Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Senza sostenibilità, due imprese su tre prevedono un calo di competitività

Una ricerca di iSustainability fotografa l’integrazione della sostenibilità nel business. Il 93% delle aziende ne riconosce il valore strategico, ma solo il 15% ritiene di fare abbastanza. Occorre superare il gap tra visione e azione. 29/5/25

giovedì 29 maggio 2025
Tempo di lettura: 3 min

Cresce nelle imprese italiane la consapevolezza che la sostenibilità sia un fattore strategico e non solo normativo. Il 93% riconosce un forte legame tra impatto e sostenibilità, l’89% la collega al proprio modello di business e l’84% vede nel digitale un acceleratore per la transizione. Permangono comunque alcune criticità: il 54% si dichiara poco o per nulla consapevole dell’impatto ambientale delle piattaforme digitali, e solo il 15% delle aziende ritiene di stare già facendo abbastanza.

È quanto emerge dall’indagine “La terza via della sostenibilità 2025”, presentata il 15 maggio da iSustainability – nuova realtà del gruppo Digital360 –, che intende indagare se esista un approccio intermedio tra la sostenibilità come puro adempimento normativo e le spinte negazioniste, focalizzandosi sulla trasformazione del business.

Secondo la ricerca, più di due imprese su tre (67%) prevedono un calo di competitività nei prossimi cinque anni in assenza di integrazione sostenibile. La sostenibilità, non più affrontata come questione meramente opzionale, impone di superare il gap tra visione e azione, abbracciando una trasformazione che è insieme culturale, digitale e strategica.

“Le imprese hanno ormai posto la sostenibilità fra le priorità strategiche. È considerata fattore di crescita per i benefici che comporta in termini sia di relazione con gli stakeholder sia di efficienza e risparmio”, ha dichiarato Massimo Arioli, Ceo di Digital360.

 

La ricerca, i suoi obiettivi e i risultati

Lo studio si basa su un sondaggio rivolto a 103 imprese italiane, di diversa dimensione e appartenenti a 10 settori chiave, dal manifatturiero ai servizi, passando per tecnologia, food, luxury e utility. Esplora come le imprese integrano gli obiettivi Esg, il ruolo del digitale, la cultura aziendale e le prospettive future.

"La ricerca ci restituisce un quadro di grande consapevolezza da parte delle aziende su cosa sia la sostenibilità e sulla sua integrazione nelle attività di business: essere sostenibili significa ridurre in modo significativo i propri impatti rilevanti e, di conseguenza, è necessario focalizzare l’attenzione sull’evoluzione del modello di business. Allo stesso tempo, le aziende sono ben consapevoli che il percorso è ancora lungo: lo dimostra un dato significativo, secondo cui l’85% ritiene di dover ancora lavorare molto sulla riduzione degli impatti", ha spiegato Riccardo Giovannini, AD di iSustainability.

Secondo la ricerca, l’80% delle imprese considera la sostenibilità pienamente integrata nel proprio business, solo il 20% la vede ancora come un’attività separata. Ciò che più conta è che il reporting è sempre meno percepito come puro esercizio di comunicazione: il 53% lo considera equilibrato tra funzione strategica e rendicontazione, il 20% lo interpreta come leva strategica.

Non meno importante è il tema culturale. L’85% delle imprese ritiene che il cambiamento organizzativo sia essenziale per integrare davvero la sostenibilità. “Cultura aziendale, consapevolezza dell’impatto e trasformazione digitale sono i veri fattori abilitanti della transizione”, si legge nella ricerca.


Prospettive e priorità

Sul fronte delle azioni future, il 47% delle aziende indica come priorità il coinvolgimento attivo di partner e stakeholder, il 22% l’allineamento del modello di business e il 16% una maggiore attenzione agli impatti. Solo il 15% afferma di essere già su un buon livello, un segnale che la transizione è in corso, ma ancora lontana dal compiersi.

Particolarmente rilevante è l’approccio delle Pmi, che mostrano una sensibilità crescente al coinvolgimento della filiera e alla costruzione di una massa critica di attori sostenibili. Il settore Food & Beverage punta sul ripensamento del modello di business, mentre il Luxury si concentra sull’impatto ambientale e sociale.

Scarica la ricerca

 

Fonte copertina: pitinan, 123rf.com

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