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Verso un trattato internazionale vincolante sull’inquinamento da plastica
139 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica dispersi in oceani e fiumi con profondi danni ambientali ed economici. In Uruguay il primo incontro dei negoziati per un accordo che regolamenti l’intero ciclo di vita del materiale. 9/12/22
Dopo la risoluzione adottata a marzo 2022 dall’Assemblea sull’ambiente delle Nazioni unite sull’impegno a concludere, entro il 2024, un accordo legalmente vincolante sull’inquinamento da plastica, il Comitato intergovernativo incaricato dei negoziati si è riunito tra il 28 novembre e il 2 dicembre in Uruguay. Oltre 2.300 delegati provenienti da 160 Paesi hanno partecipato al primo incontro, discutendo dell’ambito, della struttura e degli obiettivi dell’accordo e degli eventuali sistemi di finanziamento e di controllo. Si è concordata la necessità di regolamentare l’intero ciclo di vita della plastica, ma non è stata ancora trovata una definizione condivisa di “ciclo di vita”.
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Un mondo di plastica. Affrontare il problema della plastica è sempre più urgente e rilevante per il futuro del Pianeta: secondo i dati del Global plastic outlook pubblicato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), la produzione globale di plastica è raddoppiata dal 2000 al 2019 e il suo uso potrebbe triplicare entro il 2060.
Una delle questioni su cui il trattato intende maggiormente concentrarsi riguarda l’economia circolare: a livello globale, infatti, solo il 9% della plastica prodotta viene correttamente riciclata. La maggior parte finisce nelle discariche o negli inceneritori e una parte significativa è dispersa nell’ambiente. Secondo le stime dell’Ocse al 2019 erano 139 i milioni di tonnellate di rifiuti di plastica disperse negli oceani e nei fiumi, con profonde ripercussioni sugli ecosistemi marini e terrestri: nel 2015, ad esempio, è stato stimato che nove uccelli su dieci abbiano plastica nel proprio stomaco. La plastica incide anche sui cambiamenti climatici: nel 2019 ha causato il 3,4% delle emissioni globali di gas serra.
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Il trattato dovrà regolamentare anche le microplastiche, le particelle di plastica di grandezza inferiore ai 5 millimetri, contenute nei prodotti per la cura personale e nei vestiti o prodotte dalla disintegrazione di rifiuti in plastica. Le microplastiche costituiscono il 12% dei rifiuti dispersi nell’ambiente e si ritrovano anche in alcuni prodotti alimentari, con conseguenze ancora poco conosciute per la salute umana.
Regolamentare l’inquinamento da plastica avrà anche impatti positivi sullo sviluppo economico: secondo la Commissione europea le perdite economiche annuali causate dalla plastica ammontano a 630 milioni di euro per il settore europeo del turismo e a 300 milioni di euro per la pesca.
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Prossimi passi. Il Segretariato del Comitato intergovernativo è stato incaricato di stilare un documento che proponga obiettivi, obblighi e misure di controllo del trattato. La Francia si è offerta di ospitare il secondo incontro che potrebbe svolgersi a maggio 2023 a Parigi.
Di Maddalena Binda
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