Notizie
Global risk report 2023: il clima è la principale minaccia per il prossimo decennio
Secondo un campione di esperti del mondo accademico, aziendale e politico, sei dei dieci rischi maggiori per i prossimi dieci anni sono legati all’ambiente. Oggi preoccupa il carovita e l’insicurezza energetica e alimentare. 13/1/23
I rischi che il mondo si trova a dover affrontare come il carovita, la sicurezza energetica e la crisi alimentare, sottrarranno risorse alla lotta ai cambiamenti climatici, rallentando le azioni di mitigazione e adattamento. È quanto emerge dal "Global risk report 2023", l’indagine realizzata dal World economic forum in collaborazione con Marsh McLennan e Zurich insurance group attraverso la consultazione di 1200 esperti dal mondo accademico, aziendale e politico sui rischi economici, sociali, geopolitici, ambientali e tecnologici futuri.
I rischi di oggi. Crisi energetica, crisi del costo della vita, aumento dell’inflazione, crisi alimentare, attacchi informatici e criticità delle infrastrutture: sono queste le principali minacce percepite per il 2023. Sono rischi “completamente nuovi e stranamente familiari” perché hanno caratterizzato il secolo scorso, ma non sono stati vissuti in prima persona dall’attuale generazione di leader politici. “Il nostro ‘new normal’ è un ritorno alla basi: cibo, energia, sicurezza, problemi che il nostro mondo globalizzato credeva di poter risolvere”, si legge nel Rapporto.
E quelli di domani. Il costo della vita rimarrà il principale rischio percepito anche per i prossimi due anni, seguito dai disastri naturali e dagli eventi estremi e dalle tensioni geo economiche. Le maggiori minacce nel lungo periodo sono invece il fallimento della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici: sei dei “top ten global risks” sono infatti legati alla crisi climatica, all’ambiente e alla perdita di biodiversità.
“I rischi climatici e ambientali sono la maggiore minaccia per il prossimo decennio, ma anche quella per cui sembriamo essere meno preparati” sottolinea il Rapporto, “la mancanza di progressi significativi e coordinati sugli obiettivi climatici ha mostrato la divergenza tra quello che è scientificamente necessario per raggiungere le emissioni zero e quello che è politicamente fattibile”.
Secondo le stime del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite (Ipcc) infatti c’è il 50% di possibilità di superare, entro il 2030, l’aumento di 1,5° C rispetto ai livelli pre-industriali.
Governi e aziende. La crisi del debito e il fallimento nella stabilizzazione dei prezzi sono tra le sfide principali individuate dai governi. Le imprese, invece, si dimostrano maggiormente preoccupate per l’approvvigionamento energetico e delle materie prime, per le catene del valore e per gli attacchi informatici. “Le aziende stanno passando da un approccio just in time a una strategia just in case” ha dichiarato durante la conferenza stampa Caroline Klint, risk management leader continental Europe di Marsh, commentando la tendenza delle imprese a immagazzinare materiali e a spostare la produzione, tendenza osservata a seguito dell’invasione russa in Ucraina.
E in Italia? L’Executive opinion survey, annesso al Global risk report indaga i rischi percepiti in 121 Stati e 12mila persone hanno individuato le cinque minacce principali per il proprio Paese nei prossimi due anni. Crisi del debito, conflitti fra Stati e inflazione rapida e/o sostenuta occupano le prime tre posizioni per l’Italia. Il fallimento nell’adattamento alla crisi climatica è al quarto posto, seguito dallo scoppio di asset bubble, una bolla provocata dalla sopravvalutazione dei beni patrimoniali: un rischio che il Rapporto intravede in molti Paesi, con riferimento sia ai prezzi delle case che a quello delle azioni.
di Maddalena Binda
Fonte copertina: Global risk report 2023