Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Global gender gap: serviranno 134 anni per raggiungere la piena parità di genere

Nessun Paese al mondo raggiunge pienamente l’uguaglianza, ma il 97% delle economie ha colmato più del 60% del proprio divario. I progressi più significativi nell’empowerment politico. Nella classifica, Italia 87esima su 146.   16/7/24

martedì 16 luglio 2024
Tempo di lettura: min

Giunto alla sua 18esima edizione, il Global gender gap report 2024 confronta lo stato attuale e l'evoluzione della parità di genere in 146 economie del mondo, indagando quattro dimensioni chiave: partecipazione e opportunità economiche, livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed emancipazione politica. L’Indice misura i punteggi su una scala da 0 a 100 che rappresentano la distanza percorsa verso la parità.

Cos’è cambiato nell’ultima edizione

Nel 2024, sottolinea il Rapporto, nessun Paese ha raggiunto la piena parità di genere. Il 97% delle economie analizzate ha colmato più del 60% del proprio divario. In base all’andamento di questi dati, ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità, circa cinque generazioni in più rispetto all’Obiettivo di sviluppo sostenibile fissato al 2030.

La classifica 

L'Islanda, con un divario colmato al 93,5%, è di nuovo al 1° posto e guida l'indice da circa quindici anni. Continua ad essere l'unica economia ad aver colmato più del 90% del proprio divario di genere. La top ten vede dopo l’Islanda la Finlandia (87,5%), Norvegia (87,5%), Svezia (81,6%), Germania (81%), Irlanda (80,2%) e Spagna (79,7%). L’Italia perde otto posizioni rispetto all’anno scorso e, con il 70,3%, si posiziona all’87esimo posto. L'Europa guida la classifica regionale del divario di genere avendo colmato il 75% del suo divario, con un miglioramento complessivo di +6,2 punti percentuali dal 2006.

Il divario di genere nelle quattro dimensioni

Più in generale, secondo quanto emerge dall’Indice, tra le 146 economie coperte il divario di genere in materia di salute e sopravvivenza si è ridotto del 96%, quello sull’istruzione del 94,9%, quello nella partecipazione e opportunità economica del 60,5% e quello dell’empowerment politico del 22,5%. Tra le quattro dimensioni chiave il cambiamento più significativo si è verificato nell'empowerment politico, dove dal 2006 la parità è aumentata di 8,3 punti percentuali, raggiungendo il 22,8%. In Partecipazione e opportunità economiche e livello di istruzione, la parità ha guadagnato rispettivamente 4,8 e 4,2 punti percentuali. Salute e sopravvivenza è l'unico sottoindice in cui si è registrato un calo moderato dal 2006 (-0,2%).

L’evoluzione del gender gap nel mondo del lavoro

La parità nella partecipazione alla forza lavoro continua a migliorare, raggiungendo nel 2024 il 66,7%. Tuttavia, continua il Rapporto, le differenze regionali continuano a mostrare che mentre la partecipazione delle donne alla forza lavoro sta crescendo a livello globale, la parità avanza a velocità molto diverse nei diversi contesti. I dati di LinkedIn mostrano che la rappresentanza della forza lavoro femminile rimane al di sotto di quella maschile in quasi tutti i settori e le economie, con le donne che rappresentano il 42% della forza lavoro globale. Per migliorare questi dati, sottolinea l’Indice, si può intervenire sia con misure formali come quote rosa e misure politiche, sia attraverso fattori informali come le reti professionali. I dati di LinkedIn suggeriscono che i divari di genere nelle reti professionali online portano gli uomini ad avere reti più grandi e più forti rispetto alle donne. Reti più forti sono associate a una maggiore probabilità di progresso di carriera e ricevono più contatti da parte dei reclutatori. Tuttavia, un aspetto positivo è che le donne hanno più legami “deboli”, che sono stati collegati a migliori risultati di carriera.

Il ruolo dei sistemi di assistenza

La partecipazione femminile alla forza lavoro necessita di sistemi di assistenza equi. Esistono lacune significative tra e all'interno delle regioni in termini di tutele formali e disposizioni per il congedo parentale, ma la situazione sta evolvendo. Negli ultimi 50 anni, il numero medio di giorni di congedo di maternità è aumentato da 63 a 107 e i giorni di congedo di paternità sono aumentati da meno di uno a una media di nove.

La portata e la velocità del progresso, conclude l’Indice, sono insufficienti per raggiungere la parità di genere entro il 2030. Per raggiungerla sarà necessario che governo, aziende e società civile spostino sia le risorse che la mentalità verso un nuovo paradigma di pensiero economico, in cui la parità di genere sia vista come condizione per una crescita equa e sostenibile.

Scarica il Global gender gap report 2024

 

di Tommaso Tautonico

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