Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Clima, storica sentenza della Corte dell’Aja: “Chi viola gli obblighi paghi i danni”

I Paesi inquinanti saranno legalmente tenuti a ridurre le emissioni di gas serra e a risarcire coloro che già ne subiscono le conseguenze. Una svolta che apre la strada, a chi è danneggiato, alla possibilità di rivolgersi ai tribunali. 24/7/25

giovedì 24 luglio 2025
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“La Corte ritiene che la violazione da parte di uno Stato di qualsiasi obbligo individuato costituisca un atto internazionalmente illecito che comporta la responsabilità di tale Stato”. Così la Corte di Giustizia internazionale dell’Onu si è pronunciata il 22 luglio sulle responsabilità dei Paesi in fatto di riscaldamento globale, dando il via a una nuova era di contenziosi climatici.

Finalmente così “i Paesi inquinanti sono legalmente tenuti a ridurre le proprie emissioni di gas serra e a risarcire coloro che già ne subiscono le conseguenze”, ha affermato il gruppo di studenti e studentesse di legge dell’Università del Pacifico meridionale che, nel 2019, ebbero l’idea di chiedere un parere alla Corte di Giustizia internazionale. Nel 2023, insieme al governo di Vanuatu - Stato insulare che rischia di essere sommerso per l’innalzamento dei mari -, e delle associazioni Students Fighting climate change e World's youth for climate justice, riuscirono a ottenere un voto unanime dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la quale interpellò l’Aia.

Dopo anni di attesa, il collegio composto da 15 giudici ha emesso il verdetto: oltre 130 pagine, lette dal presidente, il giapponese Yuji Iwasawa. Una pronuncia non vincolante, ma che esprime una posizione netta e difficile da ignorare: “La Corte ritiene che i trattati sui cambiamenti climatici stabiliscano obblighi vincolanti per gli Stati al fine di garantire la protezione del sistema climatico e di altre parti dell'ambiente dalle emissioni di gas serra di origine antropica”.

Il passaggio storico riguarda le conseguenze, compresa “la riparazione integrale agli Stati lesi sotto forma di restituzione, indennizzo e soddisfazione, a condizione che possa essere dimostrato un nesso causale sufficientemente diretto e certo tra l'atto illecito e il danno”.

Aderenti