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Rapporto Giovannini su governance Ue: nuovo Patto di stabilità grande salto in avanti
Presentato a Roma all’ufficio in Italia del Parlamento europeo lo studio: centrale il ruolo degli investimenti sociali nella costruzione di una società più giusta, equa e resiliente. Occorre ottimizzare le politiche Ue per far fronte agli shock futuri. 9/10/24
Le sfide affrontate dall'Ue negli ultimi anni, dalle crisi economiche a quelle climatiche passando per le tensioni geopolitiche, hanno sottolineato l'importanza di un approccio sistemico alle politiche pubbliche. In questo senso, il Pilastro europeo dei diritti sociali, insieme agli investimenti sociali promossi dal programma Next generation Eu, rappresenta un passo fondamentale per costruire un'Europa più equa e resiliente. La sfida per il futuro sarà quella di implementare efficacemente il nuovo quadro fiscale e di sviluppare strumenti analitici avanzati per valutare l'impatto delle riforme sulle economie e le società dell'Ue, garantendo che gli investimenti sociali siano pienamente riconosciuti come fondamentali per il benessere e la stabilità a lungo termine.
È quanto si legge all’interno dello studio “The key role of social investments to build a more sustainable, resilient and fair Europe in turbulent times”, realizzato da Enrico Giovannini, professore dell’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico dell’ASviS, su incarico della presidenza belga del Consiglio dell’Ue, di turno lo scorso mandato. Il documento è stato presentato l’8 ottobre a Roma durante un evento, diffuso da Radio radicale, organizzato dall’ufficio di collegamento del Parlamento europeo in Italia, rappresentato dal direttore Carlo Corazza, e dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia, per la quale è intervenuta la vicedirettrice Elena Grech. Ha moderato l’incontro la giornalista dell’Ansa Chiara De Felici.
Il documento mette in luce i diversi passi avanti compiuti dall’Europa in materia di sviluppo sostenibile, sottolinea il ruolo centrale degli investimenti sociali nella costruzione di una società più equa e resiliente, ottimizzando le politiche dell'Ue per far fronte alle sfide future. “Occorre contemporaneamente gestire le emergenze e pensare ai passi successivi in grado di metterci al riparo da crisi future. È questo il senso di politiche come quelle sull’efficientamento energetico delle case o sulla mobilità elettrica. Misure troppo spesso viste come costi ma che, in realtà, sono degli investimenti in cambio dei quali avremo città più pulite e bollette più contenute”, ha dichiarato Giovannini.
I passi avanti compiuti: l’importanza dell’Epsr
Il Pilastro europeo dei diritti sociali (Epsr), adottato nel 2017, rappresenta un punto di riferimento cruciale per l'Unione europea in materia di diritti sociali e sviluppo economico sostenibile. Con l'obiettivo di creare una società più equa e inclusiva, l'Epsr si fonda su tre principi chiave: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, protezione sociale. Nel 2021, la Commissione europea ha lanciato un Piano d'azione per implementare questi principi, con l'ambizioso obiettivo di creare Stati del welfare inclusivi e ben funzionanti, capaci di resistere alle crisi e promuovere la resilienza socioeconomica.
La politica dell’Ue e gli Obiettivi dell'Agenda 2030
Tra i traguardi fissati dall’Unione europea per il 2030 troviamo il raggiungimento del tasso di occupazione fissato al 78% (per la popolazione tra i 20 e i 64 anni), la partecipazione di almeno il 60% degli adulti a programmi di formazione annuale, e la riduzione di 15 milioni di persone a rischio povertà o esclusione sociale. Si tratta di obiettivi in linea con l'Agenda 2030, integrati nelle politiche dell'Ue grazie all'approvazione del programma “A more ambitious Union” nel luglio del 2019. Da allora, i programmi di lavoro annuali della Commissione hanno posto gli SDGs al centro delle politiche, adottando un approccio di governance integrata, ovvero includendo i 17 SDGs in tutte le sue proposte, politiche e strategie.
Negli ultimi anni, l'Ue ha adottato una vasta gamma di regolamenti e direttive per affrontare priorità politiche cruciali, tra questi rientra la risposta a crisi globali come la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina. In questo contesto, l'Unione si è impegnata a costruire “un'Europa più sostenibile, resiliente e giusta”, capace di affrontare sfide globali come la transizione digitale e verde e la gestione dei flussi migratori.
Il ruolo strategico degli investimenti sociali
Le crisi degli ultimi anni hanno messo in evidenza l'importanza di sistemi di protezione sociale forti e inclusivi. Secondo lo “Strategic foresight report 2023” della Commissione europea, per ottenere una trasformazione socio-economica di successo, è essenziale rafforzare i legami tra le dimensioni ambientale, sociale ed economica della sostenibilità. Gli investimenti sociali, in particolare, giocano un ruolo fondamentale nella capacità di un Paese di assorbire gli shock economici e sociali, come dimostrato dalla resilienza variabile dei diversi Stati membri dell'Ue durante le crisi.
“Uno stato di welfare e investimenti sociali sono fondamentali per gestire con successo il nostro sistema socioeconomico in tempi turbolenti”, si legge nel documento che specifica: “In particolare, quando si verifica una crisi, i sistemi di protezione sociale inclusivi e adeguati si rivelano l'elemento più importante per prevedere la capacità di assorbimento di un paese”. Un concetto approfondito dal Joint research institute (Jrc) della Commissione con l’approccio della "resilienza trasformativa". Il Jcr ha così indicato la necessità di attuare politiche attive e inclusive del mercato del lavoro in grado di garantire la sostenibilità sociale e favorire la crescita economica. Le risposte alle crisi, come dimostrato dal programma Next generation Eu, non devono infatti limitarsi alla gestione degli impatti a breve termine, ma devono includere riforme strutturali capaci di promuovere la resilienza a lungo termine.
Da questa prospettiva, la letteratura esistente mostra che, negli ultimi 15 anni, gli Stati membri dell'Ue hanno dimostrato diversi livelli di vulnerabilità e resilienza alle crisi. In alcuni casi, i sistemi di protezione sociale non erano attrezzati per proteggere i gruppi vulnerabili, come i dipendenti a basso salario o non qualificati, i falsi lavoratori autonomi, i lavoratori flessibili e occasionali e quelli delle piattaforme digitali, mentre altri Paesi con sistemi di sicurezza sociale meglio progettati sono stati in grado di assorbire con successo l'impatto dello shock.
Serve una nuova Governance economica europea
Le crisi tra il 2008 e il 2019 hanno dimostrato che le regole fiscali europee, come il Patto di stabilità e crescita, hanno talvolta portato a politiche pro-cicliche (politiche macroeconomiche che dovrebbero portare a un aumento del Pil), riducendo gli investimenti sociali proprio quando erano più necessari. Tuttavia, attraverso il Recovery and resilience facility (Rrf), l'Ue ha aperto nuove opportunità per rafforzare i sistemi di welfare e la resilienza economica. Anche il lancio nel 2023 della riforma del Patto di stabilità e crescita rappresenta un passo importante verso un quadro fiscale più flessibile, dato che riconosce il valore degli investimenti sociali come parte integrante della crescita sostenibile e della resilienza a lungo termine.
Fonte copertina: ASviS (2024)