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Green deal: per una giusta transizione servono più dati su lavoro e ambiente
Il Rapporto Eu-Ansa presenta i risultati della ricerca sugli aspetti socioeconomici delle politiche europee in materia di clima, energia e crescita economica. Fondamentale la tutela dei gruppi più svantaggiati. 2/2/22
Per garantire una transizione responsabile, sono necessari sforzi concertati da parte di governi, aziende e lavoratori per gestire e anticipare il cambiamento. Occorrono piani concreti per tutelare i lavoratori che cambiano mansione, nuovi modelli aziendali e garanzia di occupazione di qualità. Al contempo l’attuazione del Green deal europeo richiede approcci più olistici e coordinati per quanto riguarda le sue dimensioni socioeconomiche. Sono alcuni dei temi contenuti nel rapporto “Eu-Ansa mapping report: Socioeconomic aspects of sustainable development”, pubblicato a dicembre dalla Rete delle agenzie dell'Unione europea sulla consulenza scientifica (Eu-Ansa). Il documento, frutto di due sondaggi condotti tra le agenzie associate, evidenzia come i membri Ue-Ansa stanno affrontando gli effetti socioeconomici dello sviluppo sostenibile. I risultati dell'indagine mostrano che gli ambiti più studiati comprendono l'economia, l'occupazione, le competenze e la formazione, le disuguaglianze di genere, la salute e sicurezza, gli aspetti sociali, il ruolo della regolamentazione e il dialogo sociale. Sebbene la maggior parte dei lavori svolti dalle agenzie sia antecedente al lancio del Green deal europeo, le loro ricerche riguardano molte dimensioni interessate dal piano e in futuro, tutte le agenzie amplieranno il lavoro in questo campo, facilitando il ruolo delle istituzioni, che potranno attingere ai risultati delle ricerche per pianificare azioni mirate.
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L’approccio. Le agenzie hanno affrontato il tema dello sviluppo sostenibile e dei suoi effetti socioeconomici a livello macro, meso e micro. Il livello macro si riferisce ai cambiamenti sistemici e agli effetti a livello di Paese. Il livello meso si concentra su industrie, regioni, città, gruppi vulnerabili, minoranze e altri gruppi demografici. Il livello micro include il livello aziendale, i lavoratori e le strategie green del mondo produttivo. Nonostante la distinzione tra i vari livelli sia concettuale, molti dei rapporti pubblicati interessano più di un livello. Ad esempio, l’analisi “Greening of industries in the Ue” dell’agenzia Eurofound studia gli effetti delle strategie sulla sicurezza dell'occupazione, sulle skills dei lavoratori, sullo sviluppo professionale, sui salari, sull'orario di lavoro, sulla rappresentanza dei lavoratori.
Le lacune nei dati. Allo stesso tempo, evidenzia il Rapporto, ci sono lacune importanti relative ad alcuni aspetti e dimensioni socioeconomiche. Diverse agenzie sottolineano la necessità di integrare meglio le dimensioni ambientale e sociale. Il coinvolgimento degli attori della società civile nella progettazione e nell'attuazione delle misure ambientali è fondamentale per l'efficacia delle politiche. Per quanto riguarda l'uguaglianza di genere, le donne restano sottorappresentate nella definizione, pianificazione e attuazione delle politiche ambientali. Ciò accade in settori chiave come energia, trasporti, acqua e rifiuti, agricoltura, silvicoltura e pesca. Secondo il Rapporto, la scarsa rappresentanza femminile nel settore energetico influisce sull'innovazione e limita gli sforzi nell’affrontare il cambiamento climatico. Lacune importanti si registrano nella vulnerabilità sociale ai cambiamenti climatici, come ad esempio gruppi di popolazioni in cattive condizioni di salute che vivono in alloggi sociali. È fondamentale, continua il Rapporto, migliorare l’accesso ai dati demografici, riformare i sistemi fiscali e di sicurezza sociale per garantire che siano sostenibili, sostenere la transizione e creare i presupposti per un benessere inclusivo.
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La strada verso il futuro. La future ricerche delle varie Agenzie combineranno metodologie quantitative e qualitative, utilizzando metodi di previsione, casi studio e workshop. Secondo molti membri dell’Eu-Ansa, i loro lavori si concentreranno sul rapporto tra salute e ambiente e indagheranno la correlazione tra aspetti ambientali e disuguaglianze. Il Green deal europeo prevede che per raggiungere l'ambizioso obiettivo della neutralità climatica, occorrerà introdurre dei cambiamenti nei modelli di produzione, nei comportamenti e negli stili di vita dei consumatori. L'accordo sulle misure politiche da adottare richiede impegno e un'ampia partecipazione delle parti interessate (Ong, stakeholder, rappresentanti dell'industria, comunità accademica) a tutti i livelli. Le misure politiche progettate a seguito di un'ampia consultazione possono garantire il sostegno pubblico alle transizioni e alle politiche climatiche.
In ultimo, il Rapporto rileva che non è stata fornita una definizione inequivocabile del concetto di giusta transizione. Sarebbe più vantaggioso adottare un approccio più ampio rispetto a quello attuale contenuto nel Green deal. La transizione colpisce in modo diverso imprese, lavoratori, comunità e gruppi svantaggiati. Questo è un aspetto che deve essere preso in considerazione quando si esamina la giusta transizione. Anche i cambiamenti climatici e i rischi per la salute colpiscono i vari gruppi della società in modo diverso. La distribuzione non uniforme degli impatti dell'inquinamento atmosferico, acustico e delle temperature estreme sulla salute dei cittadini europei rispecchia da vicino le differenze socio-demografiche della società. Alcuni gruppi, come gli anziani e le minoranze, tendono a risentirne maggiormente a causa della loro età o della loro ubicazione in aree relativamente più povere e più inquinate. Anche l’attuazione delle politiche climatiche può avere effetti diversi su particolari gruppi di popolazione, particolarmente colpiti dalle conseguenze della transizione energetica. Per questo, le politiche sociali a sostegno dei gruppi più colpiti giocheranno un ruolo significativo: ad esempio, fondi per la formazione a sostegno della riqualificazione dei lavoratori che rischiano di perdere il lavoro e lotta alla povertà energetica dovrebbero essere tra le priorità delle politiche pubbliche.
di Tommaso Tautonico