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In Italia esiste un forte divario di genere nell’istruzione, dice l’indagine Pisa
L’equità del sistema d’istruzione italiano è superiore alla media Ocse per provenienza socio-economica, ma persistono gravi squilibri tra ragazzi e ragazze. Le prestazioni sono buone in matematica, ma sotto la media Ocse in scienze e lettura.
L’Ocse ha pubblicato gli ultimi risultati dei “Pisa surveys” (Programme for International Student Assessment), il programma per la valutazione internazionale dell'allievo ideato con l’obiettivo di valutare con periodicità triennale il livello di istruzione degli adolescenti dei principali paesi industrializzati per verificare la loro preparazione e capacità ad affrontare la società moderna.
Quest’anno l’indagine oltre a valutare le competenze dei ragazzi di 15 anni in lettura e matematica, si è focalizzata soprattutto sul campo della scienza, analizzando le prestazioni e gli atteggiamenti nei confronti di questa disciplina. I test hanno coinvolto circa 540 mila studenti provenienti da 72 Paesi verificando non solo se gli alunni hanno appreso le nozioni, ma anche se sono in grado di applicarle.
Le prestazioni degli studenti nel campo della scienza raggiungono i punteggi più alti in Oriente: Singapore 556 punti, Giappone 538 e Estonia 534. L’Italia si colloca, con i suoi 481 punti, al di sotto della media Ocse (493 punti). Il valore è rimasto stabile nel tempo, infatti non si registrano cambiamenti significativi dal 2006. Sebbene non sia stata condotta un'analisi delle performance in tutte le regioni italiane, la mappa interattiva dell'indagine di Pisa richiama l'attenzione sul divario tra regioni del nord e quelle del sud, non solo nel campo della scienza ma anche per matematica e lettura: Lombardia, Trento e Bolzano sono caratterizzate da prestazioni elevate (in verde), mentre la Campania presenta valori negativi (in rosso).
L’aspetto più preoccupante per il nostro Paese riguarda il divario di genere: mentre a livello mondiale si assiste in scienze e matematica a una progressiva riduzione del gap a sfavore delle ragazze, in Italia la distanza tra le prestazioni degli studenti e quelle delle studentesse è in aumento dal 2006. Il divario di genere nelle performance influenza le scelte lavorative dei giovani: in media, nei Paesi dell’Ocse, il 25% dei ragazzi e il 24% delle ragazze prevedono di scegliere una professione nel campo della scienza, mentre in Italia le rispettive percentuali sono 24,7% e solo 20,6%.
Le prestazioni degli studenti italiani (485 punti) sono inferiori alla media Ocse (493) anche in lettura, con un valore stabile dal 2006. Le differenze di genere persistono nel nostro Paese anche in questo campo, con uno svantaggio stavolta per i ragazzi. Tuttavia, dal 2009 il divario di genere in lettura si è ridotto a seguito di un miglioramento delle performance per i maschi e un peggioramento per le femmine.
La qualità delle prestazioni italiane è particolarmente positiva per la matematica: le prestazioni degli studenti italiani sono perfettamente in linea con la media Ocse di 490 punti. Inoltre, nel nostro Paese i risultati in questo campo sono migliorati notevolmente tra il 2003 e il 2015, con un aumento medio di sette punti ogni tre anni. Tuttavia, anche in questo campo il divario di genere è molto marcato: sono 20 i punti che separano le prestazioni dei ragazzi rispetto a quelle delle ragazze (a favore del sesso maschile), uno dei divari maggiori tra i partecipanti all’indagine di Pisa.
Nei Paesi dell’Ocse, gli studenti svantaggiati a livello socio-economico hanno una probabilità tre volte superiore, rispetto agli studenti più avvantaggiati, di non raggiungere il livello di competenza di riferimento in scienza. Gli studenti immigrati hanno il doppio delle probabilità rispetto ai loro pari non immigrati di ottenere risultati inferiori. I livelli più alti di equità del sistema d’istruzione si registrano in Canada, Danimarca e Estonia. Anche in Italia gli studenti più svantaggiati a livello socio-economico tendono ad avere risultati peggiori, ma l’equità del sistema italiano è superiore rispetto alla media Ocse (10% di divario delle prestazioni in Italia, contro il 13% dell’Ocse). Sul fronte del divario tra performance di studenti immigrati e non, invece, l’Italia si posiziona al di sotto della media Ocse, ma con un progressivo miglioramento dal 2006.
Alla luce dei risultati di Pisa 2015, la necessità di un maggiore impegno in ambito educativo coinvolge più Obiettivi di sviluppo sostenibile: il quarto, istruzione di qualità, per migliorare le prestazioni rispetto alla media Ocse; il quinto, parità di genere, per ridurre il divario di genere; il decimo, ridurre le disuguaglianze, per attenuare il divario tra studenti immigrati e italiani.
di Flavia Belladonna