Notizie dal mondo ASviS
Valore delle nuove generazioni non riconosciuto, gli effetti raccontati nel Policy brief presentato all’evento. Pisani (Cng): abbassare età minima per elezione. Ministro Abodi: c’è sfiducia nella politica, dobbiamo mostrarci affidabili. [VIDEO] 23/2/24
Due anni dopo l’inserimento in Costituzione del principio di giustizia intergenerazionale, i cambiamenti nelle politiche pubbliche tardano a manifestarsi: serve una svolta per dare ai giovani maggiori opportunità e diritti. È quanto emerso dall’ASviS live “La giustizia tra generazioni: dalla modifica della Costituzione alla pratica”, che si è svolto giovedì 22 febbraio nel Salone della Biblioteca Casanatense a Roma e in diretta streaming. In occasione dell’evento, moderato dalla giornalista del Tg1 Elisa Anzaldo, è stato presentato il Policy brief ASviS “La partecipazione democratica giovanile: problemi attuali e possibili soluzioni”, a cura dei Gruppi di lavoro sul Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” e delle organizzazioni giovanili. L’incontro ha segnato anche l’ottavo anniversario dell’Alleanza e per l’occasione sono state diffuse diverse pubblicazioni sulla storia dell’Alleanza e sul percorso da seguire verso il 2030, oltre a un breve video riepilogativo delle attività.
Dopo il saluto di Cristiana Aresti, direttrice della Biblioteca Casanatense, ha aperto i lavori la presidente dell’ASviS Marcella Mallen: “Il riferimento all’interesse delle future generazioni va a cogliere esattamente il significato di sviluppo sostenibile. È una modifica che deve determinare un profondo cambiamento di politiche e comportamenti pubblici. Lo dico con una certa amarezza: questi cambiamenti ancora non si vedono, la politica non sta realizzando le azioni necessarie per far crescere la partecipazione giovanile alla vita pubblica”. Per Mallen dalle fragilità della democrazia rappresentativa può attivarsi un percorso di rigenerazione: “La partecipazione è una sfida aperta, che deve partire dai territori. Bisogna continuare a lavorare insieme, società civile e istituzioni, per accelerare la transizione verso la sostenibilità e salvaguardare i diritti fondamentali come il diritto al futuro”.
Il contesto sociale nel quale vivono le giovani generazioni è teso, contrappositivo, ha osservato Remo Lucchi, presidente dell’Advisory board di Eumetra, presentando la ricerca “Giovani, etica e ambiente. Benessere e sostenibilità”. Aumenta la distanza tra i cosiddetti Anywheres (adulti che vivono in una situazione di benessere) e i Somewheres (giovani più lontani dal benessere). E l’assenza di benessere tra i segmenti più giovani influenza in modo negativo il loro atteggiamento verso lo sviluppo sostenibile, con risvolti anche sui temi dell’inclusione. I dati sulla salute mentale, ha proseguito Lucchi, dicono che “un 47% di persone sta male e un 27% sta malissimo, concentrato massimamente nei segmenti giovanili”. Ma c’è un altro dato su cui riflettere: la correlazione tra l’impennata dell’istruzione media superiore registrata in Italia negli ultimi 20 anni e il basso livello di frequentazione delle università. “La soluzione è aiutare i giovani a completare la formazione. Bisogna cambiare la scuola, non la scuola obbligatoria, ma la scuola desiderabile. Non bisogna umiliare e paralizzare i giovani”, ha sottolineato Lucchi.
Filippo Salone, co-coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 16, ha aperto il primo panel richiamando il tema della cittadinanza, perché “sviluppo sostenibile vuol dire pieno godimento della cittadinanza e questo non è del tutto garantito”. Ha illustrato poi i dati del nuovo Policy brief (foto sotto), che fotografa un alto astensionismo elettorale giovanile (il 42% della fascia 18-34 anni non ha votato alle elezioni politiche 2022) e una diffusa sfiducia nella politica (il 77% dei 14-34 anni assegna un voto insufficiente ai partiti). “Il tema sono le aspettative disilluse, tradite. C'è la volontà di partecipare, con forme più contemporanee. Il decisore pubblico non ha messo degli ostacoli, ma è rimasto fermo”, è stata la sua analisi. Tra le proposte principali dell’ASviS: consentire, fin dalle prossime elezioni europee e amministrative, il voto a distanza (“Bene l’emendamento presentato al Senato”), e aumentare e rendere stabili i fondi per il Servizio civile universale (“Potrebbe essere previsto un fondo strutturale”).
