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Openpolis: nel 2015 dall'Italia 4 mld alla cooperazione, di cui 1 mld per i rifugiati
Nel MiniDossier “Cooperazione Italia” un quadro globale dell'assistenza allo sviluppo. In termini assoluti gli Usa sono i primi, mentre il nostro Paese arriva 12esimo. Solo Svezia, Uea e Norvegia superano l’1% del reddito nazionale lordo in aiuti.
Nel 2015 l’Italia ha riservato all'aiuto pubblico allo sviluppo (aps) quasi 3miliardi e 954milioni. Il totale delle risorse destinate alla cooperazione viene suddiviso tra canale bilaterale, ossia affidato ai singoli Paesi in via di sviluppo, e multilaterale, cioè quello curato da organizzazioni internazionali quali l'Onu: in media negli ultimi 5 anni a questi sono stati destinati relativamente il 67,16% e il 32,84% del budget totale.
A fornire le cifre sull'aiuto che l’Italia e i Paesi sviluppati riserva alla cooperazione allo sviluppo è il MiniDossier “Cooperazione Italia” realizzato da Openpolis in collaborazione con Oxfam, pubblicato il 28 novembre, nel quale, oltre a un'analisi del nostro Paese si possono confrontare su scala globale anche le tendenze, le iniziative e le politiche degli altri Stati.
Nel 2014 il volume mondiale di risorse destinate all’aps ha sfiorato i 139 miliardi e mezzo di euro. L’88,45% del totale è stato trasferito dai Paesi Dac, ovvero appartenenti al Comitato per l’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Ocse, di cui è membro anche l’Italia. Un altro 10,02% arriva dalle agenzie multilaterali, mentre la quota finanziata da Paesi non Dac è dell’1,53% del totale.
In termini assoluti gli Usa sono il Paese che ha donato la cifra più alta in aps lo scorso anno con 28 miliardi di euro, mentre nella classifica internazionale l’Italia risulta dodicesima. Mettendo però in relazione la percentuale di aps rispetto al reddito nazionale lordo si può valutare il reale contributo alla cooperazione rispetto al volume dell’economia e della ricchezza nazionale. Così gli Stati Uniti arrivano 22esimi e l’Italia passa invece al 21esimo posto. Solo Svezia, Emirati Arabi Uniti e Norvegia superano l’1% di aps rispetto al rnl.
A far sentire il proprio peso è anche la cifra destinata a “Paesi non specificati”, il 64,11% del bilaterale, in cui rientrano i trasferimenti per i rifugiati spesi nei Paesi donatori, come ad esempio l'Italia, dove solo nel 2015 960 milioni e 838mila euro sono andati all’assistenza ai migranti.
Per divenire il quarto Paese del G7 in termini di donazioni, come enunciato nel 2015 dall'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, l’Italia dovrebbe superare il Canada e il Giappone e raggiungere almeno lo 0,28% di aps rispetto al proprio rnl entro il prossimo anno, aumentando di 7 punti percentuali i propri fondi.
Ai rifugiati nel 2010 il nostro Paese destinava lo 0,10% di tutto l’aiuto pubblico allo sviluppo, sia bilaterale che multilaterale. Nel 2015 la quota è arrivata al 24,30%, tendenza simile in molti Paesi Dac, quali la Germania, in cui nell’ultimo anno i fondi per i rifugiati sono aumentati di oltre 15 punti percentuali: dall’1,03% del 2014 al 16,83% del 2015.
Qui l'infografica sulla situazione in Italia
Qui le schede con i dati e i grafici riassuntivi
di Elis Viettone