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Relazione Cnel: i servizi pubblici in Italia, tra progressi e criticità storiche
Migliorano protezione sociale, istruzione, mobilità sostenibile. Bene l’uso delle tecnologie. Pesano i nodi irrisolti in sanità, reti idriche colabrodo, trasporto pubblico carente. E il Sud continua a pagare di più per servizi inferiori. 22/10/24
“Al nostro Paese serve, ora più che mai, una nuova cultura della manutenzione, finora rimossa o marginalizzata perché non genera consenso nell’immediato. Invece, dovrebbe acquisire centralità nelle politiche pubbliche per il suo valore sociale”. Così Renato Brunetta, presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), scrive in un editoriale su Il Sole24Ore a fronte del quadro emerso dalla Relazione annuale al Parlamento e al Governo sulla qualità dei servizi pubblici erogati dalle amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini, presentata il 14 ottobre.
La Relazione, elaborata sotto la guida di Marcella Mallen, presidente dell’ASviS e consigliera Cnel, illustra un quadro complesso: da un lato, il consolidamento dei progressi reso possibile dalle risorse stanziate dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), dall’altro le persistenti criticità che richiedono un cambio di rotta non più rimandabile. Vediamo i dati salienti.
Risorse umane e digitalizzazione nella Pa: un bilancio a luci e ombre
Tra il 2021 e il 2022, la spesa dei Comuni per la formazione del personale ha visto un significativo incremento, le attività sono aumentate del 50,7% rispetto al 2020 e la partecipazione ha raggiunto il 42%. Il Portale unico di reclutamento inPA, lanciato nel 2021, ha consentito di intensificare gli sforzi per rafforzare l'organico. Nel 2023 sono stati banditi oltre tremila posti di lavoro a tempo indeterminato per figure non dirigenziali; e il lavoro agile è ormai diffuso in molte realtà istituzionali. Tuttavia la Pa fatica a rimpiazzare il personale in uscita e a dotarlo delle competenze per affrontare la transizione digitale. In questo ambito, l'Italia ha fatto notevoli progressi con una diffusione capillare del 5G e un ampio utilizzo tra le imprese di tecnologie come il cloud computing (52%) e la fatturazione elettronica (95%). Per contro il Paese sconta ancora un ritardo rispetto alla media europea per diffusione della fibra ottica, competenze digitali di base dei cittadini, trasparenza e accessibilità dei servizi online.
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I progressi nei principali settori
Nell’ambito sociosanitario, migliorano gli indicatori per la speranza di vita, la salute degli anziani e la riduzione della mortalità evitabile. Aumentano la spesa per la protezione sociale (+6% nel triennio 2021-2023), l’offerta dei servizi per l’infanzia (+16,9 rispetto al 2020) e i beneficiari del Bonus asilo nido (27%). Per quel che riguarda il settore educativo, nel 2023 le persone tra i 25 e 64 anni in possesso di almeno un diploma sono aumentate fino al 65,5% assieme al numero di laureati, soprattutto tra i giovani. Da segnalare l’incremento dal 7,5% nel 2012 al 12,1% nel 2022 della quota di donne che coprono la carica di rettrice. Diminuiscono gli abbandoni scolastici e il numero di Neet, ossia i giovani che non studiano, non seguono corsi di formazione e non lavorano. Passando alla gestione delle risorse e alla sostenibilità urbana, nel 2023 la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili ha raggiunto il 36,8%, favorita dall’installazione di oltre un milione e mezzo di nuovi impianti di generazione, e maggiori investimenti sono stati fatti per migliorare la gestione delle risorse idriche, con l’89% delle acque balneabili di qualità “eccellente”. La raccolta differenziata nel 2021-2022 ha superato il 65% promuovendo il riciclo e il riutilizzo. In aumento l’estensione delle piste ciclabili (+7,6% nel 2021) e la mobilità elettrica privata. Parallelamente, la qualità dell'aria è migliorata: in quasi tutte le città infatti sono rispettati i limiti annuali del particolato PM2,5, anche se i livelli medi restano superiori a quelli europei e l'intera popolazione è esposta a concentrazioni oltre le soglie indicate dall'Oms. Sul fronte della giustizia, il quadro normativo italiano mostra significativi segnali di rinnovamento, con l'approvazione di importanti riforme come quelle sulla disabilità e sull'assistenza agli anziani e le modifiche degli articoli 9 e 41 della Costituzione relativi alla tutela dell’ambiente e della biodiversità nel rispetto degli interessi delle future generazioni.
Le criticità
Il settore sanitario, pur beneficiando di un incremento della spesa pubblica, soffre di croniche carenze: liste d'attesa infinite, un numero crescente di persone che rinuncia alle cure (7,6% della popolazione) e un aumento della spesa sanitaria privata. Il risultato è una preoccupante povertà sanitaria che affligge l'1,6% delle famiglie. Mentre la povertà assoluta, il principale indicatore delle disuguaglianze sociali, è cresciuta dal 6,2% nel 2016 all’8,5 del 2023. Rispetto ai Paesi Ocse l’Italia spendo meno per l'istruzione, inclusa quella terziaria, e ha meno laureati entro il termine previsto degli studi, con uno scarto di oltre dieci punti percentuali. Continua l’uso eccessivo dell’auto privata, che copre il 66,3% degli spostamenti e rispetto agli standard europei siamo carenti di infrastrutture di trasporto pubblico. Sul fronte delle risorse, persiste il fenomeno delle perdite d'acqua dalle reti di distribuzione, con punte oltre il 50% al Sud. Infine, l’urbanizzazione in continua crescita, con conseguente perdita di aree naturali e suolo fertile, ha causato all'Italia un danno economico stimato in quasi 9 miliardi di euro all'anno tra il 2006 e il 2022.
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Ricerca, pubblica amministrazione, imprese e formazione le quattro macroaree di intervento. Previsto il coinvolgimento attivo degli stakeholder. Nel documento anche il richiamo alla necessità di competenze specialistiche. 1/8/24
Focus su Agenda 2030 e il “fattore” Sud
Tutte le regioni faticano a compiere passi significativi verso il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, si legge nella relazione sulla base dell’andamento rilevato nel periodo 2010-2022. In generale, sono in miglioramento salute (Goal3) ed economia circolare (Goal 12), mentre peggiorano fame (Goal 1), vita sulla Terra (Goal 15) e istituzioni (Goal 16). I restanti Goal confermano la situazione registrata nel 2010. Il Mezzogiorno, oltre a mostrare dati inferiori alla media nazionale per quasi tutti gli Obiettivi Onu, vive anche il fenomeno definito come“fattore Sud”, che si manifesta in due modi. In primo luogo, i costi dei servizi sono più elevati, ma la loro qualità è inferiore rispetto al Nord, come nel caso della gestione dei rifiuti, della viabilità e dell'offerta di servizi per l'infanzia. In secondo luogo, vi è una minore allocazione di risorse, che si traduce in un'offerta ridotta di servizi. Ad esempio, solo il 9,6% dei bambini in Campania ha accesso alla mensa scolastica, a fronte del 33,3% in Toscana. Inoltre, gli investimenti pro capite in servizi sociali sono inferiori rispetto al resto d'Italia, nonostante il contesto di maggiore povertà.
di Antonella Zisa