Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Le disuguaglianze sociali si devono combattere sui banchi di scuola

L’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children e Treccani mostra un panorama dell’istruzione italiana sconfortante. Negli istituti con un indice socio-economico-culturale più basso il 27,4% dei quindicenni è ripetente.

“Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati” scriveva Don Lorenzo Milani cinquant’anni fa nel libro Lettera a una professoressa. E a mezzo secolo di distanza in Italia ancora non siamo riusciti a curare i malati. Secondo l’ottavo Atlante dell’infanzia a rischio “Lettera alla scuola” di Save the Children, pubblicato da Treccani e presentato il 14 novembre in attesa dell’uscita nelle librerie il 23, negli istituti con un indice socio-economico-culturale più basso il 27,4% dei quindicenni è ripetente, mentre negli istituti con indice alto la quota scende quasi al 4,4%. Inoltre, la correlazione tra la condizione socio-economica e il successo (o l’insuccesso) scolastico in Italia è più forte che altrove: nelle scuole presenti in zone con un alto tasso di persone indigenti o a rischio di indigenza, l’incidenza di ripetenze rispetto alle scuole più ricche è 23 punti percentuali maggiore, dove la differenza media nei paesi Ocse è del 14,3%.

Il divario non è solo tra Italia e i Paesi dell’Ocse, ma anche tra Nord e Sud del territorio nazionale. Nell’Italia settentrionale i quindicenni in condizioni socio-economiche svantaggiate che non raggiungono le competenze minime nella lettura sono il 26,2%, cifra che sale al 44,2% nelle regioni meridionali. Secondo il documento di Save the children, è necessario che il sistema scolastico e gli interventi sociali rispondano in modo adeguato a contesti e bisogni diversi.

L’aumento della povertà tra le famiglie italiane ha provocato l’incidenza di nuove povertà educative. Sei ragazzi su dieci (il 59,9%) tra i 6 e i 17 anni non arrivano a svolgere, in un anno, quattro delle seguenti attività: lettura di almeno un libro, sport continuativo, concerti, spettacoli teatrali, visite a monumenti e siti archeologici, visite a mostre e musei, accesso a internet. D’altro canto, ad aggravare la situazione, aumentano i bambini “ultraconnessi”: in Italia quasi un quindicenne su quattro (23,3%) risulta collegato a internet più di sei ore al giorno, ben al di sopra della media Ocse ferma al 16,2% . L’età in cui un bambino riceve il primo smartphone è scesa a 11 anni e mezzo (erano 12 e mezzo nel 2015), l’87% dei 12-17enni ha almeno un profilo social e 1 su 3 vi trascorre cinque o più ore al giorno.

Secondo Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia Europa di Save the Children “per riformare davvero la scuola si potrebbe cominciare investendo nella trasformazione delle zone più a rischio in comunità educanti, che nel concreto significa non lasciare il sistema scolastico solo a combattere la povertà educativa. Con la costruzione di comunità educanti dove oggi regnano il degrado urbano e la criminalità si va a lavorare in frontiera: quella che segna l’orizzonte del nostro Paese e della nostra democrazia”.

di Giulia D’Agata

mercoledì 15 novembre 2017

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