Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Freedom house: democrazia in crisi in Europa orientale e balcanica

Il rapporto annuale dell’organizzazione denuncia che mai, nell’ultimo decennio, le istituzioni e la tenuta democratica dei Paesi della vasta regione euro-asiatica sono state così deboli e in pericolo. 11/5/20


L’Ungheria non dovrebbe essere più considerata una democrazia, la Polonia sta prendendo la stessa direzione, la democrazia nei Balcani si sta erodendo a causa dell’influenza cinese e russa e l’Unione europea non sta facendo abbastanza per invertire la rotta. È il quadro allarmante che Freedom house, organizzazione per i diritti civili con sede a Washington, descrive nel suo ultimo “Nations in transit 2020” , l’unico studio globale su 29 Stati dell'ex Unione sovietica e dell'Europa orientale e balcanica sul tema. Nel Rapporto, pubblicato il 6 maggio, gli autori hanno registrato relativamente al 2019 “una straordinaria crisi democratica”, affermando che oggi ci sono nella regione “meno democrazie che in qualsiasi momento da quando è stata lanciata la relazione annuale nel 1995”.

Secondo i risultati del Rapporto, l'Ungheria è ora un “regime ibrido”, avendo perso il suo status di "democrazia semi-consolidata" a causa dei continui attacchi del primo ministro Viktor Orbán alle istituzioni democratiche del Paese. L'adozione di una legge di emergenza che consente all’esecutivo di governare con decreto indefinitamente, introdotta durante la Pandemia, “ha ulteriormente mostrato il carattere non democratico del regime di Orbán”, hanno scritto gli autori, aggiungendo che "il declino dell'Ungheria è stato il più precipitoso mai registrato”.

La Polonia, un altro membro dell'Ue, è stata declassata a “democrazia semi-consolidata” dopo gli attacchi al sistema giudiziario e all’indipendenza dei magistrati. Riforme che hanno attirato aspre critiche dalle associazioni di magistrati, scesi in piazza a tutela della propria indipendenza. Il report ha evidenziato che “decine di giudici polacchi rischiano sanzioni per motivi frivoli o per aver semplicemente tentato di rispettare il diritto dell'Unione europea. Le punizioni possono variare da avvertimenti e riduzioni di stipendio fino alle pene detentive”.

Il Rapporto esprime anche serie preoccupazioni per l’area balcanica. Serbia e Montenegro, due nazioni che in futuro sperano di aderire all'Unione europea, quest'anno hanno raggiunto l’Ungheria nella categoria dei “regimi ibridi” dopo che i loro leader “hanno rovesciato quei Paesi” con atti di autoritarismo.

Secondo Freedom House, in un quadro globale già critico e aggravato ora dal Covid-19, l'influenza delle grandi potenze straniere è stato un fattore destabilizzante. “Oltre alla continua influenza della Russia, la Cina ha promosso un'ambiziosa politica estera praticamente in tutti i 29 Paesi della regione", hanno affermato gli autori. "Il regime di Xi Jinping sta diffondendo il suo potere, sfruttando le debolezze istituzionali e inserendosi in strutture politiche ed economiche corrotte”.

Complessivamente, dei 29 Paesi valutati dieci sono stati classificati come democrazie, altri dieci come regimi ibridi e nove come regimi autoritari. Nell’ultimo decennio, il numero di regimi ibridi è più che triplicato, mentre il numero di democrazie è sceso di un terzo. Freedom house, che ha tra i principali finanziatori il governo degli Stati Uniti, fornisce a ogni Paese un “punteggio di democrazia” basato su sette categorie, tra cui elezioni, corruzione, indipendenza giudiziaria e libertà dei media.


Scarica il Rapporto


di Andrea De Tommasi

lunedì 11 maggio 2020

Aderenti