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Efsi: 500 miliardi entro il 2020, di cui il 40% contro il cambiamento climatico
Aumento dei fondi a garanzia degli investimenti privati in Ue, con più attenzione per i progetti legati ai servizi sociali, culturali e all'industria creativa, all'internet of things, alla cybersecurity e all'economia bio.
E' uno dei tre pilastri del cosiddetto Piano Juncker per gli investimenti in Europa e per questo è così significativo l'accordo raggiunto tra Parlamento europeo e Commissione sull'aumento dei finanziamenti previsti per l'European Fund for Strategic Investments (EFSI). Da 315 miliardi a 500, entro il 2020, per disporre di un fondo a garanzia degli investimenti privati, in collaborazione con la Banca europea degli investimenti (Bei). L'importante intesa, che per vedere la sua realizzazione richiede ancora ulteriori passaggi tecnici, è giunta dopo sette incontri e negoziazioni, e ha tre principali obiettivi: la rimozione di elementi che possano ostacolare gli investimenti; fornire visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento; e infine intervenire per un migliore utilizzo delle risorse finanziarie, “per assicurare che il denaro raggiunga l'economia reale”, come riportato sul sito dell'Efsi.
Anni di crisi hanno infatti minacciato la potenziale crescita innovativa dell'Europa e ridotto la competitività. Ma affinché questa possa realizzarsi, è necessaria la disponibilità di investimenti per finanziare buoni progetti, che invece spesso faticano a trovare coperture economiche: il denaro sarebbe disponibile ma con la crisi gli investitori evitano di assumere i rischi, Per questo, si legge ancora sul sito, l'Investment Plan for Europe vuole “rimettere i nostri soldi ancora al lavoro, a beneficio di tutti i cittadini europei”.
Nello specifico l'accordo siglato prevede:
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Una migliore definizione di addizionalità: rafforzamento dei requisiti qualitativi per i progetti, cancellando così le automatiche addizionali previste per le attività non ordinarie della Bei, rivedendo anche le policy sui costi per l'accesso ai fondi dell'Efsi.
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Incentivi per una migliore ripartizione anche a livello geografico: una facilitazione anche al finanziamento di progetti medio-piccoli e in parallelo la nuova definizione di addizionalità tiene in considerazione le specificità territoriali e delle aree meno sviluppate.
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Una più specifica diversificazione settoriale: una maggiore attenzione al cambiamento climatico, al quale su proposta della Commissione, verrà riservato un 40% dei fondi Efsi per finanziare progetti in questo ambito. Inoltre specifici criteri verranno elaborati proprio per i progetti legati ai servizi sociali, culturali e all'industria creativa, all'internet of things, alla cybersecurity e all'”economia bio”.
- Più trasparenza nella selezione dei progetti e nella composizione della Steering Board, che vedrà un nuovo consesso, con un ulteriore membro nominato dal Parlamento Ue.
di Elis Viettone