Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Molestie sul lavoro: il 40% delle donne ha subito contatti fisici indesiderati

Tra battute sessiste, divario salariale e conseguenze della maternità, il sondaggio di Fondazione Libellula evidenza le discriminazioni di genere nell’ambiente lavorativo. Necessaria formazione nelle aziende.  27/3/24

mercoledì 27 marzo 2024
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In un anno è quasi raddoppiata la percentuale di donne che dichiara di aver subito contatti fisici indesiderati sul posto di lavoro, raggiungendo il 40% rispetto al 22% del 2022. La situazione peggiora per le donne che ricoprono ruoli dirigenziali, arrivando al 47% per le dirigenti e al 54% per le imprenditrici. Sono i dati che emergono dal sondaggio Lei (Lavoro, equità, inclusione) sulle discriminazioni e molestie nel mondo del lavoro, condotto dalla Fondazione Libellula con il coinvolgimento di oltre 11mila donne lavoratrici dipendenti e autonome e presentato a Milano il 5 marzo.

Quasi un terzo delle donne (27%) afferma di aver subito richieste o comportamenti sessuali non graditi o non sollecitati e sette donne su dieci hanno ricevuto complimenti e allusioni sul proprio corpo che le hanno fatte sentire a disagio. Per evitare commenti o attenzioni indesiderate quasi una donna su due modifica il proprio abbigliamento. Sette donne su dieci sono state oggetto o hanno sentito battute sessiste o volgari verso altre donne sul posto di lavoro.

Discriminate e molestate sul lavoro: in Italia vittima una donna su due

Il linguaggio sessista, i disagi per la maternità, le difficoltà nel richiedere un aumento di salario. I risultati allarmanti del sondaggio di Fondazione Libellula sul divario di genere nel contesto lavorativo.      6/9/22

L’impatto della maternità sul lavoro

Rimane ampio il divario salariale (gender pay gap): quasi il 60% delle donne lavoratrici ha una retribuzione inferiore al collega uomo a parità di ruolo, responsabilità e anzianità di servizio, una percentuale che sale all’84% tra le donne lavoratrici con figli o figlie al di sotto dei tre anni. La penalizzazione delle madri lavoratrici è nota come child penalty. Come rileva il Rapporto ASviS 2023, la maternità ha un impatto anche sui tassi di occupazione femminile: nel 2022 ogni cento donne occupate senza figli o figlie ce n’erano 72,4 con figli o figlie.

DAL RAPPORTO ASviS DATI E PROPOSTE SUL DIVARIO DI GENERE

L’indipendenza economica

Il 92% delle partecipanti al sondaggio ha dichiarato di occuparsi in autonomia della gestione delle proprie finanze e l’89% di possedere un conto corrente a sé intestato. Come sottolinea la Fondazione, il dato è più alto rispetto ad altre rilevazioni sull’indipendenza economica femminile. Secondo una ricerca condotta da Global thinking foundation, ad esempio, solo il 68,8% delle donne è indipendente, mentre il 31,2% è dipendente dal partner o da un altro famigliare. La violenza economica è strettamente collegata ad altre forme di violenza: come racconta l’Istat nell’episodio “Un certo genere di violenza” del podcast “Dati alla mano”, il 40% delle donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza nel 2022 ha affermato di aver subito una qualche forma di violenza economica (come l’impossibilità di utilizzare il proprio reddito) e il 60% non era indipendente dal punto di vista economico.

CONSULTA IL POSITION PAPER ASVIS
“L’EGUAGLIANZA DI GENERE: UN OBIETTIVO TRASVERSALE

Come cambiare la situazione?

Per prima cosa occorre educare le persone a riconoscere le diverse forme di discriminazione e le microaggressioni. Sei donne su dieci, ad esempio, non vengono chiamate con il proprio titolo professionale, ma con “signora”, “signorina” o “ragazza” e una donna su due viene interrotta frequentemente o è meno ascoltata rispetto a un collega uomo durante una riunione.

Va formato tutto il personale di un’azienda, il management, chi si occupa di reclutamento, anche i collaboratori e le collaboratrici. Poi si possono aggiungere altre azioni, migliorative, ma si parte dalla formazione perché il grande problema è che non ci è mai stato spiegato cosa è una molestia”, ha detto Flavia Brevi, responsabile comunicazione della Fondazione Libellula, in un’intervista rilasciata a Percorsi di Secondo Welfare. Fondazione Libellula suggerisce alle aziende di adottare misure anti-molestie e di informare il proprio personale su come comportarsi nel caso subisca una molestia o assista a una molestia nei confronti di un’altra persona.

Scarica l’indagine

 

Fonte copertina: mtoome, da 123rf.com

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