Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Ansia per il futuro e ricerca di benessere: l’Italia è fragile e individualizzata

Il 71% degli italiani teme per il proprio futuro. Solo il 21% si sente “soddisfatto” del proprio benessere psicofisico. Cresce la domanda di un nuovo welfare che integri salute, benessere psicologico e nuove forme di sostegno. 16/12/25

martedì 16 dicembre 2025
Tempo di lettura: min

Il Rapporto 2025 del Social Sustainability Lab di Eikon Strategic Consulting intitolato Salute, benessere e sostenibilità”, realizzato con Adnkronos, offre una fotografia nitida delle tensioni che attraversano l’Italia. Presentata in occasione della Social Sustainability Week, l’indagine sottolinea che la sostenibilità sociale, uno dei pilastri dell’Agenda 2030 dell’Onu, non scompare ma si ritrae da piano collettivo a quello individuale, trasformandosi in un bisogno di protezione e stabilità in un contesto percepito come sempre più incerto.

Il campione di 2dmila persone tra i 16 e i 75 anni rivela un Paese segnato da un sentimento di insicurezza diffusa: sette italiani su dieci guardano al proprio futuro con apprensione, mentre l’84% teme per le prospettive del Paese e l’87% per quelle del Pianeta. Guerre, cambiamento climatico e instabilità economica alimentano una percezione del domani come qualcosa da subire più che da progettare.

La sostenibilità sociale si privatizza

Questa percezione si riflette anche nella conoscenza della sostenibilità: quasi tre quarti degli intervistati conosce l’Agenda 2030, ma solo una minoranza afferma di conoscerne nel dettaglio gli Obiettivi. I temi più citati, dalla povertà alla salute, vengono avvertiti soprattutto come problemi privati e non come ambiti in cui mobilitare l’azione collettiva. Quasi nove italiani su dieci, sottolinea l’indagine, dichiarano di prendersi cura di sé, ma solo il 21% si dice soddisfatto del proprio benessere, e appena il 14% esprime un giudizio positivo sulla gestione dello stress. La sensazione di fragilità fisica e psicologica attraversa fasce diverse della popolazione, con segnali più marcati tra le donne e tra chi vive condizioni socioeconomiche meno favorevoli.

Un Paese più fragile

I risultati evidenziano come le preoccupazioni più ricorrenti riguardino la salute, soprattutto quando si tratta di patologie croniche e degenerative, mentre mal di schiena, problemi intestinali, cefalee e disturbi legati allo stress compongono una mappa di fragilità diffuse, più marcate tra le donne. Anche il rapporto con il Servizio sanitario nazionale rispecchia questo dualismo: una parte significativa del campione ne riconosce preparazione e professionalità, ma la percezione di scarsità di personale e di difficoltà di accesso alimenta la convinzione che strumenti integrativi saranno sempre più necessari. Non stupisce, quindi, che emerga un orientamento crescente verso forme di sanità privata o assicurazioni complementari, considerate da molti indispensabili per affrontare il futuro.

Benessere come ecosistema

Il bisogno di benessere si traduce anche in una domanda crescente di terapie integrate e supporti non solo medici ma psicologici, educativi e relazionali. L’idea di cura si amplia, superando il modello tradizionale centrato sulla malattia per abbracciare un approccio più ampio alla qualità della vita, che coinvolge alimentazione, movimento, gestione dello stress e sostegno psicologico. È in questo contesto che le aziende iniziano a occupare un ruolo crescente: sempre più italiane e italiani attribuiscono al mondo del lavoro la responsabilità di costruire condizioni di benessere quotidiano, dalla prevenzione al supporto emotivo, dalla conciliazione vita-lavoro a nuovi modelli di welfare aziendale. È un cambiamento strutturale, alimentato dalla percezione che le istituzioni pubbliche non riescano più a rispondere pienamente alla complessità dei bisogni emergenti.

Una nuova idea di sostenibilità sociale

Il Social Sustainability Lab descrive un’Italia che si sente esposta, affaticata e spesso sola, ma che al tempo stesso è alla ricerca di nuove forme di equilibrio e di protezione. La sostenibilità sociale, da progetto collettivo, si sta trasformando in un ecosistema di pratiche individuali e nuove responsabilità distribuite tra persone, imprese e sistemi di cura. La sfida, oggi, è trasformare questa domanda diffusa di benessere in un motore di ricomposizione sociale, restituendo al futuro una dimensione di possibilità e non solo di timore.

Scarica l’indagine

 

Copertina: Unsplash

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