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Venezia, la città che potrebbe finire sott’acqua. Ma si può ancora intervenire
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia prevede la sommersione di 139 km² della città entro il 2150. Nasa: tasso innalzamento mari raddoppiato dal 1993 per riscaldamento globale. Nel 2024 +1,6°C su livelli pre-industriali. 7/4/2025
L’innalzamento del livello del mare è una realtà che sta colpendo il destino del nostro Paese. Secondo lo studio “Multi-temporal relative sea level rise scenarios up to 2150 for the Venice lagoon”, realizzato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), entro il 2150 il livello del mare potrebbe aumentare fino a 3,47 metri sopra la quota attuale, sommergendo un’area di 139 chilometri quadrati della città di Venezia.
Un livello del mare sempre più in crescita
Il livello del mare sta aumentando di 0,59 centimetri l’anno, un valore che si inserisce in un quadro allarmante, considerato che le previsioni indicavano un incremento massimo di +0,43 centimetri. Nel 2024 il riscaldamento globale ha raggiunto il record di +1,6°C rispetto ai livelli pre-industriali, portando alla fusione delle calotte glaciali e all’espansione termica degli oceani, che stanno accelerando un processo ormai fuori controllo. Gli scienziati del Jet propulsion laboratory della Nasa, gestito dall’Istituto di tecnologia della California, sostengono che questo fenomeno è strettamente legato alle emissioni di gas serra e all’azione umana che continua a modificare l’equilibrio del pianeta.
Il tasso di innalzamento annuale del livello del mare a livello globale è più che raddoppiato dal 1993 al 2023, portandolo a 10 cm in più nel 2024, per cui, se osserviamo il trend degli ultimi decenni, emerge una chiara crescita esponenziale. Entro il 2030 potremmo assistere a un incremento di 12 cm del livello del mare, mentre nel 2040 si potrebbe arrivare a 16 cm. Secondo gli scenari più pessimistici, se la tendenza non dovesse cambiare, la situazione potrebbe essere persino peggiore di quanto previsto.
Il futuro di Venezia
Tra le città più minacciate dall’innalzamento del mare troviamo Venezia. Il Mose (Modulo sperimentale elettromeccanico), l’importante sistema di barriere mobili progettato per proteggere la città da alte maree, maremoto, inondazioni e mareggiate fino ai 3 cm, potrebbe non essere più sufficiente entro la fine del secolo: le previsioni suggeriscono che già nel 2030, in caso di eventi estremi, Venezia potrebbe trovarsi esposta a inondazioni incontrollabili.
Gli studi realizzati dall’’Ingv evidenziano che la laguna di Venezia mostra già un trend di crescita del livello marino superiore alla media globale e mediterranea: la combinazione di cambiamento climatico, cedimento del terreno e aumento della frequenza degli eventi di alta marea rendono la situazione sempre più drammatica. Se le proiezioni dell’Ingv sull’innalzamento del livello del mare di 3,47 metri entro il 2150 si avverassero, le mareggiate potrebbero rendere inabitabili vaste aree della città, con conseguenze devastanti per la popolazione e il patrimonio storico e artistico. Tuttavia, Venezia rischia di perdere la sua vivibilità già nei prossimi decenni, rendendo necessario un intervento immediato da parte delle autorità.
Marco Anzidei, ricercatore Ingv, lancia un chiaro messaggio: “Gli scenari delineati suggeriscono che è necessario intraprendere il prima possibile degli aggiornamenti alla pianificazione territoriale e ai piani di rischio, con azioni concrete per proteggere Venezia e la sua laguna”.
La politica e le istituzioni devono agire al più presto. Il Mose necessita di aggiornamenti per adattarsi a scenari sempre più estremi. Servono, inoltre, interventi strutturali e strategie a lungo termine per mitigare gli effetti dell’innalzamento del mare, ridurre le emissioni di gas serra e trovare soluzioni di adattamento per le comunità costiere.
Fonte copertina: 123rf, juliasha