Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Nel 2030 i trasporti nell’Ue contribuiranno al 44% delle emissioni totali

L’attuale ritmo di decarbonizzazione è troppo lento. Necessario incentivare l’utilizzo dell’auto elettrica e ridurre il traffico aereo. L’analisi della Federazione europea per il trasporto e l’ambiente.  9/4/24

martedì 9 aprile 2024
Tempo di lettura: min

Negli ultimi trent’anni le emissioni di gas serra causate dai trasporti nei Paesi dell’Unione europea hanno continuato ad aumentare, mentre in altri settori, come l’agricoltura o l’industria, sono diminuite del 38%. Oggi i trasporti sono i principali responsabili delle emissioni dell’Ue, contribuendo a circa il 29% del totale, in netto aumento rispetto al 17% del 1990. È quanto emerge dal rapporto “The state of European transport 2024, realizzato dalla Federazione europea per il trasporto e l’ambiente (Transport and environment), un gruppo di organizzazioni non governative attive nel campo dei trasporti e dell’ambiente.

A causa della lenta decarbonizzazione del settore, nel 2030 il trasporto potrebbe contribuire al 44% delle emissioni totali dell’Ue. Le misure previste dal Green deal europeo non sono sufficienti, sottolinea il Report: con le politiche attuali le emissioni si ridurrebbero solo del 25% nel 2040, rispetto al 1990, e del 62% nel 2050.

Spazio all’elettrico per il trasporto su strada

Automobili, camion e furgoni contribuiscono al 70% delle emissioni di gas serra causate dall’intero settore dei trasporti dell’Ue. Le automobili sono il principale mezzo inquinante e, insieme ai furgoni, contribuiscono al 13% di tutte le emissioni di gas serra dell’Unione europea. L’uso dell’automobile privata è ancora molto diffuso: come nota il Rapporto ASviS 2023 in Italia, ad esempio, il 76% delle persone utilizza abitualmente un mezzo privato per raggiungere il luogo di lavoro.

Tra le misure evidenziate dal Rapporto di Transport and environment, ci sono il divieto di vendita di automobili a combustione interna entro il 2035 e la diffusione delle automobili elettriche. Un’automobile elettrica, infatti, emette in media tre volte in meno rispetto a una a petrolio, ma oggi solo l’1,2% del parco auto è elettrico. C’è però una buona notizia: il mercato è in crescita e oggi un’automobile su sei tra le auto nuove vendute è elettrica. In Italia il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in collaborazione con il Gestore dei servizi energetici e la Ricerca sul sistema energetico, ha sviluppato una piattaforma per l’individuazione delle colonnine di ricarica presenti sul territorio. Più di 32mila colonnine, delle oltre 45mila presenti in Italia, sono state mappate e inserite nella piattaforma, online da fine marzo.

Cieli sempre più trafficati

L’impatto ambientale del settore aereo non si limita alle emissioni di CO2, che sono raddoppiate dal 1990 a oggi, ma include anche quelle di ossido di azoto e le scie di condensazione. La tecnologia è diventata più efficiente, con una conseguente diminuzione del rapporto per passeggero tra carburante e km percorsi, ma è aumentato il traffico aereo.

Per ridurre l’impatto ambientale del trasporto aereo l’Unione europea ha approvato il Programma ReFuelEu: a partire dal 2025 il 2% del carburante fornito negli aeroporti europei dovrebbe essere costituito dai Sustainable aviation fuel (Saf), i carburanti sostenibili per l’aviazione, fino ad arrivare al 70% entro il 2050. Nonostante queste politiche, nel 2050 potrebbero essere utilizzati 20 miliardi di cherosene da combustibili fossili all’anno.

Per questo è necessario ridurre significativamente il numero di voli: chi vola frequentemente, circa l’1% della popolazione mondiale, contribuisce a più del 50% delle emissioni del settore aereo. Dimezzando i voli aziendali si potrebbero emettere 32,6 tonnellate di CO2 entro il 2030, come togliere dalla strada 16 milioni di auto.

Opportunità marittime

Circa l’80% del commercio dell’Unione europea avviene via nave e le spedizioni marittime europee contribuiscono al 14% del totale delle emissioni. Negli ultimi dieci anni l’industria navale ha iniziato a utilizzare carburanti alternativi, in particolare il gas naturale liquido, che tuttavia emette quantità significative di metano. Nel frattempo, si stanno sviluppando opzioni più sostenibili, come l’idrogeno, l’ammoniaca, le batterie e il metanolo. L’introduzione del trasporto marittimo, a partire dal 2024, nell’Emission trading system, il mercato delle emissioni dell’Unione europea, potrebbe contribuire a ridurre le emissioni del trasporto marittimo.

Consulta il Rapporto

 

Fonte copertina: jaysi, da 123rf.com

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