Policy brief ASviS: analisi e proposte per la partecipazione democratica giovanile
Politica distante e inaccessibile per molti giovani. Per avvicinarli alle istituzioni voto a distanza, potenziamento del Servizio civile e valutazione dell’impatto generazionale delle leggi. Le raccomandazioni del documento. 22/2/24
“Siamo in un periodo di frustrazione e disillusione, alcuni giovani si distaccano, sono più disinteressati, per questo la formazione è importante”, ha dichiarato Maria Vittoria Dalla Rosa Prati, coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS “Organizzazioni giovanili”, aggiungendo che la riforma costituzionale va accompagnata da “un metodo di valutazione delle politiche basato sui dati, ad esempio l’Europa usa lo Youth check. Ci sarebbe bisogno poi di un istituto sul futuro. Qui mi collego alla positività, voglio avere speranza, vedere questo momento di crisi come un'opportunità. Noi giovani siamo pronti a reimpostare questo tipo di dialogo intergenerazionale”.
Mauro Magatti, ordinario di Sociologia all’Università Cattolica di Milano, ha sottolineato tre punti alla base dell’incapacità dell’Italia di investire sui giovani: la mancata cura dell’ecosistema (asili nido, scuole, accesso al lavoro) che rende possibile il “transito intergenerazionale”; l’approccio settoriale della Pubblica amministrazione; il fatto che la “circolazione delle élite”, che contraddistingue le società moderne rendendole aperte e dinamiche, nel nostro Paese non funziona. “Credo sia necessario un grande patto intergenerazionale. L'Italia è ancora un Paese con alto tasso di risparmio, serve un fondo di investimento per l'economia reale che trasferisca i fondi degli adulti ai progetti dei giovani. Le nuove generazioni vanno messe nelle condizioni di fare la propria partita”.
Da sinistra a destra: Elisa Anzaldo, Filippo Salone, Maria Vittoria Dalla Rosa Prati, Mauro Magatti
Antonio Uricchio, ordinario di Diritto tributario all’Università “Aldo Moro” di Bari e presidente dell’Anvur, l’organismo governativo di valutazione del sistema universitario, ha invitato a guardare la sostenibilità anche sotto l’equilibrio economico-finanziario: “È un principio che affida alle generazioni presenti il compito di preservare le risorse per quelle future. Sono risorse naturali, ma anche finanziarie. L'idea che si debba percepire il nostro essere come ‘pastori’ del presente. L'ultimo rapporto che abbiamo presentato in Parlamento evidenzia come il sistema universitario sia fermo, con lo stesso numero di iscritti di dieci anni fa. L’università non è stata in grado di intercettare i bisogni futuri”.
Quello di Silvana Sciarra, presidente emerita della Corte Costituzionale, che ha aperto il secondo panel, è stato un intervento improntato alla fiducia: “La nostra Costituzione è capace di guardare al futuro. L'articolo 9 è stato accolto con qualche scetticismo da parte di alcuni colleghi. Io non mi colloco tra gli scettici, è un richiamo per i decisori politici e per le corti a mettersi in ascolto della scienza. Ora il punto è mettere insieme il punto di vista del privato con quello collettivo. Poi dobbiamo informare e responsabilizzare i giovani, questo si collega all'insegnamento e all'educazione che la Repubblica deve fornire”.
Anna Finocchiaro, presidente di Italiadecide, ha suggerito che la riforma costituzionale può determinare una nuova relazione tra Stato e cittadini: “La tutela dell'ambiente è un punto di rottura, per la prima volta viene ‘giuridicizzato’ il futuro. Anche l’articolo 41 sconvolge il modello di produzione e di sviluppo. La politica ha riti e modalità respingenti, l'interesse pubblico è anche l'interesse proiettato al futuro. Il cambiamento si può fare solo se i ragazzi vedranno sincerità”.
Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei giovani (Cng), ha sollevato un tema di rappresentanza politica: “L'Italia è uno tra i cinque Paesi in Europa che ha lo sbarramento di 25 anni per accedere alla Camera e di 40 anni al Senato. A 18 anni si ha l’età per firmare un contratto ma non per rappresentare i propri cittadini nelle istituzioni. Un nostro sondaggio ha rilevato che il 75% non si sente rappresentato dalle istituzioni e l’85% vorrebbe avere maggiore responsabilità. E per il 50% degli over 50 i giovani non sono sufficientemente pronti per avere responsabilità. C'è un problema di non interesse a partecipare? Non credo, siamo il Paese con il più alto tasso di partecipazione dei giovani nelle attività di volontariato”.
Da sinistra a destra: Elisa Anzaldo, Silvana Sciarra, Anna Finocchiaro, Maria Cristina Pisani
Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, ha tirato le fila dei due panel: “La mattinata conferma che c'è bisogno della nostra Alleanza. Abbiamo bisogno come Paese di dare ulteriore forza a questo strumento, che da otto anni prova a raggiungere importanti risultati. Un cammino difficile e complesso, ma questo è un lavoro ampio e corale”. Stefanini ha poi letto il messaggio inviato dalla ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Le istituzioni hanno solo una via percorribile, fare in modo che le future generazioni possano ricevere le stesse opportunità e le stesse risorse di quante ne abbiamo a disposizione oggi. Le parole dei giovani vanno raccolte con serietà”.
Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, ha evidenziato che “c'è una quota significativa di giovani che si sono tirati fuori, effetto di ritorno del mancato riconoscimento del valore delle nuove generazioni” e che “il Policy brief conferma la tendenza a tenere i giovani sotto una campana. Questo è un drammatico problema per la nostra società, spinge molti a lasciare il Paese in ottica di emigrazione definitiva o quasi”. Riflessione che ha raccolto il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi: “Vorremmo dimostrare concretamente che l’approccio del governo sia diverso dal passato, cercare di passare dalle parole ai fatti. Il disegno di legge passato all'unanimità è un provvedimento che corrisponde a una prima risposta al tema”, ha aggiunto Abodi, commentando il via libera all'unanimità dalla commissione Affari costituzionali del Senato all'emendamento al dl elezioni, che riguarda la possibilità di votare per gli studenti fuori sede per le elezioni europee. “È chiaro che c’è sfiducia nei confronti della politica se c’è disaffezione al voto”, ha aggiunto il ministro, “l’inversione di tendenza si dimostra esclusivamente con la capacità di mostrarci affidabili”. Il Servizio civile universale? “I segnali sono confortanti, oggi ha una nuova fisionomia, può essere declinato in campo turistico e ambientale”. Gli strumenti da utilizzare? “Stiamo ristrutturando la piattaforma Giovani 2030, a questa si associa la Carta giovani nazionale, poi i sette hub territoriali per l’orientamento al lavoro. Qui non c’è appartenenza politica, è il senso di un impegno corale”, ha concluso Abodi.
L’evento ha raggiunto 80mila visualizzazioni della diretta attraverso Vimeo, il sito asvis.it e i canali Facebook e YouTube dell'Alleanza. Inoltre, la diretta è stata trasmessa sui siti Ansa, Green&Blue di Repubblica, RaiNews e sulle pagine Facebook di Ansa e Rai per la sostenibilità Esg. A conclusione dell’incontro è stato proiettato un video, realizzato in collaborazione con WitHub per gli otto anni dell’Alleanza, che illustra il percorso dell’Italia e dell’ASviS sul sentiero dello sviluppo sostenibile.
Guarda:
- il programma dell'ASviS live
- il Policy brief sulla partecipazione democratica giovanile
- il comunicato stampa
- la presentazione di Remo Lucchi
- le pubblicazioni del 22 febbraio
Vai alle trascrizioni degli interventi di: