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Agenzia europea dell’ambiente: in Ue 330mila morti l’anno da polveri sottili
Il numero dei decessi legati al PM2,5 è diminuito del 41% tra il 2005 e il 2021, ma i livelli di inquinanti atmosferici rimangono al di sopra delle linee guida Oms. Cardiopatie, cancro ai polmoni, asma e diabete fra gli effetti dell’inquinamento dell’aria. [VIDEO] 29/12/23
Particolato fine, biossido di carbonio e ozono. Sono i principali inquinanti atmosferici su cui si concentra il rapporto “Harm to human health from air pollution in Europe: burden of disease 2023” dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), che contiene dati aggiornati sui danni che questi inquinanti causano alla salute umana.
Le concentrazioni di inquinanti atmosferici nel 2021 sono rimaste ben al di sopra dei livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nelle sue linee guida sulla qualità dell’aria. Ridurre l’inquinamento atmosferico a questi livelli significherebbe evitare un numero significativo di decessi negli Stati membri dell’Ue.
Livelli di inquinamento troppo alti
Nel solo 2021, nei Paesi della Ue alle polveri sottili sono attribuibili quasi 330 mila decessi. In particolare: 253mila all’esposizione a concentrazioni di PM2,5 superiori al livello guida dell’Oms di 5 µg/m3, 52mila all’esposizione a concentrazioni di NO2 superiori al livello guida dell’Oms di 10 µg/m3 e 22mila all'esposizione a breve termine a concentrazioni di O3 superiori al livello raccomandato di 70 µg/m3.
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La situazione in Italia
Guardando nello specifico i dati a livello nazionale, nel 2021 l’Italia risulta essere sempre presente nei primi tre Paesi per numero di morti. Analizzando il PM2,5, il numero assoluto più elevato di decessi si è verificato in Polonia (47.300 decessi), Italia (46.800) e Germania (32.300). Al contrario, i Paesi meno colpiti sono quelli del Nord e Nord-ovest dell’Europa, tra cui Islanda, Finlandia, Svezia, Norvegia ed Estonia. Per l’NO2, il numero assoluto più elevato di decessi si è verificato in Turchia (13.000), Italia (11.300) e Germania (9.500). I Paesi meno colpiti sono Islanda, Svezia, Finlandia, Estonia e Danimarca. Per quanto riguarda i decessi attribuibili all’esposizione a breve termine all’O3, i Paesi con il triste primato sono Italia (5.100 decessi), Germania (3.300 decessi) e Turchia (2.600 decessi). Le nazioni con gli impatti più bassi sono Norvegia, Islanda, Irlanda, Finlandia e Svezia.
Gli effetti sulla salute di PM2,5 e NO2
Gli effetti sulla salute
Una parte del Rapporto è dedicata alla quantificazione del “carico di malattia”, un concetto utilizzato per stimare il danno totale dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione europea. Considerando l’inquinamento da PM2,5, l’impatto maggiore è dovuto alla cardiopatia ischemica, seguita da ictus, diabete mellito, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro ai polmoni e asma. Mentre nei casi di cardiopatia ischemica e cancro polmonare il carico di malattia è legato alle morti provocate dalla malattia stessa, per le altre patologie il carico di malattia è rappresentato dalla convivenza prolungata con la malattia stessa. Per l’esposizione a NO2, l’impatto maggiore sulla salute è dovuto al diabete mellito, seguito da ictus e asma. Nel caso del biossido di azoto, è l’ictus ad avere la percentuale più alta di carico di malattia legato alla morte. Nel caso dell’O3, poiché non è stato identificato alcuno studio che colleghi l’incidenza o la prevalenza delle malattie all’esposizione all’O3, il carico di malattia è stimato utilizzando l’indicatore “ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie”. Nel 2021 si stimano circa 16mila ricoveri di adulti di età pari o superiore a 65 anni nei 41 Paesi europei considerati.
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“Nonostante negli ultimi anni abbiamo fatto grandi passi avanti per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico, i dati e le valutazioni più recenti mostrano che l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla nostra salute rimane ancora troppo elevato”, ha dichiarato Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’Eea. “La buona notizia è che le politiche sull’aria pulita funzionano e la nostra qualità dell’aria sta migliorando” ha aggiunto Virginijus Sinkevičius, Commissario europeo per l’Ambiente, gli oceani e la pesca. “Ecco perché”, ha concluso, “l’Ue deve adottare e attuare rapidamente la proposta di una revisione della direttiva sulla qualità dell’aria che allinei gli standard di qualità dell’aria alle raccomandazioni dell’Oms”.
di Tommaso Tautonico