini nella sua relazione ha citato alcuni dati che evidenziano come il mondo del business è già oggi attento ai temi dello sviluppo sostenibile: l’87% dei capi impresa intervistati daGlobal Compact – Accenture conosce gli SDGs e li considera un’opportunità essenziale per il business; anche limitando l’indagine a quattro sistemi economici (cibo e agricoltura, energia e materie prime, città, salute e benessere), il raggiungimento degli SDGs creerebbe dodici miliardi di dollari di opportunità di mercato); a livello globale, alla fine del 2016 sono 22,9 mila i miliardi di dollari che vengono gestiti professionalmente seguendo strategie di investimento responsabili.
Prima del dibattito dedicato a “Sostenibilità 4.0: le imprese e la finanza per lo sviluppo sostenibile”, i rappresentanti delle associazioni hanno sottoscritto il Patto di Milano: "Le imprese italiane insieme per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile".
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha esordito osservando che nella quarta rivoluzione industriale le politiche di sostenibilità non sono più un vincolo, ma una leva di competitività. A livello di governo, ha detto Galletti, avremo una politica di sviluppo sostenibile quando il tema non riguarderà più il ministero dell’Ambiente, ma tutti i ministeri. C’è un problema di governance, che il ministero non può risolvere, pur avendo acquisito maggiori poteri. Oggi abbiamo diverse elaborazioni strategiche: la Strategia energetica nazionale, recentemente presentata in Parlamento; la Strategia di sviluppo sostenibile, che si vuole portare in Consiglio dei ministri entro la fine della legislatura, la Strategia contro i cambiamenti climatici che sarà presentata entro fine anno. “Vorrei”, ha detto Galletti, “che queste strategie confluissero in un unico documento messo a disposizione del nuovo Comitato interministeriale che secondo me dovrà nascere sotto il coordinamento della presidenza del Consiglio”.
Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, in un videomessaggio, ha dichiarato di vedere con favore il fatto di mettere lo sviluppo sostenibile al centro della politica industriale. Ovviamente c’è da affrontare anche un cambiamento di mentalità dei consumatori che devono guardare non solo al prezzo e alla bellezza del prodotto, ma anche al fatto che sia stato realizzato rispettando i criteri della sostenibilità.
Intervenendo nel dibattito, Luigi Abete, presidente della Federazione banche, assicurazioni e finanza, ha detto che il tema oggi è “dare priorità all’interno della sostenibilità, cioè mettere ordine in un processo di crescita nel quale la sostenibilità è un presupposto”. Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria, ha sottolineato che, anche se le grandi imprese fanno da driver naturale verso la sostenibilità, le piccole hanno comunque dovuto affrontare la crisi ricercando nuove forme di ottimizzazione produttiva tra cui la razionalizzazione energetica. Ha poi messo in evidenza l’importanza del tema education perché i programi Industry 4.0 richiedono personale formato e proiettato verso il futuro.
Paolo Ferrè, membro di giunta della Confcommercio, ha avvertito che si deve fare attenzione al rischio che l’innovazione digitale, se usata male, tolga al consumatore la capacità di dialogo con chi gli fornisce il prodotto. Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza cooperative italiane, ha avvertito che un patto per lo sviluppo sostenibile non può essere limitato al settore produttivo. “Se il modello portasse a un aumento delle diseguaglianze, non potremmo parlare di società sostenibile”. Secondo Scanavino, presidente della Confederazione italiana agricoltori, ha messo in evidenza l’importanza dell’agricoltura nei target degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. “La sfida è ora di produrre più cibo con minor impatto sul Pianeta.
Daniele Vaccarino, presidente della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, ha sottolineato le sfide aperte, per esempio nell’agroalimentare a chilometro zero e nell’edilizia sempre più impegnata nella rigenerazione urbana. “Le associazioni devono trasformarsi in soggetti in grado di dare direttive per il processo di adeguamento allo sviluppo sostenibile”.
Nella seconda parte della mattinata, moderata da Laura La Posta del Sole 24 Ore, si è parlato delle “Imprese italiane campionesse di sviluppo sostenibile”. A primo panel hanno partecipato Eric Ezechieli (Cofondatore e Condirettore, Nativa), Stefania Lallai (CSR Manager Network), Giovanni Ronca (Co-Head Italy, UniCredit), Ivan Lo Bello (Presidente, Unioncamere).
Nel successivo panel sono intervenuti Maximo Ibarra (Amministratore Delegato, Wind Tre), Flavia Micilotta (Executive Director, Eurosif), Carlo Tamburi (Direttore Generale, Enel Italia), Pierluigi Stefanini (Presidente, Gruppo Unipol).
Nella sua breve conclusione, Giovannini ha ripreso un concetto di Ibarra: “Cocreare lo sviluppo contemporaneo”. Condividere cioè con tutti, ma in particolare con le nuove generazioni, l’impegno a cercare un nuovo paradigma di sviluppo che “sostituisce quello cìvecchio che è ormai in soffitta”.
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Leggi il comunicato stampa
La presentazione di Enrico Giovannini
Il Patto di Milano: "Le imprese italiane insieme per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile" (aggiornato settembre 2020)
L'intervento del ministro Calenda
di Donato Speroni