Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Giornata mondiale della salute, Oms: "La depressione emergenza globale"

L'Organizzazione mondiale della sanità lancia l'allarme: Let's Talk è lo slogan della campagna, perché "Per guarire il primo passo è parlare della malattia". In Italia il 5,1% della popolazione soffre di questi disturbi.

Let's talk: parliamone. Nella Giornata mondiale della salute (7 aprile), dedicata quest'anno alla cura della depressione, il messaggio rilanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità  non potrebbe essere più chiaro. Nel mondo oggi oltre 300 milioni di persone vivono in uno stato depressivo, con un aumento del 18% rispetto al decennio 2005-2015, come segnalato nel Depression and Other Common Mental Disorders, presentato in materia.

A pesare spesso è la mancanza di un supporto qualificato alle persone con disturbi mentali che, per paura dello stigma sociale legato alla proprie patologia, rinunciano ad accedere alle terapie che potrebbero aiutarli.

“Questi nuovi dati devono servire a tutti i Paesi per ripensare il loro approccio alla malattia mentale e per affrontarla con l'urgenza che necessita”, spiega Margaret Chan, segretario generale dell'Organizzazione mondiale della sanità.

Proprio per questo la prima mossa, secondo l'Oms, dovrà essere quella di superare pregiudizi e discriminazioni per portare le persone con depressione a parlare del problema, “che a volte”, sottolinea Shekhar Saxena, direttore del Dipartimento per le malattie mentali e abuso di sostanze dell'Oms, “è proprio il primo passo verso le cure e la guarigione”.

Così nel 2015 la stima della popolazione mondiale colpita da depressione è stata in media del 4,4%, registrando valori più alti delle donne, 5,1%, rispetto agli uomini, 3,6%, e oscillando da un minimo di 2,6 punti percentuali nella regione del Pacifico Occidentale, fino a un massimo di 5,9% in alcune Regioni africane. Il picco comunque è rappresentato dalle donne tra i 55 e i 74 anni che arrivano al 7,5% di casi. Nelle sue più gravi manifestazioni, la depressione può portare al suicidio e si calcola che sia oggi la seconda causa di morte tra i giovani di età tra i 15 e i 29 anni.

Nel Rapporto compaiono le stime sui singoli Paesi, suddivisi in sei aree geografiche, Americhe, Africa, Mediterraneo occidentale, Pacifico occidentale, Sud-est Asiatico ed Europa. E l'Italia? Secondo la fotografia dell'Oms il nostro Paese si attesta intorno al 5,1%, con un numero assoluto di 3.049.986 casi.

La denuncia e la proposta dell'Oms riguarda il budget che i Paesi, benestanti o meno, riservano al trattamento dei disturbi mentali. In media solo il 3% della spesa sanitaria viene indirizzata a questi pazienti mentre investire su di loro sarebbe anche un significativo ritorno economico: per ogni dollaro pubblico speso in questi trattamenti, se ne guadagnano quattro in termini di migliore salute e rendimento maggiore al lavoro.

Oggi sono oltre 90 i Paesi che hanno adottato la Mh GAP Intervention Guide elaborata dall'Oms per formare gli operatori non sanitari, che dopo un breve corso e un training saranno in grado di fornire i due tipi di assistenza, psicologica e farmacologica.

di Elis Viettone

venerdì 7 aprile 2017

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