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La politica italiana non tutela adeguatamente gli ecosistemi terrestri
Diversi Target del Goal 15 della Agenda 2030 hanno come scadenza l’anno 2020, e su questi target l’Italia è in forte ritardo. L’ASviS propone una roadmap che assicuri la coerenza delle politiche settoriali. Il Goal 15 nel Rapporto ASviS 2017.
Nel Rapporto 2017 sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentato alla Camera il 28 settembre, si esamina la situazione dell’Italia in relazione all’Obiettivo 15 (“Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica”) dell’Agenda 2030.
Diversi Target del Goal 15 della Agenda 2030 hanno come scadenza l’anno 2020, e su questi target l’Italia è in forte ritardo. La piena attuazione delle previsioni della Strategia Nazionale per la Biodiversità 2011-2020 potrebbe ancora consentire il rispetto dei target al 2020, ma ciò richiede una forte accelerazione delle politiche programmate e una stringente coerenza con tutte le politiche che incidono e influenzano la gestione del territorio e della biodiversità.
A conferma della scarsa importanza attribuita a questi temi dalla politica si segnala che ancora non si è concluso l’iter di approvazione della Legge sul consumo di suolo (Ddl As 2383), la quale tocca trasversalmente diversi Target del Goal 15 come il Target 15.3 “Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati ed il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno” e il 15.5 “Adottare misure urgenti e significative per ridurre il degrado degli habitat naturali, arrestare la perdita di biodiversità e, entro il 2020, proteggere e prevenire l’estinzione delle specie minacciate”, anche se, nell’attuale formulazione, non ne garantirebbe il conseguimento.
Al consumo di suolo si aggiungono fenomeni, come quelli avvenuti nel corso dell’estate appena conclusa, di siccità e incendi che dipendono dagli effetti dei cambiamenti climatici e da un’inadeguata capacità preventiva e gestionale da parte delle istituzioni a diversi livelli. Il fenomeno degli incendi, nelle prime quantificazioni, risulta in forte aumento rispetto al precedente anno 2016. Dal Dossier incendi 2017 di Legambiente dalla metà di giugno 2017 al 12 luglio 2017 “sono andati in fumo ben 26.024 ettari di superfici boschive, pari al 93,8% del totale della superficie bruciata per dolo o colpa in tutto il 2016”.
Importanti criticità legate alla corretta preservazione della biodiversità (tutelata dal Target 15.5), una delle basi fondamentali del nostro capitale naturale, sono presenti nella legge di modifica della “Legge Quadro” sulle aree protette, ancora in discussione al Senato. La proposta di modifica prevede l’esclusione dallo status di aree protette, considera la possibilità di finanziare il parco con attività estranee agli obiettivi di conservazione, quali le concessioni per la produzione energetica e attività estrattive in aree contigue al parco, la non necessaria preparazione scientifica specifica in tema di conservazione della natura per ricoprire il ruolo di Direttore del Parco.
Il Rapporto ASviS 2017 propone che il Governo adotti urgentemente una roadmap basata anche sulle raccomandazioni contenute nel Rapporto sul Capitale Naturale, che assicuri la coerenza delle politiche settoriali attraverso: la definizione di una procedura di valutazione ex-ante di sostenibilità alla luce dell’Agenda 2030 del Documento di Economia e Finanza (Def) e del Piano Nazionale di Riforma (Pnr); l’integrazione del capitale naturale nelle vigenti procedure di valutazione preventiva di piani, programmi e progetti, verificando la loro compatibilità con il conseguimento dei singoli Target dell’Agenda 2030; la formalizzazione di un piano per la fuoriuscita dagli incentivi dannosi per l’ambiente e la riforma della fiscalità ambientale; il rafforzamento delle competenze della pubblica amministrazione con riferimento alla gestione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici, attraverso la predisposizione e l’adozione di Linee guida per la quantificazione preventiva degli impatti e dei danni attesi, nonché dei benefici derivanti da interventi di ripristino, gestione e valorizzazione ambientale.
Va poi definito un piano specifico per combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e sforzarsi di evitare futuri degradi, come richiesto dalla Convenzione per la lotta alla desertificazione.
Nel caso dell’Obiettivo 15, l’ASviS non presenta ancora un indice composito, ma un indicatore headline relativo all’abusivismo edilizio. Secondo questo indicatore, che passa da 101,7 del 2007 a 59,27 del 2016.
Ricordiamo che l’indicatore ci informa sul trend, ma non sulla distanza che separa l'Italia dai Target fissati dall'Agenda 2030.
I dati dettagliati sugli indicatori relativi a questo Goal si possono ricavare consultando il database interattivo dell’Alleanza.
Leggi l’analisi del Goal 15 nel Rapporto ASviS 2017 e le proposte dell’Alleanza su Capitale naturale e qualità dell’ambiente.