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Edilizia sostenibile: ampio gap tra stato attuale e percorso di decarbonizzazione
Secondo un rapporto Unep, nel 2022 gli edifici sono stati responsabili del 34% della domanda energetica globale e del 37% delle emissioni di CO2 legate all’energia. Servono codici energetici per l’edilizia e incentivi finanziari. 28/3/24
“Non esiste un percorso credibile per affrontare il cambiamento climatico senza un cambiamento fondamentale nel settore dell’edilizia e delle costruzioni”. Sono le parole con cui Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), introduce il Global Status Report for Buildings and Construction. Pubblicato il 7 marzo in collaborazione con GlobalAbc, l’Alleanza globale per gli edifici e le costruzioni, il Rapporto traccia i progressi e delinea raccomandazioni per governi, industria e società civile verso un settore edilizio a emissioni zero, efficiente e resiliente entro il 2050.
Un tema chiave da affrontare anche alla luce dell’approvazione il 14 marzo da parte del Parlamento europeo della cosiddetta direttiva “Case green”, la direttiva Ue sulla prestazione energetica degli edifici (Energy performance of building directive). Il prossimo passo è l'approvazione del Consiglio Ecofin il 12 aprile, seguita dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue e dall'entrata in vigore dopo 20 giorni.
Il peso dell’edilizia
Nel 2022, evidenzia il Rapporto, gli edifici sono stati responsabili del 34% della domanda energetica globale e del 37% delle emissioni di anidride carbonica legate all’energia. Mentre l’intensità energetica è diminuita del 3,5%, si è registrato un aumento dell’1% nella domanda complessiva di energia. Per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi il settore edilizio ha un ruolo chiave: l’intensità energetica nel settore dovrebbe diminuire, entro il 2030, del 37% rispetto ai livelli del 2015. Anche se nel 2022 si è registrata una modesta riduzione, è rimasta del 15% sopra la traiettoria target.
Sempre nel 2022, sottolinea il Rapporto, la quota di energia rinnovabile nel consumo energetico finale degli edifici era del 6%, molto indietro rispetto ai progressi necessari per raggiungere l’obiettivo del 18% entro il 2030. L’investimento in efficienza energetica e in edifici ad alte prestazioni sarebbe dovuto essere del 40% più alto, per un totale pari a 2.700 miliardi di dollari. Gli investimenti nella decarbonizzazione degli edifici nel 2022 sono aumentati del 14%, raggiungendo 285 miliardi di dollari ma, continua il Report, le stime indicano una riduzione degli investimenti nel 2023, fino a 270 miliardi di dollari.
L’importanza delle norme in edilizia
Una delle ragioni principali della diminuzione dell'intensità energetica avvenuta lo scorso anno sono gli 81 Paesi che hanno adottato codici energetici per il settore edile. Nello stesso anno però sono stati aggiunti 2,4 miliardi di metri quadrati di superficie (una superficie pari all’intero patrimonio edilizio della Spagna) in Paesi senza codici energetici edilizi. L’80% della crescita in superficie prevista entro il 2030 accadrà nei Paesi a basso reddito che non dispongono di norme edilizie rigorose.
Una straordinaria opportunità per gli edifici del futuro
“La metà degli edifici che esisteranno entro il 2050 non sono stati ancora costruiti”, continua Andersen. “Si tratta di una grande opportunità per il settore. Dobbiamo reimmaginare gli edifici del futuro: edifici che privilegiano la resilienza, il riutilizzo, la generazione di energia rinnovabile e l’edilizia a basse emissioni di carbonio, il tutto affrontando le disuguaglianze sociali” conclude.
ALTA SOSTENIBILITÀ - CASE GREEN: LA DIRETTIVA UE E LA QUESTIONE ITALIA DI BORGHI STORICI E CONDOMINI
Le raccomandazioni Per accelerare la decarbonizzazione del settore, conclude il Rapporto, è necessaria una collaborazione tra politica, industria e ong, con queste ultime impegnate ad aumentare la consapevolezza del ruolo degli edifici nel cambiamento climatico e sostenere cambiamenti politici verso approcci di progettazione inclusivi e sostenibili. Secondo il Rapporto, una roadmap efficace deve comprendere:
- Sviluppare codici energetici per l’edilizia in linea con i principi dell’edilizia a emissioni zero (Zeb). Al 2022, solo tre Paesi hanno stabilito tali codici energetici.
- Aumentare il tasso di adeguamento degli edifici esistenti per l’efficienza energetica dall’attuale 1% al 5-10% all’anno.
- Adottare misure di progettazione passiva per tutti i nuovi edifici, ovvero che prevedono soluzioni, materiali e tecnologie all’avanguardia in grado di ridurre la domanda di energia al minimo e allo stesso tempo utilizzare al massimo le energie rinnovabili.
- Raccogliere dati, tramite strumenti come Building Passports, un tool che permette la raccolta, amministrazione e gestione di dati e informazioni sugli edifici lungo tutto il loro ciclo di vita.
- Prevedere incentivi finanziari per maggiori investimenti nella decarbonizzazione del settore edilizio e delle costruzioni, compreso il passaggio al riutilizzo, alla circolarità, ai materiali naturali di origine biologica, ai mutui verdi offerti dalle banche. Si prevede che gli investimenti per la decarbonizzazione diminuiranno nel 2023 perché le famiglie, i cittadini e le imprese devono far fronte a costi di finanziamento più elevati e i costruttori devono affrontare costi di costruzione più alti in termini di manodopera e materiali.
- Incoraggiare le aziende del settore a sviluppare una solida comprensione del proprio impatto sociale, incorporando standard di equità e diversità nel proprio lavoro.
di Tommaso Tautonico