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Accesso a vaccini e farmaci antimicrobici: le disuguaglianze che uccidono
La pandemia ha dimostrato con quanta facilità può diffondersi una infezione. La resistenza antimicrobica mette a rischio la sicurezza sanitaria globale. Servono prezzi accessibili per agenti antimicrobici che funzionano, dice l’Oms. 4/1/21
La resistenza antimicrobica, ovvero la capacità di batteri, virus e altri microrganismi di resistere all’azione dei farmaci (come gli antibiotici e antivirali), è attualmente una delle maggiori minacce a livello globale. Lo dichiara l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo Rapporto 2021 “Antimicrobial resistance and the United Nations sustainable development cooperation framework: guidance for United Nations country teams”, secondo cui l'aumento dei livelli di resistenza antimicrobica rende più difficile il trattamento delle infezioni nell'uomo, negli animali e nelle piante, mettendo a rischio i recenti progressi in aree chiave come salute, sicurezza alimentare, crescita economica, riduzione della povertà e ambiente. Se non adeguatamente affrontata, questa “pandemia silente” potrebbe addirittura spingere 28 milioni di persone nel mondo in povertà entro il 2050, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
L’accesso alle cure per tutti. La pandemia di Covid-19 ha mostrato l'impatto devastante delle infezioni difficili da trattare e la facilità con cui possono diffondersi, minacciando la sicurezza sanitaria globale.
Nessun sistema sanitario sarà sostenibile, continua l’Oms, senza accesso a prezzi accessibili ad agenti antimicrobici che funzionano. L’aumento della resistenza antimicrobica renderà più difficile il raggiungimento della copertura sanitaria universale a causa dell'aumento dei costi sanitari. I farmaci per trattare le infezioni farmacoresistenti costano di più, spesso sono necessari più trattamenti e possono richiedere più tempo per essere efficaci. La Banca mondiale ha stimato che la resistenza antimicrobica potrebbe comportare entro il 2050 un aumento dei costi sanitari fino al 25% nei Paesi a basso reddito e all'8% a livello globale. Come avviene per i farmaci antimicrobici, anche l’accesso ai vaccini mette in luce le disuguaglianze sanitarie. “Non si esce da una pandemia con i booster” ha dichiarato a dicembre il segretario Generale dell'Oms, Tedros Ghebreyesus. “È probabile che i programmi di richiamo prolunghino la pandemia anziché porvi fine, deviando le forniture verso Paesi che hanno già alti livelli di copertura vaccinale e dando al virus maggiori opportunità di mutare”. Per questo, ha ricordato l’Oms, “bisogna vaccinare i Paesi più poveri, gran parte dei decessi riguarda persone non vaccinate, non persone senza booster”.
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Le malattie non trasmissibili. Esiste poi un’altra grande minaccia per la salute globale: sette persone su 10 nel mondo muoiono a causa delle malattie non trasmissibili. Nel Rapporto Oms di dicembre “Saving lives, spending less: the case for investing in noncommunicable diseases” si evidenzia l’urgenza, come mai prima d’ora, di investire nella loro prevenzione e gestione. La pandemia ha reso evidente, infatti, come molte di queste malattie possano aggravarsi ulteriormente a causa del Covid-19.
Nei Paesi a basso e medio reddito, l’impatto delle malattie non trasmissibili (comprese le malattie cardiache, il diabete, il cancro e le malattie respiratorie) è spesso sottovalutato, nonostante l'85% dei decessi prematuri (tra i 30 e i 69 anni) dovuti a queste malattie si verifichi proprio in quei Paesi. Inoltre, le malattie non trasmissibili rappresentano un enorme onere sanitario e socioeconomico. Ma "con i giusti investimenti strategici”, si legge nella premessa del documento a cura del direttore Generale dell’Oms, “i Paesi che sopportano oneri sanitari importanti a causa delle malattie non trasmissibili possono cambiare traiettoria, e fornire significativi vantaggi sanitari ed economici per i loro cittadini”, ha concluso.
Gli interventi su cui puntare. Secondo l’Oms se in questi Paesi si riuscisse a investire 1 dollaro a persona all’anno nelle “Best Buy” relative alle malattie non trasmissibili, si potrebbe generare un ritorno fino a sette dollari e potenzialmente benefici economici e sociali pari a 230 miliardi di dollari entro il 2030.
Le azioni Best Buy includono l'aumento delle accise su tabacco e bevande alcoliche, restrizioni sulla pubblicità riguardanti la vendita di prodotti nocivi, una corretta informazione sull’alimentazione e incentivi all’attività fisica. Comprendono anche azioni legate alla gestione dei fattori di rischio metabolico, come ipertensione e diabete, al fine di prevenire malattie o complicanze più gravi.
Gli interventi sono tutti relativamente poco costosi, richiedono pochi investimenti, ma possono contribuire ad abbattere l’alto costo dei trattamenti sanitari futuri.
Inoltre, afferma l’Oms, con i gruppi più emarginati spesso esposti a maggior rischio per l'impatto fisico e finanziario delle malattie non trasmissibili, questi interventi possono anche aiutare a ridurre le disuguaglianze sanitarie ed economiche.
di Tommaso Tautonico