Notizie
Sei raccomandazioni della società civile europea per un'Unione più democratica
Dalla libertà di movimento alle politiche sociali e di sicurezza, ma anche diritti, clima e digitalizzazione. Le proposte del rapporto di Civil society Europe per rafforzare la partecipazione politica della cittadinanza europea. 15/9/23
“Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un'impennata delle restrizioni alla democrazia, allo spazio civico e allo Stato di diritto in tutta l'Unione europea”. Questa è la considerazione che apre il rapporto “Civil society – State of the union 2023”, realizzato da Civil society Europe e pubblicato a settembre. Il documento evidenzia che le categorie più colpite sono quelle già marginalizzate, come le persone vittime di razzismo, le donne, le identità Lgbtqia+, le e i giovani, i bambini, le persone con disabilità e le persone migranti, oltre alle fasce di popolazione con un basso reddito socio-economico. Inoltre, viene evidenziato come le disuguaglianze sociali, economiche e ambientali, connesse tra di loro, siano state esacerbate dalla pandemia da Covid-19, dall’aggressione russa in Ucraina e dagli effetti sempre più concreti del cambiamento climatico.
Le proposte per rafforzare la società civile europea
Per disegnare un percorso verso una maggiore coesione sociale nel territorio europeo, il Rapporto elenca sei punti da implementare urgentemente.
- Rafforzare la democrazia, i diritti fondamentali e lo spazio civico nell'Ue e nel mondo. La fiducia nei sistemi democratici sta diminuendo in tutto il pianeta, e l’Europa non fa eccezione. Oltre al rafforzamento degli strumenti di partecipazione democratica, il Rapporto chiede l’adozione di una strategia europea per la società civile e la realizzazione di un accordo per il dialogo inter-istituzionale nell’Ue. Inoltre, viene richiesta una maggiore coerenza tra politiche e azioni interne ed esterne al territorio dell’Unione.
- Rafforzare la libertà di movimento e la solidarietà per una società europea più inclusiva. L’immigrazione è uno dei principali “campi di battaglia politici” dell’Unione, in cui domina una “narrazione basata sull’odio il cui scopo è costruire muri e restringere i diritti”. Per questo il testo chiede la realizzazione di una governance comune volta a garantire a chiunque immigri in Europa i propri diritti e la libertà di movimento per tutte e tutti.
- Un'Unione europea socialmente giusta. Per promuovere le politiche sociali e il rafforzamento dei servizi essenziali, il documento raccomanda di: realizzare una nuova governance macroeconomica europea per implementare gli investimenti sociali e green; migliorare le condizioni di lavoro, anche attraverso minimi salariali adeguati; rafforzare il welfare state per fornire protezione e inclusione sociale.
- Combattere gli impatti del cambiamento climatico e affrontare le sfide ambientali globali. È necessario aumentare il livello di resilienza e di sostenibilità della società europea per realizzare un accordo che vada “al di là della crescita” economica e che “non lasci nessuno indietro”. Bisogna avere quindi una visione del futuro “post-crescita” per affrontare cambiamento climatico, inquinamento e perdita di biodiversità.
- Una trasformazione digitale che non lasci indietro nessuno nell'Ue. L’obiettivo più stringente per quanto riguarda l’accesso alla tecnologia è di raggiungere una “trasformazione digitale che sia utile per tutte e tutti, senza accrescere il divario digitale e senza creare nuove disuguaglianze”, afferma il documento.
- Proteggere il futuro della società europea attraverso politiche di sicurezza incentrate sull'essere umano. Le molteplici crisi che si sono susseguite negli ultimi anni, dal Covid alla guerra in Ucraina, hanno evidenziato come l’Unione e i suoi Stati membri abbiano bisogno di ampliare le proprie politiche di sicurezza. L’approccio deve includere: un maggiore coinvolgimento della società civile, la costruzione di società inclusive e resilienti, la protezione dalle minacce digitali, la sicurezza energetica e una visione europea sul mondo basata sulla diffusione del metodo democratico.
di Milos Skakal