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Quando guardiamo da vicino i diritti dei minori scopriamo “tante Italie diverse”
In Calabria la povertà relativa tra i minori è il doppio rispetto alla media nazionale. Servizi deboli nelle aree con situazioni più critiche. L’analisi dei divari regionali nel Rapporto del Gruppo Crc. 18/12/24
In Italia le disuguaglianze territoriali sono evidenti sin dalla nascita, influenzando profondamente la vita di bambine e bambini: tra la Provincia di Trento e la Campania c’è una differenza nella speranza di vita alla nascita di tre anni (rispettivamente 84,6 e 81,4 anni). Il divario regionale si riscontra anche nell’incidenza della povertà relativa tra i minori: nel 2022 il tasso di povertà relativa a livello nazionale era del 22,2%, con forti differenze tra la Calabria (44,9%) e il Trentino-Alto Adige (8,8%). Sono solo due delle “tante Italie” che emergono dalla terza edizione del rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – I dati Regione per Regione 2024”, l’indagine triennale realizzata dal Gruppo di lavoro per l’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo Crc) e diffusa il 12 dicembre per fornire una panoramica della condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia.
La maggior parte degli indicatori analizzati nel Rapporto mostra una situazione di crescente difficoltà e, oltre alle storiche differenze Nord-Sud, emergono anche disuguaglianze tra le stesse Regioni del Nord.
L’abbandono scolastico, che nel 2022 era pari al 10,5% a livello nazionale, diminuisce in tutte le Regioni tranne in Abruzzo, Sardegna e nella Provincia di Bolzano e di Trento.
A livello nazionale cala la percentuale di ragazze e ragazzi che nel tempo libero praticano sport (57,8% nel 2022): Campania e Sicilia registrano i valori più bassi (41,9% e 42,2%), mentre Valle D’Aosta e Liguria quelli più alti (76% e 70,7%). In aumento la percentuale di bambine e bambini obesi e gravemente obesi che nel 2022 arriva al 9,8%. Campania (18,6%), Calabria (15,5%) e Puglia (14,8%) registrano i tassi più alti di obesità fra i minori, con un divario significativo rispetto alle Province di Treno e Bolzano dove la percentuale è rispettivamente del 3% e del 3,9%.
Preoccupante la crescita del numero di minorenni negli istituti penali, più che raddoppiate negli ultimi anni (da 139 nel 2021 a 311 nel 2024), un segnale di criticità del sistema giudiziario minorile che ha tradizionalmente considerato prioritario il percorso educativo rispetto alla detenzione.
Anche gli indicatori caratterizzati da un andamento positivo mostrano forti disuguaglianze territoriali. A livello nazionale, ad esempio, continua a crescere il numero di posti disponibili nei servizi socio-educativi per la fascia di età compresa tra 0 e 2 anni, con una media nazionale pari al 30% nel 2023. L’aumento registrato in questi anni, come evidenziato anche dal Rapporto ASviS 2024, permetterebbe di raggiungere l’obiettivo del 33% entro il 2027. A livello regionale però la situazione è molto diversa: 11 Regioni, quasi tutte del Centro-Nord, superano il 33%; una sola Regione, l’Umbria, raggiunge il 46,5%; in Campania e in Sicilia i posti disponibili sono pari solo al 13,2% e 13,9%.
Cresce anche il numero di bambine e bambini che usufruiscono del servizio mensa della scuola primaria (nel 2022 pari al 57,5% a livello nazionale), ma in Sicilia, Puglia e Campania i tassi sono molto più bassi (meno di un bambino su quattro). “Proprio nelle aree dove è più forte la povertà minorile, questi servizi sono più deboli” si legge nel Rapporto.
Il Gruppo Crc denuncia, anche in questa terza edizione del Rapporto, la mancanza di dati disaggregati sull’infanzia e sull’adolescenza, una carenza che dovrebbe essere colmata sia dal governo centrale sia dalle istituzioni regionali. Sono infatti pochissime le Regioni che si sono dotate di un osservatorio che raccolga e renda disponibili i dati relativi ai minori.