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Osservatorio europeo sicurezza: Coronavirus prima preoccupazione
La pandemia ha diminuito i timori per altre questioni, come immigrazione e corruzione. Ma nella classifica italiana delle priorità, l’economia supera il Covid-19; cresce l’attenzione per la qualità dei servizi. 7/7/21
È stato pubblicato il 13esimo Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa realizzato dalla Fondazione Unipolis e da Demos & Pi, intitolato “Il virus dell’insicurezza, lo scudo della scienza”.
Il Rapporto, presentato durante un evento in diretta streaming il 23 giugno, ha indagato l’indice di insicurezza sociale ed economica e la fiducia degli europei nella scienza e nella tecnologia. I Paesi coinvolti dal sondaggio, condotto a maggio 2021, sono stati l’Italia, la Germania, la Francia, il Regno Unito e i Paesi Bassi.
Il coronavirus principale preoccupazione europea. In quattro Paesi su cinque, il coronavirus è stato indicato come oggetto prioritario in una eventuale agenda di governo, seguito dall’economia. In Italia si conferma, rispetto al 2020, una rilevanza dei temi economici: il 30% delle persone intervistate li ha indicati come i più importanti da affrontare. La preoccupazione legata alla situazione economica emerge anche da altri dati: solo il 26% degli italiani si dichiara soddisfatto dell’andamento generale dell’economia e il 30% delle opportunità lavorative, contro una media europea rispettivamente del 44% e del 47%.
La pandemia ha diminuito la preoccupazione per altre questioni, come l’immigrazione, l’inefficienza della politica e la corruzione. L’unica eccezione riguarda la qualità dei servizi, tema che acquista valore sia in Francia che in Italia. La pandemia ha evidenziato l’importanza di avere servizi di qualità, incluse sanità e istruzione.
In Italia forti le preoccupazioni globali. Il Rapporto dedica una sezione agli indici di insicurezza in Italia, sulla base di un sondaggio condotto ad aprile 2021 che ha esaminato le opinioni di un campione di 1.066 persone su tre dimensioni: insicurezza globale, insicurezza economica e insicurezza legata alla criminalità.
Il 70% delle persone intervistate si è detta frequentemente preoccupata da almeno una di queste questioni legate alla sfera globale: ambiente e natura, sicurezza alimentare, guerre e globalizzazione. I temi che destano maggiore preoccupazione sono: la distruzione dell’ambiente e della natura e l’insorgere di nuove epidemie.
Le incertezze economiche sono diminuite. Nel periodo pre pandemico, il 58% degli italiani si diceva frequentemente preoccupato per questioni, presenti e future, legate all’economia. Nel 2021 la percentuale è scesa al 53%. La preoccupazione legata alla criminalità si attesta al 30%, in calo rispetto al 36% ad inizio 2020.
Gli indici dell’insicurezza in Italia: il trend
Fiducia nella scienza e nella tecnologia. La seconda parte del Rapporto ha indagato l’interesse e la fiducia dei cittadini europei nella ricerca e nel progresso tecnologico e scientifico. Circa otto persone su dieci dichiarano di fidarsi della scienza, intesa come insieme di conoscenze acquisite attraverso la ricerca e l’applicazione di metodi rigorosi, e degli scienziati. In Italia il tasso di fiducia sale al 92%. Come evidenziato da Fabio Bordignon, professore dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e ricercatore presso Demos & Pi, durante l’evento di presentazione del Rapporto, la fiducia nella scienza non è incondizionata, bensì critica. “Quello che traspare dai dati è che le persone, sempre più informate e con sempre maggiori strumenti a disposizione, sembrano ritenere di essere in grado di valutare autonomamente l’attendibilità delle notizie. Il 23% degli intervistati ha dichiarato di fidarsi di una notizia solo dopo averla verificata personalmente.”
Una minoranza crede a teorie alternative. Dal Rapporto risulta evidente l’esistenza di una minoranza di persone che ritiene molto e/o abbastanza credibili alcune teorie alternative: in media, ad esempio, una persona su quattro ritiene che il Covid-19 sia stato sviluppato e mantenuto in circolazione per favorire le compagnie farmaceutiche. L’importanza di non trascurare questa minore, ma significativa parte della popolazione è stata sottolineata sia nel Rapporto sia dalle persone che sono intervenute durante l’incontro di presentazione.
di Maddalena Bindi