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Il dibattito a Montecitorio: “Ricordiamoci il proverbio degli indiani d’America”
Alla presentazione del primo Rapporto annuale dell'ASviS, avvenuta nella Sala della Regina della Camera dei deputati il 28 settembre, sono intervenuti rappresentanti del Governo, del Parlamento, delle Regioni ed esponenti del mondo della cultura e dell'industria.
La versione integrale si può rivedere sul sito Camera Tv.
Dopo il saluto del presidente dell'ASviS Pierluigi Stefanini e la relazione del portavoce dell'Alleanza Enrico Giovannini, il primo a prendere la parola è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, che ha confermato l’impegno del Governo sui temi dell’Agenda 2030. Per Gozi, le proposte che il portavoce dell’ASviS ha illustrato sono “ottimi esempi di scelte politiche”, che ruotano intorno a tematiche condivise dall’esecutivo perché “di assoluto buon senso”. Da qui anche un richiamo alla saggezza degli indiani d'America per i quali “la Terra non l'abbiamo avuta in eredità dai nostri genitori o dai nostri nonni, ma l'abbiamo presa in prestito dai nostri nipoti”. Sul piano politico la consapevolezza del governo sui temi dello sviluppo sostenibile e della necessità di azioni comuni e condivise trova riscontro, per Gozi, proprio nelle decisioni prese in questi mesi. Infatti “abbiamo ridotto del 34% il numero delle infrazioni alle normative europee e ricordiamo che i casi in cui l’Italia è in ritardo sulle normative Ue sono in gran parte legati allo sviluppo sostenibile perché attinenti alla materia sociale, industriale, energetica e ambientale”.
Le istanze riguardanti l'attuazione dell'Agenda 2030 a livello territoriale sono state esposte dal presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che ha portato il punto di vista degli amministratori sul territorio rispetto alla sostenibilità. Da una parte ha sottolineato il contributo che possono dare gli enti regionali, dall'altra ha ricordato alcune azioni condotte nella Regione da lui governata. Ha poi rilevato un positivo cambiamento di approccio che ha investito lo sviluppo sostenibile “passando a una visione più completa che non tenga conto solo della tutela ambientale, ma anche delle caratteristiche della crescita economica”. Ha anche ricordato che “per mantenere gli attuali standard di sviluppo da qui al 2050 sarebbero necessari tre Pianeti Terra”. Ecco perché “le Regioni si stanno impegnando sul pacchetto europeo relativo all'economia circolare, già recepito in diverse risoluzioni, di cui alcune già approvate nei Consigli regionali. Penso all'Emilia, alle Marche, al Friuli, alla Lombardia, alla Calabria e alla Puglia, senza voler dimenticare nessuno”. Infine Bonaccini ha espresso la disponibilità a portare le proposte dell’Alleanza all’interno della Conferenza delle Regioni.
Il presidente della Fondazione Global Compact Italia Marco Frey ha spiegato l'importanza del contributo delle imprese, ricordando che “il Global Compact è un'iniziativa delle Nazioni Unite nata all'inizio del Millennio, quindi con i Millennium Development Goals (MDGs), per la necessità di creare una partnership con il settore privato. Nel mondo a oggi su 12mila partecipanti, circa 8mila sono imprese”. Un punto su cui Frey ha tenuto a fare chiarezza è la differenza che intercorre tra i MDGs e i SDGs, perché “mentre i primi erano prevalentemente sociali e in sostanza rivolti ai Paesi in via di sviluppo, i secondi riguardano tutto il mondo, compresi noi, introducendo in maniera significativa una forte valorizzazione delle tematiche ambientali, ma anche della dimensione economica globale. Per questo l’impegno degli attori economici rispetto allo scenario 2030 diventa così centrale”. Frey ha anche ricordato il “memorandum of understanding” che lega ASviS, Fondazione Global Compact Network Italia ed SDSN Italia: “Intendiamo ragionare in termini di complementarietà, ma al tempo stesso di sostegno, con lo spirito di partnership che ci ha portato a sottoscrivere gli SDG's”.
Il suggerimento di inserire in Costituzione il tema della sostenibilità, lanciato da Giovannini, è stato ripreso dalla vicepresidente del Comitato sull’Attuazione dell’Agenda 2030 in commissione Esteri della Camera, Lia Quartapelle (Pd), che ha commentato: “Non è a mio giudizio una delle solite etichette che si mettono per dire che questo tema è importante, ma si tratta davvero di un'indicazione per provare a cambiare alcuni principi del funzionamento legislativo a livello costituzionale, riportando quindi nel nostro ordinamento un elemento in più in merito al dibattito che resterà con noi per i prossimi anni, quello sul principio dell'equità intergenerazionale”. Quartapelle ha anche fatto notare che “il tema delle migrazioni più di altri ha svegliato l'Italia sulla necessità di costruire delle partnership in grado di affrontare i problemi non dal punto di vista della logica beneficiari-donatori ma nell'ottica di un comunità globale che si assume responsabilità collettive”.
Per il presidente dell'Accademia dei Lincei Alberto Quadrio Curzio, un elemento che emerge dal Rapporto ASviS è la forte motivazione di coloro che lo hanno elaborato, maturata dalla profonda convinzione dell'urgenza di questi problemi per il Paese. “Inoltre”, ha proseguito Quadrio Curzio, “mi ha colpito che la relazione che lega gli aderenti all’ASviS è una tipica espressione della sussidiarietà: alcuni operatori si mettono insieme, anche se nella loro normale attività avrebbero degli obiettivi specifici, ma dalla combinazione delle loro competenze e convinzioni si genera un rapporto chiaramente orientato al bene comune”. L’economista ha anche sottolineato l'importante operazione svolta nel Rapporto intersecando i 17 Goal con le specifiche esigenze del Paese, “compito non semplice, ma fondamentale e innovativo nel panorama della letteratura in materia”.
Sull’attuazione dell'accordo di Parigi da parte del Parlamento italiano è tornata Maria Edera Spadoni (M5S), presidente del Comitato permanente per l'attuazione dell'Agenda 2030 e degli obiettivi di sviluppo sostenibile, che ha testimoniato l’unità di intenti nei vari gruppi politici per portare avanti nella commissione Esteri la richiesta di ratifica. Spadoni però non ha nascosto “una nota critica”, perché nella parte del Rapporto che affronta i problemi istituzionali si cita anche “l’emergere di movimenti populisti, e questo mi dispiace perché all’interno del Parlamento questi movimenti hanno sempre portato avanti questi temi e non credo di essere mai stata un problema”.
Sui lavori del Comitato, Spadoni ha spiegato come, nonostante questo organo sia stato istituito nel 2013, “solo quest'anno c'è stata la formalizzazione dell'indagine conoscitiva proprio sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Così da luglio ad adesso abbiamo avuto varie audizioni, tra cui la vice direttrice generale dell'Organizzazione mondiale della sanità per la salute della famiglia, delle donne e dei bambini Flavia Bustreo e quella del direttore per le relazioni esterne del Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria Christoph Benn, oltre ovviamente ad aver audito il portavoce dell'ASviS Giovannini”.
Il presidente dell'ASviS Stefanini ha concluso il dibattito con l'auspicio che “dopo questa giornata utile e significativa”, il Rapporto venga divulgato dai presenti, i quali, “provenendo da luoghi e realtà diversi, possono essere uno straordinario veicolo di promozione di questa nostra strategia”.
a cura di Elis Viettone