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Approvata dal Consiglio dell’Unione europea la legge sul ripristino della natura
La norma prevede che almeno il 20% degli ecosistemi danneggiati e il 30% degli habitat in cattive condizioni nel territorio Ue debbano ritornare al loro stato naturale entro il 2030. Un passo in più verso l’Agenda 2030. 19/6/24
Grazie alla decisiva intenzione di voto della ministra per il clima e l’ambiente Leonore Gewessler dell’Austria, il Consiglio dell’Unione europea ha varato lunedì 17 giugno la Nature restoration law. La norma, che non era riuscita a diventare legge prima delle elezioni europee dell’8-9 giugno, impone agli stati membri dell’Unione di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi danneggiati del territorio comunitario entro il 2030, e di rigenerarli tutti entro il 2050. Nel testo vengono inoltre elencati gli ambienti naturali al centro dell’azione del dispositivo di legge, ovvero gli ecosistemi terrestri, costieri e d'acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, tra cui le zone umide, i pascoli, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini, tra cui le praterie di fanerogame e i letti di spugne e coralli.
Stop immediato al consumo di suolo grazie alla Nature restoration law
di Walter Vitali (Urban@it), Andrea Filpa (Uniroma3) e Rossella Muroni (Associazione Nuove Ri-generazioni) del Gruppo di Lavoro ASviS sul Goal 11
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17 luglio 2024
“Il regolamento mira a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti dei disastri naturali. Aiuterà l'Ue a rispettare i suoi impegni ambientali internazionali e a ripristinare la natura europea”, si legge sul sito del Consiglio europeo.
Per quanto riguarda invece gli habitat che il regolamento considera come “in cattive condizioni”, il testo vincola gli Stati membri ad adottare misure per ripristinare la loro funzionalità ecologica con delle scadenze precise:
-almeno il 30% entro il 2030;
-almeno il 60% entro il 2040;
-almeno il 90% entro il 2050.
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Il riconoscimento è stato attribuito ad aprile a un’affluente dell’Amazzonia, con la sentenza sul Marañón, ed è stato proposto anche per le balene Tohorā con una dichiarazione firmata dai leader della Polinesia. 30/4/24
Inoltre, la legge prevede delle misure specifiche per “invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030” e stipula anche dei criteri per aumentare la popolazione di uccelli forestali e per garantire che non vi siano perdite nette di spazi verdi urbani e di copertura arborea entro il 2030.
Da aggiungere anche che gli Stati membri dovranno adottare misure volte a migliorare almeno due di questi tre indicatori: la popolazione di farfalle delle praterie, lo stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità.
Per quanto riguarda invece la riforestazione, la norma ha l’obiettivo di portare alla piantumazione di almeno tre miliardi di alberi in più di quelli già esistenti entro il 2030, e, sempre entro la stessa data, di trasformare almeno 25mila chilometri di fiumi in fiumi liberi, ovvero di far adottare agli Stati membri delle misure per rimuovere le barriere antropiche alla connettività delle acque di superficie.