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Allarme Unicef: 300 milioni di bambini nel mondo respirano aria troppo inquinata
Un bambino su sette vive in aree in cui l'inquinamento dell'aria è superiore di sei volte agli standard internazionali fissati dall’Oms, rischiando di contrarre malattie polmonari. A rivelarlo è il nuovo rapporto dell’Unicef.
La ventiduesima Conferenza delle Parti (Cop 22) per discutere del cambiamento climatico che si sta svolgendo a Marrakesh (7-18 novembre) si troverà ad affrontare anche il problema della contaminazione dell’aria per i bambini. L’Unicef, infatti, ha deciso di lanciare un appello ai leader mondiali ad agire subito per ridurre la contaminazione dell'aria nei loro paesi, in seguito alla pubblicazione dei dati allarmanti emersi dal nuovo rapporto “Clear the air for children” dell’agenzia Onu.
Il Rapporto evidenzia gli effetti dell’inquinamento sulla salute dei bambini, illustrando la situazione dei paesi del mondo. Sono 300 milioni i bambini che respirano aria inquinata, rischiando di contrarre malattie polmonari come l’asma e la polmonite, ma anche tumori, ictus e infarti. L’esposizione riguarda adulti e bambini, ma questi ultimi risultano più vulnerabili, soprattutto per via della loro respirazione due volte più veloce rispetto a quella degli adulti e per il loro peso corporeo inferiore. L’inquinamento atmosferico contribuisce ogni anno alla morte di circa 600mila bambini sotto i cinque anni, minacciando la vita e il futuro di milioni di altri.
Le immagini satellitari offerte dal Rapporto illustrano le aree con i valori maggiori di inquinamento atmosferico. L’Asia meridionale è l’area maggiormente colpita, seguita dall’Africa e le regioni dell'Asia orientale e del Pacifico. In Europa i dati sono meno allarmanti, ma le immagini evidenziano chiaramente come l’inquinamento maggiore da PM 2,5 (particolato di diametro inferiore ai 2,5 micrometri) si trovi proprio in Italia (si veda la fig. 1).
Infatti, una delle debolezze maggiori per l’Italia relativamente ai target del terzo obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite sulla salute riguarda proprio l’esposizione della popolazione urbana ai particolati (concentrati soprattutto nel Nord) e all’inquinamento da ozono (in particolare al Sud e nelle aree rurali). Come emerso dal Rapporto ASviS 2016 “L’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, “il nostro Paese continua a caratterizzarsi (anche a causa della mancanza di una strategia nazionale) per tassi tra i più alti rispetto a quelli rilevati nei paesi europei e nelle grandi economie industriali dell’Europa occidentale, nonché per l’inadempienza rispetto ai valori limite fissati dalla normativa comunitaria”. Nel 2014 la Commissione europea ha aperto anche una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese per non aver rispettato i valori limite giornalieri e annuali stabiliti dalla Direttiva 2008/50/CE.
Occorre introdurre nuove misure per ridurre la contaminazione dell'aria nel mondo e in Italia per garantire un futuro più sano alle prossime generazioni, tutelando la loro salute.
di Flavia Belladonna