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La spesa dello Stato del 2020 è stata riclassificata secondo l’Agenda 2030
Dall’analisi della Corte dei conti emerge che circa il 58,8% della spesa è stata orientata allo sviluppo sostenibile, ma le risorse vengono assorbite soprattutto dai Goal su disuguaglianze, salute, lavoro e pace e istituzioni. 2/7/21
E’ stata presentata la “Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2020” della Corte dei conti che contiene un quadro di riferimento per la rilettura del bilancio statale in chiave Agenda 2030 “considerato il crescente rilievo dei temi legati alla sostenibilità ambientale in gran parte dei settori economici e sociali in cui si articola l’azione pubblica”.
Nella relazione vengono descritti contesto macroeconomico di riferimento e politiche di entrata e di spesa portate avanti dallo Stato nel corso di un anno. Si tratta del “documento più significativo in termini di esposizione dei risultati conseguiti con l’impiego delle risorse del bilancio dello Stato e tiene conto degli esiti derivanti dall’intero ciclo dei controlli”.
L’impianto della Relazione è in linea con l’impostazione degli anni precedenti. Particolare attenzione è stata però posta agli interventi adottati per fronteggiare la crisi economica e sociale generata dalla diffusione del virus.
L’Agenda 2030 e il Rendiconto 2020. La rappresentazione delle politiche di spesa secondo gli Obiettivi dell’Agenda 2030 è ancora in fase di sperimentazione. Quello che si sta cercando di fare con questi “primi passi”, è la definizione di una metodologia che consenta di associare politiche dei ministeri e specifico Obiettivo/Target dell’Agenda 2030.
L’analisi è stata effettuata sul Rendiconto del 2020, in relazione agli stanziamenti definitivi di spesa. Per cercare di racchiudere tutte le informazioni necessarie, è stato diffuso un questionario alle amministrazioni centrali per conoscere quali interventi, progetti e misure siano stati portati avanti con l’orizzonte dello sviluppo sostenibile.
Per la definizione del perimetro di spesa utile a questa classificazione, prima si è fatto riferimento alle spese programmate dalle amministrazioni per “funzioni istituzionali” (quelle che caratterizzano ciascuna amministrazione), poi si è analizzato il grado di sensibilità/corrispondenza per ciascun Goal. In questa fase sono state però escluse le “funzioni gestionali” dell’amministrazione (si tratta per esempio di redditi da lavoro dipendente, consumi intermedi e delle imposte pagate sulla produzione).
In sostanza, secondo l’analisi della Corte dei conti, circa il 58,8% della spesa primaria finale dello Stato (che ammonta a oltre 800 miliardi di euro) è orientata allo sviluppo sostenibile. L’entità delle risorse che sono state indirizzate in modo diretto ai Target dell’Agenda 2030, è pari a oltre 300 miliardi di euro.
Risorse indirizzate soprattutto ai Goal 10-8-3-16. Circa l’83% di tutte le risorse sono state assorbite da soli quattro Goal. Un dato che evidenzia come nel 2020 il Governo si sia soffermato soprattutto sulle politiche di mitigazione degli effetti sociali generati dal Covid-19.
Al Goal 10 (Ridurre le disuguaglianze) è stato destinato il 32,6% di questi stanziamenti; al Goal 3 (Salute e benessere) il 19,1%; al Goal 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica) il 18,9%; e al Goal 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide) l’11,7%. Come si evince anche dalla seguente immagine, ai restanti Goal è invece toccato meno dell’1%, fatta eccezione per il Goal 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture) a cui sono state indirizzate il 6,7% delle risorse.
di Ivan Manzo