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Antibiotico-resistenza: entro il 2050 potrebbe uccidere come il cancro
L’Italia è al secondo posto, a livello europeo, per decessi da infezioni batteriche su cui i farmaci hanno perso efficacia. Onu: è un’emergenza da affrontare con l’approccio “One health”, fronte ambientale compreso. 17/2/23
Per scongiurare un mondo senza cure per le infezioni che colpiscono persone, animali e piante, persino quelle più comuni, la prevenzione deve essere al centro della lotta all’antibiotico-resistenza (Abr), ossia ai batteri diventati più forti degli antibiotici, a causa soprattutto dell’uso eccessivo e inappropriato di questi farmaci nella medicina umana, veterinaria e in agricoltura.
Attraverso le nostre attività, antibiotici e batteri “resistenti” finiscono nell’ambiente favorendo lo sviluppo e diffusione di nuovi batteri resistenti. Pertanto il ruolo dell’ambiente in questo fenomeno, sempre più evidente, richiede maggiore attenzione. Sono questi i messaggi chiave lanciati dall’Unep (Programma delle Nazioni unite per l’ambiente) nel rapporto “Bracing for Superbugs: Strengthening environmental action in the One Health response to antimicrobial resistance”, diffuso il 7 febbraio. L’Unep delinea le azioni per prevenire e controllare l’Abr nell’ambiente nei tre settori economici chiave — farmaceutico, agricolo e sanitario — e a livello di governo nazionale, nell’ottica dell’approccio “One health”, che si basa sulla stretta dipendenza tra salute umana, animale e ambientale.
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Impatto dell’antibiotico-resistenza (Abr). È bene precisare che l’Abr è la componente più significativa del più ampio fenomeno dell’“antimicrobico-resistenza” che include anche virus, funghi e parassiti e relativi farmaci antimicrobici, riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come una delle 10 principali minacce per la salute globale. Il Rapporto riferisce che nel 2019 sono morte nel mondo 1,27 milioni di persone per infezioni resistenti ai farmaci e 4,95 milioni di decessi erano associati all’antibiotico-resistenza. Senza azioni di contrasto efficaci, avverte l’Unep, entro il 2050 potrebbero verificarsi nel mondo fino a 10 milioni di morti in più all’anno, pari al tasso dei decessi per cancro nel 2020.
Principali azioni nel settore farmaceutico, agricolo e sanitario. È noto che le acque di scarico (reflue) provenienti dalle attività industriali, agricole e del territorio (comprese quelle domestiche) vengono immesse nell’ambiente nuovamente e riutilizzate. Dal Rapporto emerge come nei tre settori presi in esame (farmaceutico, agricolo e sanitario) sia cruciale garantire una gestione efficace del sistema di trattamento e smaltimento dei medicinali e dei rifiuti.
In particolare, in quello farmaceutico è utile rafforzare anche le norme, i sistemi di ispezione, gli incentivi e le sovvenzioni per favorire miglioramenti nel processo produttivo. Nel settore dell’agricoltura l’Unep raccomanda di rivalutare i limiti nell’uso di antibiotici, introdurre sistemi di controllo per la prevenzione delle infezioni ed evitare il ricorso ai medicinali utilizzati come una ultima risorsa per le infezioni nell’uomo. Nell’ambito dell’assistenza sanitaria, dichiara l’Unep, la prevenzione dell’Abr nell’ambiente va perseguita sfruttando i programmi di formazione sull’antibiotico-resistenza già previsti (“antimicrobial stewardship”).
A livello di governance, tra le principali misure l’Unep sollecita l’integrazione del ruolo dell’ambiente nei piani d’azione nazionali per il contrasto all’antibiotico-resistenza, sottolineando che le strategie di prevenzione delle pandemie offrono vantaggi nel contrastare l’antibiotico-resistenza.
Un focus sull’Italia. Il 30 novembre 2022 il Governo ha approvato il Piano nazionale di contrasto all'antibiotico-resistenza (Pncar) 2022-2025. Come illustrato nella figura, il Piano si articola in quattro aree tematiche (in orizzontale) e tre pilastri dedicati ai principali interventi nel settore umano, animale e ambientale (in verticale).
Entro il 2025 il Paese si prefigge di raggiungere i seguenti sei obiettivi:
- rafforzare l’approccio “One health”, anche attraverso lo sviluppo di una sorveglianza nazionale coordinata dell’antibiotico-resistenza e dell’uso degli antibiotici, e prevenire la diffusione dell’Abr nell’ambiente;
- rafforzare la prevenzione e la sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza (Ica nella figura) in ambito ospedaliero e nel territorio;
- promuovere l’uso appropriato degli antibiotici e ridurre la frequenza delle infezioni resistenti in ambito umano e animale;
- promuovere innovazione e ricerca nell’ambito della prevenzione, diagnosi e terapia delle infezioni resistenti;
- rafforzare la cooperazione nazionale e la partecipazione alle iniziative internazionali di contrasto all’Abr;
- migliorare la consapevolezza della cittadinanza e promuovere la formazione degli operatori sanitari e ambientali.
Il Piano si inserisce in un contesto nazionale in cui i consumi di antibiotici si mantengono superiori alla media europea, sia nel settore umano che veterinario, secondo gli ultimi dati forniti dall’Agenzia italiana del farmaco (“L’uso degli antibiotici in Italia 2020”). Le prescrizioni provengono per la maggior parte dai medici di Medicina generale e pediatri (80%) e oltre il 25% sono valutate “inappropriate”.
L’Agenzia rileva, inoltre, che siamo tra i Paesi con il consumo più alto di farmaci del gruppo “Watch”, cioè ad alto rischio di sviluppare resistenza e reazioni avverse, e del gruppo “Reserve”, che andrebbero usati solo nei casi più gravi, secondo la suddivisione degli antibiotici stabilita dall’Oms allo scopo di guidare le scelte dei prescrittori. L’Italia è tra i Paesi che utilizza meno quelli del gruppo “Access” che l’Oms raccomanda come prima scelta per numerose infezioni.
Secondo le ultime stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) diffuse il 17 novembre 2022, a livello europeo ogni anno muoiono 35mila persone a causa dell’antibiotico-resistenza di cui 11mila solo in Italia, piazzandosi al secondo posto dopo la Grecia.
di Antonella Zisa
Fonte copertina: drmicrobe, da 123rf.com. L'immagine raffigura l'illustrazione 3d di un Pseudomonas aeruginosa, un batterio nosocomiale resistente agli antibiotici.