Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

The Economist: anche le gravidanze sono una sfida climatica

Gli effetti del cambiamento climatico su madri e neonati sono già gravi, globali e diseguali. Studi su Nature dimostrano che il caldo estremo aumenta del 25% il rischio di parto pretermine. I danni si traducono in costi sanitari. 1/10/25

mercoledì 1 ottobre 2025
Tempo di lettura: min

L’impatto del cambiamento climatico sulla salute delle donne incinte e dei neonati è ormai evidente e in crescita. Due approfondimenti dell’Economist, pubblicati tra agosto e settembre 2025, delineano un quadro allarmante: il caldo estremo danneggia le gravidanze in tutto il mondo, contribuendo in modo significativo all’aumento dei parti pretermine, delle morti neonatali e di complicazioni gravi per le madri.

In Pakistan, ad esempio, dove ci sono state ondate di calore con picchi fino a 49°C, le donne che cucinano all’aperto o camminano chilometri ogni giorno per raccogliere acqua sono sottoposte a uno stress termico costante e pericoloso. In queste condizioni, la gravidanza diventa una sfida climatica, oltre che sociale.

La meta‑analisi A systematic review and meta‑analysis of heat exposure impacts on maternal, fetal and neonatal health, pubblicata su Nature Medicine nel 2024 – che ha raccolto i risultati di 198 studi in 66 Paesi – ha rilevato che il rischio di parto pretermine aumenta del 4% per ogni grado in più nella temperatura media del mese precedente al parto. Se si considerano periodi di esposizione più lunghi, l’effetto è ancora più marcato.

Le ondate di calore – definite come almeno due giorni consecutivi di temperature anomale – aumentano il rischio di parto pretermine del 25%. Si tratta di un impatto che si traduce in migliaia di nascite premature e milioni di euro in costi sanitari, con conseguenze durature sulla salute delle bambine e dei bambini e sul capitale umano.

La crisi climatica colpisce i più fragili

Già oggi, secondo l’Oms, le complicanze legate ai parti pretermine sono la prima causa di mortalità neonatale globale, e la situazione rischia di peggiorare. Modelli recenti del London School of Hygiene and Tropical Medicine stimano che, se non si ridurranno drasticamente le emissioni, la mortalità infantile aumenterà del 20% in Sudafrica tra il 2040 e il 2060, mentre i parti pretermine cresceranno di oltre il 50% in Paesi come Sudafrica e Kenya.

L’aumento delle temperature aggrava le disuguaglianze sociali, economiche e di genere. Il caldo non è uguale per tutte e tutti. In Gambia, dove molte donne lavorano nei campi anche in gravidanza, il feto mostrava segni di sofferenza termica nel 33% dei casi analizzati.

Anche in Pakistan, le donne coinvolte nello studio vivevano in condizioni di estrema vulnerabilità: analfabetismo, assenza di servizi sanitari, mancanza di autonomia decisionale. Non avevano accesso a sistemi di allerta meteo, né possibilità di proteggersi dal caldo. In questi contesti, le strategie di adattamento climatico diventano una questione di giustizia sociale.

A livello globale, i ricercatori stimano che il cambiamento climatico abbia causato circa 47mila morti neonatali in India e 31.700 in Nigeria tra il 2001 e il 2020.In Cina, tra il 2010 e il 2020, il caldo ha causato in media 13.262 parti pretermine ogni anno. Un quarto di questi casi è stato direttamente attribuito al cambiamento climatico.

Salute materna e clima: un’urgenza ignorata che riguarda anche le generazioni future

Nonostante le evidenze crescenti sugli effetti del caldo estremo durante la gravidanza, sono ancora pochissimi i Paesi che includono la salute materna nei loro piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici. Solo una parte limitata dei “piani di risposta al caldo” richiesti dall’Oms prevede misure specifiche per le donne in gravidanza. Negli Stati Uniti, una proposta di legge per finanziare la ricerca sugli effetti del riscaldamento globale sulla salute materno-infantile è bloccata da anni.

Eppure, esistono già interventi accessibili e a basso costo – come tetti ombreggiati, vernici riflettenti o app informative localizzate – che possono contribuire a mitigare i rischi. Manca però una strategia politica strutturale per affrontare il problema.

Sul piano dei diritti, il tema è sempre più al centro del dibattito intergenerazionale. Negli ultimi dieci anni, gruppi di giovani in vari Paesi hanno avviato azioni legali contro i governi, sostenendo che il cambiamento climatico compromette il diritto alla salute, anche per le generazioni future. Come ha osservato la Corte Internazionale di Giustizia, l’ambiente rappresenta la base su cui si fondano la salute e il benessere delle generazioni presenti e future.

Senza un’integrazione del rischio climatico nei sistemi sanitari, e senza un approccio intersezionale che tenga conto delle specificità di genere, le conquiste ottenute in materia di salute materno-infantile rischiano di essere compromesse nei prossimi decenni.

 

Copertina: Unsplash

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